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Folklore e omertà in "Sottoterra" di Fabio Ferrari per 8tto Edizioni

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Sottoterra
di Fabio Ferrari
8tto edizioni, maggio 2025

pp. 336
€ 19 (cartaceo)
€ 9,50 (ebook)

Accolse l'incidente come un segno, era il momento di fermarsi da qualche parte per un po'. Il mondo, in fin dei conti, da lì sembrava lontano abbastanza. (p.10)
Un impiegato postale, Remo, dopo un continuo girovagare trova rifugio a Lorino, nella fitta campagna dell'Emilia Romagna. Remo conosce una seconda vita, rapito dal folklore di un luogo che nasconde storie cupissime, come lui, che ha perso la moglie e non si dà pace: i sensi di colpa lo stanno consumando, e lui sta impazzendo. Guidato da un cane attratto dal macabro e da un locandiere dal carattere burbero, finisce presto a dare ascolto ai racconti dei bambini di Lorino: vociferano tutti di una città sotterranea, tra il gioco e il rivelatorio, che forse nasconde abitanti scomparsi, un tesoro, una trappola. Remo s'avventura tra gallerie profondissime, ignorando il ferreo divieto di scavo indetto dal sindaco. Quando scompare una coppia locale, tutte le storie assumono consistenza sinistra e il passato, minaccioso, ritorna.

I Giglioli non sono gli unici a frugare nei terreni altrui (p.73)

Nelle realtà arroccate come quella di Lorino, i forestieri sono visti di cattivo occhio: chi arriva da fuori spesso è dissuaso da ogni tentativo di scoprire come stanno le cose e, costretto ad assecondarne le regole, i ritmi, i silenzi, di quel luogo ne diventa complice. 

Oppure ne bracca i fantasmi. 

Lorino, tra campagna e palude, è perfetta terra di mistero e inganno, e Ferrari ne ambienta una faccenda di complotti traendo spunto da accadimenti che risalgono al Ventennio e che chiamano in causa questi stagnanti territori di bonifica, che accolgono una colpa, quella di un'intera comunità.

Lo incuriosiva un balenare sporadico di luci verdi smeraldo in mezzo al grano. Attese abbastanza da vedere la luna disegnare alcune sagome di uomini fra le spighe: avevano un cappuccio sulla testa e lunghe aste di legno appuntite. (p.22) 

La chiave per interpretare la cronaca dei giornali, ricostruire il passato e dare un senso alle stranezze del presente doveva nascondersi tra le leggende e le credenze popolari. (p.243) 

Mai fidarsi della superficie e di quello che ci vuole mostrare: ne diventa consapevole Remo, protagonista stralunato ma intuitivo che scava nella terra per scavare, in fondo, dentro di sé. L'uomo, abile nel conquistare la fiducia di abitanti ambigui e irresistibili, comprende di dover svelare il mistero di Lorino per risolvere i suoi nodi interiori. 

Si tratta di mettere un punto al legame con la moglie defunta, di cui ne ripercorriamo gli istanti decisivi grazie a degli scambi - reali o immaginari? - tra l'uomo e quello che sembra il fantasma di lei. Non avevo mai voluto sapere se qualcosa tra noi due non andava, scriveva Starnone in Segni d'oro (Feltrinelli, 1990), e questo evidentemente paralizzava questa coppia finché Claudia era in vita: ma dopo qualcosa è cambiato anche perché, citando Matteo Cardillo, i morti vogliono le stesse cose che vogliamo noi: i morti vogliono essere visti (Amarsi in una casa infestata, Mercurio, 2025); e allora Remo fa di tutto per cercarla e Claudia per farsi trovare: tutto, tra loro, deve essere chiarito e perdonato.

"Tu non riesci a lasciarmi andare non perché mi vuoi, ma perché ti senti in colpa." (p.81)

Si rivela un libro appassionante quello di Fabio Ferrari: Sottoterra è una storia di misteri e omertà, un po' giallo, un po' noir, portata avanti da tantissime domande (chi sono gli uomini incappucciati che si muovono come ombre notturne? Perché Lorino bandisce le pale per spalare? Dove conducono le mappe alternative scoperte da Remo?) e risposte che ammattiscono. L'autore cavalca con astuzia leggende affascinanti e cronaca nera, immergendo in questo contesto una irrefrenabile ossessione personale. 

Il testo crea e sfrutta atmosfere ambigue che possono ricordare quelle dei film più riusciti di Pupi Avati (tra tutti, La casa dalle finestre che ridono, 1976), dando forma a un mondo rurale di eventi luttuosi e ricorrenze spaventose che strizza l'occhio anche ad alcuni riuscitissimi racconti di Stephen King, di certo amante di ambientazioni di questo tipo. 

L'autore gestisce bene un intreccio complesso ma fluido, che non perde vivacità grazie ai continui depistaggi, alla verve di personaggi secondari notevoli, oltre che ai riusciti momenti onirici e le interessanti deviazioni nel grottesco. Il taglio ironico dei dialoghi e l'involontarietà comica di alcune scelte di Remo non guastano e anzi ci alleggeriscono al momento giusto dalla sensazione di paura che rende Sottoterra qualcosa che ha a che fare con l'horror.

Daniele Scalese


Sottoterra è stato uno dei "libri da tenere d'occhio" suggerito da 8tto edizioni in una puntata del nostro podcast: ascolta qui su Spotify: