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#RileggiamoConVoi - Iniziamo il 2022 con tanti libri per farci un "booster" di fiducia

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Buon 2022, lettori! 
Immaginiamo che anche i vostri festeggiamenti non siano stati liberi e spensierati come avreste desiderato. Ecco perché abbiamo pensato di consigliarvi libri non necessariamente disimpegnati, ma che possono portarci a sognare un po' di fiducia e serenità per il nuovo anno. Che vi siano di buon augurio! 

La redazione

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Carolina consiglia: 
“Il meraviglioso Mago di Oz” di L. Frank Baum, illustrato da MinaLima (L'Ippocampo) 
Perché l’intramontabile storia di Dorothy e della sua stravagante combriccola di amici porta con sé messaggi positivi per i lettori di ogni età: durante un viaggio che si fa metafora di qualsiasi percorso di crescita, infatti, i personaggi vanno cercando qualcosa che hanno in realtà già dentro di sé, e la magia del ciarlatano Oz non è altro che un disvelamento e una valorizzazione delle risorse nascoste di ciascuno. Ma se questo non bastasse, visto che nessun uomo è un’isola, tutte le avversità si possono affrontare stando insieme, nel gruppo di persone care con cui si è scelto di affrontare il cammino. Rileggere Il mago di Oz, specialmente nella meravigliosa versione animata e coloratissima di MinaLima, è dunque un modo per assorbire un po’ di ottimismo con cui affrontare il nuovo anno.
A chi si sente sempre un po’ bambino e scopre nelle fiabe di un tempo significati sempre nuovi; a chi sogna con i volumi da collezione illustrati MinaLima; a chi crede nella dell’empowerment per la (auto)determinazione della vita dei singoli. 

Cecilia consiglia: 
“L'arte di essere Bill Murray” di Gavin Edwards (Blackie)
Perché: perché la nostra quotidianità sarebbe evidentemente migliore se seguissimo l'esempio di Bill Murray, ovvero se, come lui e a dispetto di tutto, la affrontassimo comunque coltivando "la gioia, lo zen e l'abitudine di imbucarci alle feste"; perché Gavin Edwards ha scritto una monografia fuori dai canoni, che oltre a raccontare questo eccezionale artista nel suo percorso di vita e di carriera ne descrive l'attitudine nei confronti della realtà e dei suoi simili riuscendo a trasformare quello che sarebbe stato un banale resoconto in un volume ricco di suggerimenti e di sorprendente positività; perché gli "imperativi suggestivi" che compongono il decalogo del Bill Murray's Way of Life sono quanto di meglio si può tenere a mente per dare una svolta all'insù alle proprie giornate (e nottate).  
A chi: ai fan di Bill Murray, ovviamente, che non resteranno delusi da questa sua biografia così sui generis e la vorranno tenere sempre a portata di mano per una consultazione veloce; a chi sente di avere bisogno di consigli efficaci su come vivere meglio la propria vita ma è scettico nei confronti dei classici libri di self help; a chi vuole sperimentare una nuova filosofia del "divismo", in cui l'ispirazione offerta dalla star carismatica di turno passa attraverso un racconto esistenziale fatto di irresistibile surrealtà; a chi crede nel conforto delle presenze angeliche, perché tra le molte leggende che circolano su questa incredibile figura pop del nostro tempo ce n'è una che lo vuole in missione sul pianeta Terra per conto di un non meglio specificato Mittente Superiore.

