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Un affascinante mondo sommerso in cui ritroviamo un Borges in splendida forma: "La mappa segreta"

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La mappa segreta
(testi ritrovati 1933 - 1983)
di Jorge Luis Borges
Adelphi editore, maggio 2025

Traduzione di Rodja Bernardoni

pp. 285
€ 22,00 (cartaceo)
€ 11,99 (ebook)


Questi tesori sommersi di Borges, Textos recobrados, recuperati e sistematizzati dopo la morte del grande scrittore argentino, ci rivelano – non senza difficoltà perché tutte le cose preziose vanno godute con un po' di sforzo – le molteplici linee di studio e approfondimento di un genio del XX secolo. In questi brevi saggi, notevoli, si scorge una serie di puzzle di un pensiero più ampio e del tutto inedito. Scritti a partire dagli anni Trenta, questi textos hanno la forza di sintetizzare un pensiero che non potrà non affascinare i lettori del Borges saggista. Come ad esempio nel testo sulla consistenza dell'io:
In questo sconforto, non conosco altro soccorso possibile se non quello che ci offrono i metafisici idealisti. Tali benefici dissolvitori - a partire da David Hume - sostengono che una persona non è altro che i momenti successivi che attraversa, la serie incoerente e discontinua dei suoi stati di coscienza. (p. 12)

E, ancora, in un attento ragionamento filosofico sul dissolversi dell'io nel tentativo di essere qualcun altro:

Tutte le persone assorte nel felice ascolto di una stessa musica, sono una sola persona. Tutti gli amanti che si sono abbracciati con passione nel vasto mondo, che si abbracceranno e si abbracciano, sono la stessa famosa coppia: sono Adamo ed Eva. Nessuno è sostanzialmente qualcuno, ma chiunque può essere chiunque altro in qualunque momento. Tra divinazioni e burle, mi sembra che siamo giunti alla mistica. (p. 13)

Ma la narrazione prosegue accompagnando il lettore in una metaforica biblioteca piena di contenuti, dove ogni capitolo è un viaggio nella mente coltissima di Borges. E così le sue riflessioni sul poliziesco inglese, ove ogni riferimento ad autori e libri è sempre accompagnato da un giudizio che non lascia scampo. Non si può ribattere alle fulminee considerazioni dello scrittore argentino. Soprattutto se spaziano rapidamente da un genere all'altro senza soluzione di continuità, come, ad esempio, le sue considerazioni sul genere poliziesco nella letteratura anglosassone o l'origine del concetto di Eternità.

Si può affermare, con sufficiente margine d'errore, che l'Eternità fu inventata pochi anni dopo la malattia intestinale cronica che uccise Marco Aurelio, e che il luogo di questa vertiginosa invenzione fu il dirupo di Fourvière, un tempo chiamato Forum vetus e oggi famoso per la funicolare e la basilica. Nonostante l'autorità di chi la inventò - il vescovo Ireneo -, questa prima Eternità fu ben altro che un vano parametro sacerdotale o un lusso ecclesiastico: fu una risoluzione e un'arma. (p. 18).

O il racconto di Buenos Aires, che può avvenire solo attraverso trasfigurazioni poetiche, allusioni e metafore. E in particolare, in questo capitolo scorgiamo la capacità poetica di Borges nel saper narrare la vita di una città, vedendola come un essere vivente che respira e porta con sé una complessa storia culturale. 

Quello che affascina di questi saggi è l'architettura narrativa. La capacità di Borges di chiuderli dentro ad un'analisi completa, in cui il lettore può farsi un'idea precisa dell'argomento trattato, per poi approfondirlo, se vorrà, con altri percorsi. Leggendo La mappa segreta, espandiamo il nostro orizzonte culturale, troviamo delle briciole preziose che ci conducono in altri ambiti, conosciamo labirinti del sapere da cui sarebbe bello non uscire più. Borges, nell'ultima parte della sua vita, non aveva molti libri in casa sua, ma solo Enciclopedie e qualche classico, perché i libri li aveva già letti, li teneva nella sua memoria e poi perché aveva frequentato le biblioteche per tutta la sua vita. Questo aspetto mi ha sempre affascinato, in parte perché la frequentazione delle biblioteche sta scemando, ma soprattutto perché l'utilizzo della memoria per Borges, come per molti altri intellettuali, come Eco, era un aspetto imprescindibile della conoscenza e della cultura. Questi stessi saggi sono percorsi costruiti attingendo alla sua memoria e proprio per questo è stato possibile pubblicare un libro in cui i capitoli, benché diversi, sembrano parlare fra loro e comunicare con il lettore. Forse questo era proprio l'intendimento di Borges, scrivere dei testi che creassero una relazione fra scrittore e lettore affinché quest'ultimo seguisse poi un suo personale percorso culturale. 

Fulvio Caporale