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#PercorsiCritici - n.18 - Letture brevi per non rinunciare mai alla lettura (anche quando abbiamo poco tempo!)

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Settembre significa molte cose: ripartenze, rinnovi, nuovi inizi. Alcuni lo vivono come una sorta di capodanno, da cui ripartire con diversi progetti e buoni propositi. I ritmi tornano quelli consueti: scuola e lavoro ricominciano a pieno ritmo, le palestre riaprono e gli impegni tornano a farsi pressanti. Il telefono squilla, l'agenda si riempie. E il tempo per la lettura? Chi ama concedersi sessioni di lunghe ore, sia che si trovi sul terrazzo o su una più affollata spiaggia, dovrà fare qualche compromesso e scendere a tempi più ristretti, mentre chi è solito preferire passatempi più movimentati, potrebbe approfittare dei tempi più brevi per scoprire in un libro quel piacevole relax che solo una buona lettura può dare. Ecco quindi che, per questo primo #PercorsiCritici, abbiamo pensato di proporvi antologie di racconti, in modo da procedere con una lettura che possa essere portata avanti in maniera agevole, tra un impegno e l'altro. Cogliamo l'occasione per dirvi che anche questa rubrica tirerà un po' il fiato: infatti, continueremo ad accompagnarvi con consigli di lettura ma, a partire da questo mese, la rubrica sarà a cadenza quindicinale e non più settimanale, così da lasciare più spazio alle novità editoriali.

Cominciamo con l'illustrarvi un recente esperimento, molto interessante, ideato e realizzato dalla Scuola Holden di Alessandro Baricco. Nel 2020, infatti, Feltrinelli ha pubblicato la collana Playlist, una serie di volumi, dedicati ognuno a una stagione (Playlist Summer, Playlist autumn, ecc., Feltrinelli, 2020) in cui sono stati raccolti racconti di diversi autori, di differenti epoche e provenienze, accomunati dall'ambientazione ogni volta dedicata alla stagione che dà il titolo al libro. Questa volta, in particolare, vi segnaliamo proprio quelli dedicati all'estate, per rivivere ancora un po' l'incanto della stagione estiva, e all'autunno, per cominciare ad abituarvi a temperature più miti e al desiderio di una tazza di tè caldo.


Passiamo poi a un autore che ultimamente ha dato alle stampe - con grande successo - proprio due raccolte di racconti. I due libri sono accomunati non solo dalla struttura, caratterizzata da una serie di racconti in cui molteplici dettagli si richiamano l'un l'altro, ma anche dalla delicatezza con cui l'autore riesce a toccare certe tematiche. Stiamo parlando di Matteo Bussola, autore già conosciuto e apprezzato dal grande pubblico per la bontà dei suoi romanzi (non possiamo non citare L'invenzione di noi due, Einaudi, 2020), che tra il 2021 e il 2022 si è messo alla prova con la forma breve: il primo volume, Il tempo di tornare a casa (Einaudi 2021) intreccia le vicende di alcuni personaggi che si incrociano in una stazione ferroviaria, mentre il secondo, Il rosmarino non capisce l'inverno (Einaudi, 2022), riesce a costruire, con tatto e notevole empatia, un mosaico di racconti collegati da un'unica toccante vicenda, che lasciamo alla vostra lettura.

Altra uscita piuttosto recente, che dimostra che il genere antologico oggi non è morto né agonizzante, tutt'altro, è quella di Massimo Gezzi, Le stelle vicine, edito da Bollati Boringhieri (2021). Cosa succede, quando tutto cambia? Questo sembra essere l'interrogativo che muove la penna dell'autore: dodici racconti che mettono in luce un cambiamento repentino dell'esistenza, a seguito di una scoperta, un evento o un fatto imprevedibile. Ghezzi si rivela essere un buon narratore, poiché in questo libro sembra portare con sé la lezione degli scrittori novecenteschi, oltre che l'esperienza maturata come poeta, che gli consente, quest'ultima, di utilizzare con misura ed esattezza le parole.

