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#PercorsiCritici - n. 81 - Opportunità e pericoli: libri sulla rete

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C’è chi lo demonizza e chi invece lo osanna, chi ritiene che possa essere un utile strumento se usato adeguatamente e chi invece pensa che contribuisca al disagio giovanile. Insomma, se si parla di internet è facile trovare opinioni contrastanti, anche molto forti, ed è altrettanto facile restare confusi. Per questo, dato che qui crediamo nel potere delle parole, abbiamo pensato che potesse essere di un qualche interesse raccogliere i testi che hanno parlato del tema, per farsi un’idea personale e possibilmente critica.
Cercando nel nostro database, ci si accorge subito che la scelta è veramente molto ampia, perciò in questa sede offriremo qualche spunto, ma se volete approfondire sul sito potete trovare altri contributi.

Iniziamo con Fuga dalla rete. Letteratura americana e tecnodipendenza (Le Milieu, 2021), di Luca Pantarotto, un interessante saggio che indaga il rapporto tra letteratura e tecnologia. Infatti, se molti scrittori americani hanno scelto di concentrarsi sulle emozioni umane e sulle vite di uomini e donne di tutti i giorni, altri hanno invece optato per una indagine più o meno approfondita del rapporto tra uomo e tecnologia: da William Gibson a Jonathan Franzen, da Stephen King a Dave Eggers a Don DeLillo, fino ad arrivare alle distopie tutt’altro che inverosimili di Orwell e Huxley.

Un altro saggio, stavolta di Davide Sisto, entra nel merito dell’argomento oggetto di indagine in questa puntata, indagando quali conseguenze e quali implicazioni possa avere l’attuale rivoluzione tecnologica in corso. Nel panorama dell’evoluzione dell’uomo, in che modo la tecnologia ha impattato sullo sviluppo umano e qual è - e quale sarà - la portata di certi cambiamenti? In I confini dell'umano. La tecnica, la natura, la specie (Il Mulino, 2023), l’autore, docente nelle Università di Torino e Padova, offre una prospettiva interessante e originale sulla vicenda.

Sempre di Sisto è La morte si fa social. Immortalità, memoria e lutto nell'epoca della cultura digitale (Bollati Boringhieri, 2018): dalla sua esperienza di docente del Master in Death Studies & the End of Life dell'Università di Padova, l’autore conduce una riflessione sulla morte in epoca social. Con l’avvento di profili e bacheche personali, infatti, qualcosa è cambiato ed è effettivamente un ambito nuovo che occorre gestire nel momento della dipartita di una persona. E non solo: leggendo il libro di Sisto, che indaga la trasformazione della morte, o meglio della sua ricezione, all'epoca della cultura digitale, si scopre che la tecnologia offre potenzialmente la possibilità di creare chatbot, ologrammi e altri dispositivi che permettono di continuare un legame virtuale e del tutto irreale con la persona che non c’è più. Inquietante morbosità o nuova frontiera dell’elaborazione del lutto?

Più recentemente, nel 2023, Massimiano Bucchi, ha pubblicato per Il Mulino Confidenze digitali. Vizi e virtù dell’innovazione tecnologica, un saggio che si interroga sull’interazione uomo-macchina. Cosa accade infatti se invece che focalizzarci sulle opportunità e sulle conseguenze spostiamo lo sguardo sulla relazione che giocoforza si instaura tra gli esseri umani e gli strumenti tecnologici? Ormai è prassi comune ricorrere a video tutorial per ogni cosa, sbloccare lo smartphone in ogni momento di noia, e gestire conversazioni con assistenti virtuali. Bucchi, in questo libro, affronta una delle sfide del futuro, ovvero il rapporto con i mezzi di comunicazione virtuale.

Ma se finora abbiamo riflettuto dell’impatto che le nuove tecnologie hanno avuto e stanno avendo sulle generazioni, diciamo così, analogiche, non dobbiamo dimenticare che esiste anche tutta un’altra prospettiva, ovvero quella di chi è nato e cresciuto in un’epoca in cui esistevano già i mezzi di comunicazione moderni, ovvero i cosiddetti nativi digitali. Spesso posti fin da piccoli di fronte ad uno schermo e molte volte fruitori di contenuti multimediali già in tenera età, i nativi digitali si trovano a crescere in un mondo in cui apprendono fin dall’inizio a interfacciarsi con le nuove tecnologie. Giuseppe Riva, professore di Psicologia della comunicazione all'Università Cattolica di Milano, in Nativi digitali. Crescere e apprendere nel mondo dei nuovi media (Il Mulino, 2019) indaga questo fenomeno approfonditamente, e, alla luce di dati e ricerche, esamina l'impatto che i nuovi media stanno avendo sul cervello dei giovani, sui meccanismi di apprendimento e sul comportamento. È ormai risaputo, infatti, come il cervello si plasmi e si modifichi in base agli stimoli e alle esperienze che gli vengono proposti, e in tal senso diventa decisamente interessante leggere a tal proposito. Sul sito trovate l’intervista che l'autore ci ha gentilmente concesso.

Sempre a proposito delle nuove generazioni, poi, è possibile allargare lo sguardo ad un ambiente appannaggio dei giovani, e che nei tempi recenti ha visto sempre più l’ingresso del mondo digitale al suo interno: la scuola. Gino Roncaglia, in L'età della frammentazione. Cultura del libro e scuola digitale (Laterza, 2018), indaga questo aspetto e tra lim, ebook, pc e tablet occorre chiedersi quali impatti abbiano questi strumenti nella vita scolastica di tutti i ragazzi e le ragazze.

In ogni caso, si sa, per usufruire correttamente di uno strumento è necessario imparare a usarlo bene. Se infatti essere nativi digitali significa semplicemente essere nati nell’epoca di internet, questo non significa che automaticamente si sappia usare nel migliore dei modi un mezzo che è, effettivamente, potentissimo. Immagini, parole, interazioni: è bene che tutto sia posto al vaglio della ragione, che deve fornire prima di tutto la consapevolezza che ciò che viene postato è lì, visibile a tutti, direttamente o indirettamente (tramite condivisioni, screenshot, ecc.). Anche per questo abbiamo dei titoli utili da suggerire: il primo è sicuramente Tienilo acceso. Posta, commenta, condividi senza spegnere il cervello di Vera Gheno e Bruno Mastroianni (Longanesi, 2018). Nel libro si propongono acute riflessioni e un elenco di parole-chiave che possono essere tenute come fari per una comunicazione digitale più che efficace: pazienza; senso critico; buonsenso; autoironia. Una serie di stelle utili a guidarci nel mare magnum della rete.

Altrettanto interessante, a tal proposito, è il romanzo Questo post è stato rimosso, di Hanna Bervoets (Mondadori, 2022): Kayleigh ha bisogno di un lavoro e per questo accetta un incarico molto difficile, ovvero quello di moderare i contenuti di una piattaforma di social media. Certo, la paga è buona, ma quali sono le implicazioni morali e le conseguenze psicologiche di un incarico di questo tipo, in cui ciò che si svolge ogni giorno è vedere cose ripugnanti e mostruose? Il romanzo è interessante perché solleva un velo su una realtà poco conosciuta, e accende una luce sulle conseguenze potenzialmente terribili che un incarico di tal portata può avere sulla psiche di chi lo conduce.

Chiudiamo la rassegna con altri due romanzi che trattano, in maniera differente, un altro ambito ancora che è stato toccato e rivoluzionato dai social: l’amore e la sessualità. Sara Mesa, in Cicatrice (Bompiani, 2017), racconta di una storia iniziata sul web come una relazione epistolare e poi deragliata in qualcosa di più oscuro e perturbante.

Di recentissima uscita, Brutale (66thand2nd, 2025) di Salvatore Falzone si concentra su come un incontro virtuale su Onlyfans possa riaccendere emozioni che si credeva di aver nascosto sotto il tappeto e vicende che si credevano chiuse nel dimenticatoio.

Insomma, la rete offre un grandissimo bacino di spunti e i titoli sono sicuramente molti. Tuttavia, questi possono rappresentare un buon punto da cui partire, per cui… buona lettura!