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"Cacciatori di tenebre" di Ben Machell è un saggio romanzato che si muove tra sfide soprannaturali e fede incrollabile nella ragione

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Cacciatori di tenebre

Cacciatori di tenebre. I casi di un detective dell’occulto
di Ben Machell
Iperborea, ottobre 2025

Traduzione di Marcello D’Anna

pp. 336
€ 20 (cartaceo)
€ 11.99 (ebook)


In questo libro si raccontano storie vere su fenomeni non facilmente spiegabili. Il racconto parte dalle ricerche condotte dal giornalista irlandese Ben Machell, che si mette a indagare tra le carte di un uomo dalla vita incredibile: Tony Cornell. Questo novecentesco Sherlock Holmes dell’occulto ha assistito a fenomeni poltergeist, dormito in case infestate, partecipato a sedute spiritiche – e tutto senza che la sua fede nel razionale ne uscisse incrinata.


Peraltro Cornell fu anche un uomo dalla doppia vita: da un lato rispettato borghese, consigliere comunale a Cambridge; dall’altro spia per l’MI6 in Unione Sovietica ed ex militare di stanza nel Golfo del Bengala. Fu proprio durante uno di quei viaggi che Cornell, affascinato dalle leggende locali riguardo a uno sciamano, decise di cercarlo e incontrarlo. Da quel momento il suo rapporto con l’impossibile cambiò: pur senza mai cedere alla credulità, iniziò a considerare il mistero come un terreno da scandagliare con determinazione, applicando un metodo di indagine ferreo, quasi clinico.


Lo stile di Machell è seducente: procede in equilibrio tra due piani narrativi complementari. Da un lato il fascino delle testimonianze d’epoca, in un Novecento che – pur figlio della scienza – non riusciva del tutto a sottrarsi alle tentazioni dello spiritismo e delle camere buie dei salotti borghesi. Dall’altro, una prosa moderna e limpida, che alterna il rigore del reportage alla vivacità del racconto d’avventura, mantenendo sempre un ritmo serrato.


Il lettore viene trascinato in un percorso che non indulge mai in facili sensazionalismi: la tensione cresce attraverso dettagli verificati, dichiarazioni, annotazioni d’archivio. Ogni caso legato a Cornell – poltergeist, apparizioni improvvise, strani movimenti di oggetti, famiglie sull’orlo di una crisi nervosa – diventa un piccolo thriller intellettuale, dove la domanda non è solo “cosa sia accaduto”, ma anche perché, culturalmente e psicologicamente, determinate storie abbiano attecchito così profondamente.


La costruzione dei personaggi è uno dei punti di forza del libro. Cornell emerge come una figura narrativa complessa: non un cacciatore di fantasmi, ma un investigatore della percezione, un uomo che ha conosciuto l’orrore reale della guerra e quello sfuggente dell’inspiegabile. Lo scrittore gli restituisce profondità senza mitizzarlo, restituendoci l’immagine di un uomo brillante, ironico, a tratti testardo, sempre sospeso tra scetticismo e fascinazione. Attorno a lui ruotano figure che sembrano uscire dalla migliore non-fiction britannica: colleghi scienziati che oscillano tra la prudenza e la curiosità, testimoni comuni che portano con sé il peso di esperienze indicibili, e un’umanità varia che si muove tra paure, superstizioni e desiderio di essere creduta.


L’autore dosa con grande maestria la narrazione: alterna capitoli più investigativi a vere e proprie immersioni atmosferiche, in cui il terrore nasce dal non detto, dal dettaglio che non torna, dalla coincidenza che non dovrebbe esistere. Il ritmo è composto ma incalzante.


Infine, il libro si colloca in una zona di confine che è forse la sua vera forza: è un saggio, una biografia, un’inchiesta e un romanzo d’avventura intellettuale insieme. Machell interroga le zone d’ombra della ragione senza mai rinunciarvi, ricostruisce una vita fuori dal comune e, al tempo stesso, invita il lettore a riflettere su come costruiamo – culturalmente, socialmente, emotivamente – il concetto stesso di “inspiegabile”.


Un libro che affascina perché non cerca di convincere, ma di raccontare: e nel farlo, conferma che il mistero, quando è trattato con rigore, può illuminare più di quanto non nasconda.


Samantha Viva