Con la forma breve, si sono cimentati anche i grandi nomi della letteratura, fornendo talvolta un affresco sfaccettato di un certo ambiente, sfruttando la possibilità di dare voci a diversi personaggi e mettere in scena differenti situazioni. Un esempio è dato dai Racconti dell'età del jazz, di Francis Scott Fitzgerald (Minimum Fax, 2020), in cui l'autore mette a nudo le luci e le ombre dei ruggenti anni Venti in America, ponendo la sua penna su fatti decisamente rappresentativi. I personaggi, infatti, richiamano alla memoria le sfarzose feste de il grande Gatsby nel romanzo omonimo, e offrono al lettore un caleidoscopio di balli sfrenati e musiche sincopate. Così come nel celebre romanzo, però, tutto questo scintillio è un mero tentativo di distrarsi dalle angosce dell'uomo moderno, che, entrato nel nuovo secolo pieno di speranza e promesse verso il futuro, cerca di orientarsi nel nuovo ambiente, senza perdere la bussola. Luci e ombre, quindi, alla maniera di Fitzgerald, autore capace di rappresentare tutto il microcosmo americano di quegli anni senza perdere mai la visione d'insieme, nella sua complessità.

Altro celeberrimo scrittore statunitense che si è cimentato con la forma breve è Kurt Vonnegut, di cui vi suggeriamo i racconti raccolti e pubblicati da Bompiani nel 2019. Nel volume Tutti i racconti troviamo 98 testi, scritti tra il 1941 e il 2007 e organizzati secondo un criterio tematico (amore, donne, futuro, comportamento umano, e così via). Un tomo di notevoli dimensioni (più di 1400 pagine) che necessita di tempo e attenzione (nonché di spazio nella libreria!), ma che consente agli appassionati, o a coloro che non conoscono - se non soltanto di fama - il grande scrittore americano, di approcciarsi all'opera di uno dei nomi più celebri del panorama statunitense anche senza seguire un ordine, scegliendo di volta in volta quale racconto avvicinare.

Tra i grandi nomi italiani non possiamo non citare il compianto Andrea Camilleri, che in Un mese con Montalbano (Mondadori, 1998) e I tacchini non ringraziano (Salani, 2018), presta la sua penna al racconto breve. Nel primo, come suggerisce il titolo, il protagonista è il commissario Salvo Montalbano (ormai celeberrimo, anche grazie alla trasposizione Rai e che ha per tutti il volto del bravissimo Luca Zingaretti), il quale è protagonista di 30 storie che hanno il pregio di introdurre il lettore al complesso mondo di Vigata, oltre che fargli assaggiare la scrittura di Camilleri, particolare e unica. I tacchini non ringraziano, invece, è un esperimento in parte diverso e decisamente interessante. Se infatti qui resta la forma breve, scompare il famoso commissario e protagonisti dei racconti sono degli animali. Proprio così: in queste pagine vengono raccolte tante storie a tema animale, a rappresentazione di un codice etico bestiale, parallelo a quello umano.

Infine, la forma breve può anche rappresentare una specie di palestra per chi voglia cimentarsi con la scrittura. Se Le otto montagne (Einaudi, 2016) è stato senza dubbio il grande successo che ha reso Paolo Cognetti uno dei nomi dell'Olimpo letterario, facendogli vincere più che meritatamente il Premio Strega nel 2017, forse non tutti sanno che il bravissimo scrittore ha alle spalle un passato che comprende anche il racconto breve. A tal proposito vi suggeriamo Sofia si veste sempre di nero (Minimum Fax, 2012), bellissima raccolta di racconti che hanno come protagonista la stessa persona, ovvero la Sofia del titolo. La forma, giocoforza frammentata, della struttura, rende possibile una visione molteplice e sfaccettata della ragazza, in cui le diverse visioni da parte delle persone che l'hanno conosciuta, portano alla costruzione di un'unica figura, complessa e talvolta contraddittoria. La potenza empatica e narrativa di Cognetti si rivela qui in tutta la sua forza e il libro mette in luce la sua abilità introspettiva. Peculiarità, questa, già pienamente visibile in Manuale per ragazze di successo (Minimum Fax, 2004), in cui l'autore riesce a scavare nell'animo delle sue protagoniste, con una delicatezza e un tatto notevoli: sette ritratti di donne, tutte diverse tra loro, ma tutte accomunate dal fatto di essere il corsa per la loro felicità; come Cognetti scrive nella citazione che apre il libro, we are all stars, e we all deserve the right of shine.

Perciò, buone letture!