Alessia consiglia:
se ti è piaciuto Il male oscuro di Giuseppe Berto, allora leggi
Le opere di Dio di Giuseppe Berto (Neri Pozza)
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Perché: perché questo romanzo ripropone una delle voci più intense del Novecento italiano, attraverso una riscrittura e nuova edizione di un testo che era “poco frequentato” ma capace di mostrare «uno dei nuclei più solidi della sua scrittura: la tensione tra fatalità e resistenza, tra passività e improvvise, fragili epifanie». Perché ci immerge in un micro-cosmo familiare segnato dalla guerra. La scena con una famiglia di sfollati e la loro cascina minacciata dalle bombe è l’inizio di una «corsa, a casaccio, a perdifiato, contro la morte». Perché , come nel Male oscuro, Berto torna sul tema della fragilità umana, della colpa, della perdita, e lo fa con uno stile essenziale ma potente: «La guerra irrompe senza retorica, solo come progressiva deformazione del quotidiano».
A chi: a chi ama la narrativa italiana del secondo Novecento che indaga la condizione esistenziale, la colpa, il trauma, non solo come evento storico ma come psiche spezzata; per chi cerca romanzi che non si accontentano del semplice “racconto di guerra”, ma indagano come la guerra dissolva il quotidiano, la famiglia, l’identità; per chi apprezza uno stile sobrio, minimo, ma carico di significato, che lascia spazio al silenzio, all’abbandono, alla sopravvivenza più che al trionfo.
Camilla consiglia:
se hai amato La città della gioia di Dominique Lapierre (Mondadori), allora leggi
Il patto dell'acqua di Abraham Verghese (Neri Pozza)
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Perché: è la storia di una famiglia del Kerala affetta da un morbo molto singolare, che non ha un nome e che porta alcuni componenti a non avvicinarsi all'acqua alta. Ma non c'è solo questo. Sebbene la trama che riguarda la medicina sia di grande interesse e magistralmente descritta, a emergere più di tutto è l'aspetto più profondo dell'India e della famiglia Parambil, come la fede, le tradizioni e il colonialismo.
A chi: a chi ama la letteratura post-coloniale, che è disposto a perdersi in mondi tanto diversi dal proprio e che non ha, soprattutto, pregiudizi di sorta.
Carlotta consiglia:
se hai amato Le storie veneziane di Neri Pozza (Neri Pozza), allora leggi
Artemisia di Alexandra Lapierre (edizioni e/o)
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Perché: Lapierre ridà voce a un’artista dimenticata: Artemisia, figlia del celebre pittore italiano, Orazio Gentileschi. Una donna che è vittima del suo tempo e della società, ma che non ha mai smesso di lottare per far sentire la sua voce. Nonostante le avversità, gli abusi e il solo fatto di appartenere al sesso femminile, grazie al lavoro di Lapierre, con quest'opera conosciamo più da vicino le opere con cui ha denunciato il mondo che l'ha delusa.
A chi: chi ha amato Artemisia di Lapierre amerà anche Le Storie veneziane di Neri Pozza perché in Artemisia si segue la vicenda di una donna che lotta per affermare il proprio talento e far sentire la propria voce, mentre nelle pagine di Pozza si intrecciano le vicende di una Venezia fatta di artisti e figure marginali ma straordinariamente vitali. Chi è rimasto affascinato dalla potenza evocativa, dalla cura dei dettagli e dal modo in cui Artemisia intreccia arte e narrazione, ritroverà nelle Storie veneziane la stessa qualità: un viaggio nel passato, capace di emozionare e di aprire nuovi sguardi sulla bellezza e l'importanza dell'arte nella nostra società.
Carolina consiglia:
se hai amato Klara e il sole di Kazuo Ishiguro (Einaudi), allora leggi
Come voi, tra di voi di Aoi Ikebe (Bao)
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Perché: i due testi hanno formati narrativi differenti (un romanzo e un manga) ma esplorano con sensibilità e intelligenza uno stesso tema, quello del rapporto complesso e sempre più inevitabile – o inestricabile – tra esseri umani e androidi. In entrambi i casi la riflessione etica passa attraverso un’indagine non tanto su cosa qualifichi il robot, ma su cosa renda l’umano realmente tale – e in entrambi i casi non sono gli uomini, o le donne, a fare la figura migliore.
A chi: ai lettori di manga o a chi vuole provare ad avvicinarli, con un’opera autoconclusiva, e accompagnato da un tratto preciso e delicato e da figurazioni suggestive, soprattutto nella rappresentazione dei volti e dei campi larghi. A chi si chiede dove ci porterà lo sviluppo dell’AI, e quali limiti non debbano essere superati. A chi cerca una riflessione sull’empatia, un punto di vista spiazzante; a chi non ha paura di interrogarsi e di rimettersi in discussione.