Cecilia consiglia anche: 
“Scandalosamente felice” di Gaia de Beaumont (Marsilio) 
Perché: perché la storia della nigger d'America più famosa e amata della Vecchia Europa è la storia di un riscatto avvenuto a dispetto di ogni pregiudizio, ostacolo e limite, e come tale infonde fiducia nella volontà, nel desiderio e nella determinazione; perché Gaia de Beaumont ha raccontato la biografia di una donna e di un'artista i cui alti e bassi furono sempre altissimi e bassissimi offrendo un modello vero e possibile pur nell'eccezionalità della sua vicenda, dunque vicino e credibile proprio per le miserie interiori ed esteriori, per le disgrazie private e pubbliche; perché le vicissitudini di questa indimenticabile diva del Novecento sono l'esempio eccellente di che cosa siano disposti a subire il corpo e lo spirito pur di esultare nell'unica dimensione possibile: quella dell'oggi, dell'adesso, del qui A chi: a chi si sente solo, emarginato, insignificante, da sempre confinato nella categoria dei perdenti per questioni di nascita, censo, privilegio; a chi ha bisogno di un modello vincente a cui ispirarsi, e tuttavia ne cerca uno privo di quella perfezione che lo farebbe sentire inadeguato nell'intraprendere il proprio percorso verso la realizzazione personale; a chi ha sempre diffidato del successo, della gloria e del denaro come sinonimi di felicità, ma ha ancora bisogno di credere che questa sia un diritto da rivendicare addirittura con ferocia, persino quando si è seduti in trono sul cumulo delle proprie rovine.
 
Cecilia consiglia infine: 
“Capolavoro d'amore” di Ruggero Cappuccio (Feltrinelli)
Perché: perché non c'è esistenza peggiore di quella condotta senza fiducia alcuna nella bellezza, soprattutto quando questa cade in rovina per colpa della propria personale incuria e indifferenza; perché la vicenda di Manfredi Lanza, sullo sfondo di una Palermo in cui è sempre vivo lo scempio del furto della celebre Natività caravaggesca di San Lorenzo, è la storia di una rinascita personale a cui fa da contraltare il destino di un capolavoro della pittura, che nella sua assenza non ancora vendicata continua a chiedere di proteggere quanto di prezioso e di inestimabile c'è nella nostra vita.    
A chi: a chi si sente ostaggio dei fantasmi del passato e vorrebbe finalmente liberarsi dalla loro possessione, ben sapendo che questo significa una sola cosa, ovvero affrontarli una volta per tutte; a chi non riesce più a trovare conforto e speranza nemmeno nella bellezza dell'arte e ha di nuovo bisogno di credere che questa possa ancora manifestarsi e anzi rinnovarsi di continuo; a chi ha bisogno di una storia sui generis (e non priva di barocchismi di forma e di sostanza) che lo faccia confidare di nuovo nel potere degli incontri fatali, delle coincidenze insospettabili, delle corrispondenze insperate, e anche di quelle soluzioni ai più complessi drammi esistenziali che, proprio come in un quadro del Seicento, arrivano come lame di luce improvvisa a tagliare di netto la disperazione più nera.  
 
Deborah consiglia: 
“Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen 
Perché: non solo perché è un classico. Ma perché ci dona il piacere di sognare un amore romantico e allo stesso tempo la sagacia di ridacchiare delle ipocrisie sociali, dei benpensanti e delle maschere da indossare per "cercare marito" e fare bella figura. Un libro perfetto, leggero e ironico, ma anche profondo nella capacità di narrare le dinamiche sociali e familiari. 
A chi: a chi ha la voglia di tuffarsi in un passato sognante per poi scoprire che certe cose, in fondo, non cambiano mai. A chi non teme la "lentezza" della scrittura ottocentesca, a chi ama i personaggi femminili forti e impertinenti. 

Giada consiglia: 
“Chimica” di Weike Wang (Clichy)
Perché: perché ci vuole molto coraggio a rimettersi in gioco, a rimescolare le carte e prendere strade che non erano tracciate. La protagonista di questo romanzo, di cui non conosceremo mai il nome, sconvolge la propria esistenza, proprio nel momento in cui tutto era perfetto; ma è proprio in quel momento che si sofferma a pensare sulla vita e su quanto si senta felice. Nata in una famiglia di cinesi immigrati, ha un compagno, anche lui chimico, con cui convive e all'apparenza tutto sembra perfetto. Il rapporto di coppia le sembra appagante e la carriera, nonostante le difficoltà, procede veloce, ma a un certo punto inizia a domandarsi: è quello che voglio o lo faccio solo per compiacere gli altri? È alla fatidica domanda di matrimonio del compagno che si apre una profonda crisi esistenziale che la porterà a scombussolare tutta la sua vita. Lascia il compagno e il dottorato, intraprendendo altre strade diverse da quelle pensate. Chimica di Weike Wang è un inno al coraggio perché ce ne vuole molto per tornare sui propri passi ma è così che la protagonista cercherà il suo lieto fine. 
A chi: a chi ama immergersi in romanzi in cui ironia e profondità vanno di pari passo, a chi vuole affezionarsi alla protagonista, facendola quasi amica, a chi non ha paura di cambiare qualche carta in tavola. 

