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Restare creature pensanti davanti a un mondo che cambia velocemente: "I confini dell'umano. La tecnica, la natura, la specie" di Davide Sisto

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I confini dell'umano. La tecnica, la natura, la specie
di Davide Sisto
Il Mulino, settembre 2023

Collana: Faustiana
pp. 200
€ 16 (cartaceo)
€ 11,43 (ebook)


Qual è il nostro sguardo sulla tecnologia e i cambiamenti portati dal digitale? Ci muoviamo in un'ottica di fascinazione aprioristica, senza rifletterci troppo, o di sospetto, approccio tipico di una mente retrospettiva? In ogni caso, siamo chiamati a interrogarci e a prendere posizione, dopo aver riflettuto sui tanti mutamenti che il digitale sta apportando molto rapidamente nelle nostre vite, anche sul piano antropologico, ontologico, oltre che su quello pratico. 

Davide Sisto, docente all'Università di Torino e al Master Death Studies & the End of Life dell'Università di Padova, propone con grande buon senso le prospettive del digitale e le evoluzioni della tecnologia nei prossimi anni. Lo fa muovendo dagli studi più recenti o da quelli attualmente in corso per indagare la forte interdipendenza tra device e utente, perché è ormai chiaro a tutti che i nostri smartphone sono diventati una nostra estensione corporea, «un prolungamento narrativo e psicofisico». È interessante come tra uomo e macchina si stia realizzando un processo circolare di apprendimento, perché in parte noi ci adattiamo al mezzo, in parte lo personalizziamo in base ai nostri bisogni e il digitale "impara". 

Se qualcuno di voi sta a questo punto paventando un futuro terrorizzante in cui saremo schiavi della tecnologia, pensi però ai progressi che un device avanzato potrà ad esempio garantire nel campo della medicina. Come mostrato da una ricerca in atto grazie alla UCL (University College of London), sempre più utenti di una certa età stanno usando app per monitorare la propria salute, a cominciare dal semplice contapassi. Possiamo immaginare, in futuro, che i progressi tecnologici consentiranno di riconoscere prontamente sintomi o comportamenti a rischio, come di tenere sotto controllo determinati parametri e di comunicare i dati rilevati direttamente al medico curante. Insomma, la tecnologia potrebbe risultare un'alleata potente non solo della più fine chirurgia, ma anche della prevenzione. 

O ancora, altri effetti sono già ben visibili e influiscono sulle relazioni sociali: molti utenti hanno iniziato a utilizzare nel periodo della pandemia programmi di video-conferenze per riuscire ad azzerare la distanza dai loro cari. Poi, certo, questo essere disponibili 24 ore su 24 tutti i giorni della settimana può anche portare a stress o ad angoscianti monitoraggi da parte delle istituzioni in paesi con una dittatura al governo, come ci racconta Davide Sisto. E forse è proprio in queste pagine che avvertiamo un'angoscia crescente, perché non si parla di futuro, ma di operazioni in corso già da tempo.
  
Viceversa, ci rasserena molto pensare a quanti progetti e prodotti culturali sono diventati accessibili con pochi clic: siamo davanti a quello che Sisto definisce un «importante processo di democratizzazione e uniformazione a livello mondiale delle attività culturali» (p. 59). Non manca però di vedere i risvolti pericolosi di un uso acritico dell'informazione, che online è di per sé frammentaria e non sempre verificata. 

Attrae e per certi versi respinge questa progressiva fusione tra online e vita offline, che spesso mette in dubbio cose su cui ci dicevamo certi fino a pochi anni fa: Sisto ci fa riflettere, ad esempio, su come essere "presenti" sia un concetto ormai sempre più ampio. Se siamo in una videochiamata, siamo o non siamo presenti, anche se il nostro corpo è a distanza? E se siamo collegati, ma non partecipiamo attivamente a una conferenza, ad esempio? 
Allo stesso modo, anche il principio di identità viene ampliato: oltre ai nostri dati anagrafici, noi possiamo acquisire online una nuova identità, addirittura avere un avatar di sesso differente o che sia una creatura animale (lo sanno bene i videogiocatori). 
Anche il concetto di tempo viene rivoluzionato con il digitale: 
«più accelera il progresso tecnologico, più ciò che è passato si accumula, rimane presente e oppone resistenza all'oblio. Ne deriva l'immagine di una cittadinanza globale che gode del dono dell'ubiquità all'interno di un mondo-archivio. In tal modo, però, il passato nega sé stesso come tale». (p. 87)

E le conseguenze, sul piano della propria auto-percezione o dell'elaborazione di un lutto, sono ancora tutte da studiare, perché «il ricordare digitale è semmai equiparabile a una presa diretta sul sapere e a un presente privo di distanza dal passato» (p. 89). Dove può portarci questa atemporalità? Collegato a questo, Davide Sisto si interroga ulteriormente su un tema a lui caro, perché oggetto di studi precedenti: «la permanenza della vita digitale nonostante la morte biologica» (p. 95). E qui arriviamo a pagine davvero perturbanti, che hanno dell'incredibile e del fantascientifico al tempo stesso, perché Sisto riporta ricerche tanto strambe da sembrarci la trama fantasiosa di qualche serie tv, come i tentativi di realizzare il mind-uploading, ovvero il backup della propria mente cosciente, o la pratica del mindclone, un software che, sulla base di dati immessi, dovrebbe sapere come "prendere il posto" di una persona, dopo la sua morte. 

Più verosimili in tempi brevi, invece, appaiono le evoluzioni del Metaverso, che secondo Sisto «rappresenterà un ulteriore escamotage per mettere alla prova la labilità dei nostri limiti e confini» (p. 136). E arrivare a "viaggiare" nel Metaverso sarà un po' come conquistare un altro pianeta, restando con i piedi ben fissi sulla Terra. 

Pieno di curiosità e di spunti per ulteriori approfondimenti, I confini dell'umano mantiene sempre uno stile accessibile per permettere anche ai lettori meno addentro alla tecnologia di comprendere quanto sia fondamentale che i progressi tecnologici e scientifici non si disgiungano mai da una riflessione umanistica, perché solo così potremo capire meglio questo mondo che cambia velocemente. Più velocemente di quanto siamo in grado di prospettarci. 

GMGhioni