Claudia consiglia:
se hai amato A sangue freddo di Truman Capote, allora leggi
Inferno americano di Lawrence Wright (NR edizioni)
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Perché: è una storia vera talmente intensa da sembrare inventata. La firma è di Lawrence Wright, giornalista del New Yorker, che racconta la storia di una rispettabile famiglia americana travolta da uno scandalo che ha sconvolto non solo i suoi equilibri, ma quelli di un'intera comunità. Una storia di presunti abusi sessuali e di grotteschi riti che ha mostrato il lato oscuro, l'inferno, di cui sono capaci gli esseri umani. Il lettore precipita nel vortice della storia della famiglia Ingram e della città di Olympia, in un mix di ricordi recuperati, memorie ricostruite, ossessioni, ipnosi, interrogatori e domande che suscitano risposte sempre nuove, mentre scienza, fede, psicologia, paure arcaiche, TV scandalistica e convenzioni sociali si pongono a confronto in una dialettica che provoca smarrimento.
A chi: a chi per rilassarsi sceglie di leggere, ascoltare, guardare il true crime. A chi alle storie di buoni sentimenti preferisce le indagini sul male che – ammettiamolo – spesso sono molto più intriganti.
Deborah D'Addetta consiglia:
se hai amato Cent'anni di solitudine di Gabriel Garcia Márquez, allora leggi
Il sogno del giaguaro di Miguel Bonnefoy (66thand2nd)
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Perché: innegabili le somiglianze con Cent'anni di solitudine di Márquez, sia nella trama – anche qui abbiamo la storia di una famiglia nel corso di cento anni, tutto il 1900, a partire dagli anni '10-'20 fino alla fine del secolo – sia nel modo in cui l'autore tratta i rapporti d'amore tra i protagonisti, poeticamente e elegantemente, sia nella costruzione della struttura, divisa in quattro parti per altrettanti personaggi: Antonio, Ana Maria, Venezuela e Cristobal. Antonio è un romantico, un sognatore, caparbio e testardo. Quando incontra Ana Maria se ne innamora subito e cerca di conquistarla con quel poco che sa dell'amore (e qui, in questa fase, mi ha ricordato molto Florentino Ariza de L'amore ai tempi del colera, ma con un'evoluzione molto più felice e fluida). Ana Maria, prima donna medico della sua regione – un evento che ha del miracoloso a quel tempo – se è possibile, è ancora più testarda e caparbia di lui. La loro storia d'amore è memorabile: insieme cambieranno il volto del paese, anche quando sotto la dittatura di Jiménez proveranno l'umiliazione, il dolore e la rabbia. Proprio in quei giorni verrà alla luce Venezuela, l'unica figlia della coppia.
A chi: lo consiglio moltissimo agli amanti di Márquez, di Allende, a chi ama le storie familiari inserite nel panorama più ampio di un intero Paese e in un arco temporale altrettanto ampio. Piacerà molto anche ai romantici, ai sognatori, a chi ama il lieto fine ma senza patetismi o abbellimenti inutili.
Debora Lambruschini consiglia:
se hai amato Abbiamo sempre vissuto nel castello di Shirley Jackson, allora leggi
O Caledonia di Elspeth Barker (Bompiani)
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Perché: è un romanzo di formazione decisamente poco convenzionale, al pari della sua non-eroina, della quale apprendiamo subito la tragica e prematura morte violenta. Un decadente castello nelle Highlands scozzesi, una famiglia eccentrica, la natura di una bellezza brutale e selvaggia e una protagonista indimenticabile: sono gli elementi di un romanzo che è davvero una gemma rara
A chi: a chi ama il perturbante di Shirley Jackson piacerà questo romanzo riscoperto di Elspeth Barker, capace di mescolare spunti e generi letterari diversi, intrecciando ferocia e lirismo e che rappresenta il grido di libertà di una ragazza decisa a non tradire sé stessa.
Edy consiglia:
se ti è piaciuto Il gattopardo di Tomasi di Lampedusa, allora leggi
I leoni di Sicilia e L’inverno dei leoni di Stefania Auci (Nord)
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Perché: perché i due romanzi (che si leggono come uno solo) ricostruiscono la storia di una importante e nota famiglia siciliana dalla metà dell’Ottocento all’inizio del Novecento, mostrandone con grande precisione l’ascesa e il declino, mettendo in evidenza le differenze insanabili tra i Florio delle diverse generazioni e le scelte che hanno condotto gli uni all’apice della gloria, gli altri a una inesorabile decadenza. Perché questa saga non racconta solo la storia travagliata di una famiglia, ma anche una parte interessantissima della storia del nostro paese, in un periodo cruciale, qual è stato il passaggio tra il XIX e il XX secolo.