Giulia consiglia: 
“Squisita Luisa” di Eugène Savitzkaya (Prehistorica)
Perché: dovessimo pensare a opere letterarie in cui si racconta il rapporto madre-figlia, avremmo solo l'imbarazzo della scelta. Diversa è la questione quando si parla di padri che tra le pagine dei libri hanno meno voce. Con "Squisita Luisa" di Eugène Savitzkaya ci immergiamo nel delicato, per quanto non privo di difficoltà, rapporto tra un padre e Luisa, la sua secondogenita, principessa dal carattere deciso. Una prosa poetica in cui tutte le tappe del rapporto – dalla velocità della bambina nella crescita ai piccoli bisticci per mangiare frutta e verdura – sono avventure, viaggi fantastici per combattere mostri e trionfare. Anche la forma grafica del testo, tutto scritto in rosa, non fa che sottolineare la delicatezza e la tenerezza di questo legame che si costruisce giorno per giorno. 
A chi: a chi ha la curiosità di vedere il rapporto genitoriale in letteratura con una lente nuova: privilegiando anzitutto la visione paterna e vivendo le tappe di vita della figlia come un poema in cui anche gli inevitabili scontri hanno il sapore delle avventure cavalleresche. 

Gloria consiglia:
“Le balene mangiano da sole” di Rosario Pellecchia (Feltrinelli) 
Perché: è difficile portare il buonumore senza scrivere un romanzo umoristico o risultare ingenui. Con Le balene mangiano da sole Rosario Pellecchia compone una storia piena di temi importanti, dalla ricerca di una famiglia alla ricerca della propria strada, dalla nostalgia per la città d'origine allo sfruttamento sul lavoro di tanti giovani rider, dalla solitudine di tante persone sole in una grande città alla curiosità per le vite degli altri, dalla voglia di aprirsi a un nuovo amore al ricordo di quello passato, dalla passione per il Napoli al desiderio/paura di cercare il proprio genitore... E potremmo continuare, ma su tutti portiamo l'attenzione su un argomento bellissimo e non comune: l'amicizia tra un ragazzo di più di vent'anni e un dodicenne. Sembrerebbero due età difficilmente compatibili, e invece Luca e Genny hanno tanto in comune... 
A chi: a chi crede che l'amicizia non abbia età e che serva un po' di fiducia per aprirsi agli altri, mantenendo sempre viva la curiosità di conoscere gli altri e la disponibilità a farsi conoscere. 


Gloria consiglia anche: 
“Se l'acqua ride” di Paolo Malaguti (Einaudi) 
Perché: sono le nostre origini, in buona parte, a renderci chi siamo, e ripercorrerle attraverso un racconto commosso, a tratti ironico, altrove pieno di saggezza popolare è una via per non dimenticarle mai. Paolo Malaguti in questo splendido romanzo, particolarmente toccante, riesce a farci assaporare un mondo perduto, a bordo della barca di famiglia sulla laguna di Venezia e lungo il Po. La crescita del protagonista, Ganbeto, avviene accanto alla sua famiglia ed è indimenticabile il nonno Caronte, figura narrativamente riuscitissima, con un suo ruvido romanticismo e una concezione pragmatica della vita. 
A chi: a chi cerca una formazione insolita, sull'acqua, a bordo di una barca che porta con sé la storia di una famiglia intera e la consapevolezza che quel mondo sta per finire. Un po' di malinconia si mescola a parecchia ironia nel tratteggiare le marachelle del protagonista e le battute venete, efficaci e dirette, di nonno Caronte. 

Sabrina consiglia: 
“Il nido delle cicale” di Anna Martellato (Giunti)
Perché: perché a gennaio si riparte, ricomincia il giro del tempo, il rincorrersi dei mesi. E con l'arrivo di un nuovo anno, gennaio è, spesso, il mese dei buoni propositi, della volontà di un nuovo inizio. Come quello che Mia, la protagonista di questo romanzo, desidera, pur senza confessarselo apertamente. Basterà tornare nella casa dell'infanzia, che profuma di lago e di sole. Buttarsi alle spalle il passato, cercare di rimediare, se ancora possibile, a qualche errore, recuperare un affetto: si può fare. E Mia lo scoprirà giorno per giorno, finché riuscirà a liberarsi dalla crisalide del passato. Come quella che le cicale abbandonano in estate per vivere la loro unica stagione. Un romanzo che tocca tante corde e che si legge con gli occhi e anche con il naso: gelsomino, timo, calendula, menta, salvia, partenio, rosmarino, lavanda sono i fiori che circondano la villa di Mia. E nel freddo di gennaio richiamare alla memoria olfattiva qualche anticipo di primavera aiuta a sognare. 
A chi: a chi ama le storie di redenzione, a chi crede che si possa rimediare a un errore, a chi è convinto che il passato, che non va rinnegato perché è la nostra storia, possa in qualche modo ancora insegnarci ad affrontare il presente. A chi vuole iniziare l'anno nuovo con una bella storia e un finale che lascia aperta la porta alla speranza.

Sabrina consiglia anche: 
“L'ultima testimone” di Cristina Gregorin (Garzanti)
Perché: perché liberarsi di un segreto, spesso, è un esercizio liberatorio, soprattutto se questo segreto incombe sul cuore come una coperta nera che impedisce di prendere aria, costruirsi una vita leggera e normale. E' quello che capita a Francesca, la protagonista del romanzo d'esordio di Cristina Gregorin, ambientato nella Trieste del dopoguerra, un'epoca terribile di vendette, delazioni, rese dei conti. Sullo sfondo di una città lacerata da mille contraddizioni, Francesca assisterà a qualcosa che la segnerà per la vita. E ora, alla soglia dei 60 anni, qualcuno la richiama alla verità. Francesca tentenna, troppa la tentazione di non disseppellire quel qualcosa che tanto l'ha fatta soffrire e che l'ha ingabbiata dentro se stessa. Ma poi capisce che il destino finalmente le dà una seconda possibilità: liberandosi del proprio fardello potrà finalmente tornare a vivere. 
A chi: a chi sta cercando un'occasione per aprirsi, a chi desidera iniziare l'anno più leggero e aprirsi al vento del cambiamento, a chi sente di avere un peso sul cuore e sta aspettando il momento più adatto per liberarsene e guardare al futuro con occhi nuovi e speranze lucidate.

Valentina consiglia: 
“La supplente” di Cristina Frascà (Garzanti)
Perché: Anna è una supplente di lettere che vive un fragile equilibrio, sia lavorativo che amoroso: da una parte spera in qualche chiamata di supplenza un po' più lunga del solito, dall'altra vive in attesa di un amore che sembra ancora troppo lontano da lei. Tutto cambia quando, un giorno, riceve una convocazione per un incarico annuale, presso una scuola alberghiera: per Anna inizierà una nuova avventura, piena di ostacoli ed imprevisti, ma anche di divertimento e soddisfazioni. Come nelle migliori favole, non può mancare il principe azzurro: un nuovo affascinante vicino di casa che, guarda caso, necessita di qualche lezione di italiano. E chi, se non la nostra Anna, insegnante di lettere, può dargli una mano? 
A chi: a chi è in cerca di leggerezza e vuole leggere un libro fresco e vivace. Un'opera che ci fa sorridere in più punti e che regala un po' di serenità, oltre che una decisa speranza per il futuro.