A chi: a chi ama studiare la storia non necessariamente da un manuale scolastico, ma attraverso trame avvincenti e protagonisti appassionati, che incarnano l’amore, l’odio, l’ambizione, il calcolo, la voglia di emancipazione e di affermazione.
Fulvio consiglia:
se hai amato Sette sere di Jorge Luis Borges (Adelphi), allora leggi
La mappa segreta di Jorge Luis Borges (Adelphi)
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Perché: sono due testi affini che ci permettono di scoprire la capacità unica di Borges nel raccontare argomenti diversi, dalla Divina Commedia alla Bibbia, dal romanzo poliziesco anglosassone alle Mille e una notte, senza mi stancarci e con la consapevolezza che l'autore ci stia portando per mano attraverso la sua biblioteca ideale.
A chi: ai lettori di Borges ma anche a coloro che amano viaggiare attraverso argomenti diversi, dove con poche frasi un autore dalla cultura enciclopedica ci affascina, non per sottometterci alla sua conoscenza ma con generosità per spingerci a conoscere ancora di più e ad affrontare da soli nuove avventure culturali.
Giulia consiglia:
se hai amato L'isola dentro l'isola di Josephine Johnson (Bompiani), allora leggi
Un anno nelle foreste del grande Nord di John J. Rowlands (Corbaccio)
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Perché: John J. Rowlands, impiegato per un'azienda di legname, durante una spedizione esplorativa in Ontario per conto della sua ditta, scopre un lago nascosto che diventerà la sua casa. Con la compagnia del Capo indiano Tibeash e dell'artista Henry B. Kane, passerà diversi anni in questo luogo. Imparerà tante utili soluzioni per cooperare con la natura senza sopraffarla né farsi sopraffare. Come viene detto nell'introduzione, impossibile leggere questo reportage senza cercare di realizzare almeno uno dei tanti progetti descritti e illustrati: dal frigo a prova di orsi agli occhiali in legno di betulla, si respira un aria di allegro campeggio scout.
A chi: a chi vuole leggere storie in cui la natura la fa da padrona e si conquista lo spazio sulla pagina e nella mente con commoventi cieli stellati, fragorose cascate, quieti uccellini, e la consapevolezza che il pianeta non è stato messo qui solo in funzione dell'essere umano.
Gloria consiglia:
se hai amato Promettimi che non moriremo di Mara Carollo (Rizzoli), allora leggi
Come brace coperta di Alice Malerba (Mondadori)
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Perché: i due testi attraversano una lunga fetta di Novecento seguendo una protagonista femminile alla ricerca della propria autodeterminazione. Entrambe partono da origini umili, amano la lettura e credono che stia proprio nell'istruzione la possibilità per un riscatto personale. Gli esiti saranno diversi, ma questi due romanzi dialogano per la fame di cultura delle protagoniste, per i rapporti familiari non facili da gestire e per il coraggio nell'affrontare una quotidianità che sembra non accettarle mai del tutto.
A chi: ai lettori e alle lettrici che vogliono accompagnare i personaggi dall'infanzia all'età adulta o addirittura oltre, perché si affezionano all'idea di condividere con loro una parte di vita. I due romanzi piaceranno anche a chi sceglie perlopiù romanzi realistici, ambientati in un'Italia che cambia, che attraversa i periodi più difficili del Novecento senza però trasformare la narrazione in un romanzo storico tout-court.
Samantha consiglia:
se hai amato Sally Diamond la strana di Liz Nugent (Vallardi), allora leggi
Mimica di Sebastian Fitzek (Fazi)
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Perché: perché mette in scena il corpo come luogo del mistero e della menzogna. Fitzek spinge il thriller verso il territorio della percezione e dell’identità, creando un disagio che persiste anche dopo l’ultima pagina. Il nodo centrale del libro non è il colpo di scena, ma il corpo come archivio fallace: un corpo che reagisce, tradisce, anticipa la mente, e che diventa prova narrativa quando la memoria non è più affidabile. Fitzek costruisce una storia in cui l’identità non è un dato stabile ma una mimica appunto: gesti che parlano al posto delle parole. In questo senso il romanzo dialoga con una tradizione più ampia del thriller psicologico contemporaneo, dove il vero enigma non è “chi è stato”, ma chi siamo quando non possiamo più raccontarci.
A chi: a lettori forti, a chi ama i romanzi sfaccettati e a chi cerca una suspense che sia anche psicologica ed etica. A quei lettori che hanno apprezzato personaggi femminili complessi e disturbanti, come Sally Diamond la strana, e che non temono figure ambigue, difficili da “assolvere” o condannare.
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