Victorian psyco
di Virginia Feito
Mercurio Books, novembre 2025
Traduzione di Clara Nubile
pp. 207
€ 17 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
L'ingresso della casa mi fa un cenno dall'altra parte di un campo di bucaneve: quei fiori mi fanno pensare a un gruppo di donne con le teste chine sotto le cuffiette, in segno di deferenza. Mi avvicino alle porte di legno tempestate di chiodi, la gonna del mio abito striscia tra i fiori con l'entusiasmo di una falce. È l'inizio dell'autunno, il freddo comincia a farsi sentire, e nel giro di tre mesi tutti gli abitanti della casa saranno morti. (p. 21)
Ormai non è più un segreto che Mercurio Books sia la mia rivelazione dell'anno: tra l'anno scorso e questo, ho avuto modo di leggere sei o sette dei loro testi pubblicati e non ce n'è stato uno che non mi sia piaciuto. Non fa eccezione questo nuovo romanzo di Virginia Feito, autrice spagnola che avevo scoperto nel 2022 con il suo Mrs March. La moglie dello scrittore edito da HarperCollins.
Anche in quel caso - romanzo che potremmo catalogare come psyco-thriller - la protagonista era una donna dalla personalità disturbata, che parlava a se stessa, emotivamente instabile, debole, manierista, eppure risoluta nei suoi propositi omicidi.
In Victorian psyco (ecco che torna questo termine) troviamo una protagonista molto simile, Miss Notty, un'istitutrice assunta dalla famiglia Pounds per educare i due rampolli capricciosi, Drusilla e Andrew. Ci troviamo in piena epoca vittoriana e il setting per la nostra storia è una dimora nobile immersa nella brughiera inglese, Ensor House. Miss Notty ci arriva a tre mesi dal Natale e immediatamente, svelando subito i suoi propositi, ci dice che alla fine di quei tre mesi tutti gli abitanti della casa saranno morti. Ovviamente per mano sua.
Dunque qui non si tratta di svelare un mistero - è manifesto e dichiarato sin dalle prime pagine - ma di capire come avverrà questo massacro. Lo capiamo non solo dai suoi intimi pensieri - il romanzo è in prima persona con punto di vista proprio di Miss Notty - ma anche dalle fantasie macabre che esprime arrivando alla dimora: le sue metafore rimandano a mutilazioni, cimiteri, morti e fantasmi nei termini espliciti di coltelli, falce, viscere strizzate, ed espliciti sono anche i rimandi al sesso.
Insomma Miss Notty è un'istitutrice, e una donna, sui generis.
Affondo il viso in un catino di acqua fredda. Mi accovaccio sul vaso da notte, mi tremano le cosce per il peso del corpo mentre svuoto la vescica. Seduta sul letto, indosso i miei mutandoni con la cucitura aperta, con il sesso che struscia contro il copriletto a motivi intrecciati, e mi tiro su le calze di cotone bianco ereditate da mia madre. Sul bordo superiore delle calze aveva ricamato: Resisti al male. Un promemoria incoraggiante. Mi lego le tasche attorno alla vita. Pesco nel sacchetto di calicò, tiro fuori un bottone e tre unghie. (p. 32)
L'atmosfera in cui è immersa la vita dei personaggi ricorda molto Cime tempestose, e condivide col romanzo di Emily Brontë un certo erotismo, qui più spinto perché più esplicito, e tuttavia vi si discosta per una nota ironica che galleggia tra il sarcasmo e la crudeltà. Miss Notty indugia nelle sue fantasie su corpi deturpati, bambini uccisi, animali torturati, spinta da un'anima nera e toccata dal Demonio che lei chiama Oscurità, un essere quasi vivo che decide cosa va fatto e cosa no. E con questo voglio dire che decide chi, come e quando uccidere.
A questo mood si aggiunge anche una certa passione per l'arte pittorica: vi sono molti rimandi a quadri di Rembrandt - appena Miss Notty entra nel salone principale di Ensor House descrive il dipinto Il bue macellato del pittore olandese, che calibra subito le sue intenzioni e profetizza il futuro della casa - a Caravaggio, Tiziano. Quadri tendenzialmente molto scuri, sanguinolenti. Infine, la nostra protagonista, spesso, si rivolge direttamente al lettore, come a volerlo rendere complice e partecipe.
«Si, ma non tollereremo alcun tipo di punizione corporale sotto questo tetto», si affretta a chiarire Mrs Pounds.
Annuisco. A quanto pare, adesso va di moda non dare schiaffi ai bambini.
«Di fatto, preferiremmo che non toccaste per niente i bambini», aggiunge Mrs Pounds.
«Non li guarderò nemmeno», dico con voce allegra. Nel mio annuncio su «The Times» garantivo di essere "di indole buona".
«Miss, ehm...» Mr Pounds fa un cenno di mano nella mia direzione, con un verso stizzito, come se dimenticarsi il mio nome fosse in qualche modo colpa mia.
«Winifred Notty», dico.
Caro lettore, immagina che a questo punto, nel nostro primo incontro, io ti faccia l'occhiolino. (p. 26)
Dunque Miss Notty prende servizio presso Mr e Mrs Pounds, fa la conoscenza dei bambini, della servitù e subito dichiara che tutti gli stanno sulle scatole. Inevitabile, viste le premesse. Però, ci si chiede: perché proprio in quella casa? Perché Miss Notty ha insistito per farsi raccomandare come istitutrice proprio a Ensor House? Un mistero che verrà svelato gradualmente e che giustificherà alcune delle sue azioni violente.
Alcune. Perché altre saranno compiute solo per puro piacere.
Vede spiriti e fantasmi, sente voci, ha fantasie macabre sugli abitanti della casa e la servitù, fantasie anche erotiche nei confronti di entrambi i sessi, riesce a percepire non solo la sua Oscurità, ma anche quella degli altri. Ora, non sapremo mai se quello che sente e vede sia frutto della sua mente disturbata o se realmente abbia questo potere, ma in realtà al lettore interessa poco: quello che interessa è seguirla nei suoi piani di vendetta. E dico seguirla di proposito, perché - nonostante sia un testo non proprio leggero, poco adatto a stomaci deboli - Miss Notty è irresistibile, magnetica, dalla malvagità lasciva. La penna di Virginia Feito è così ammaliante che quasi si empatizza con una donna omicida.
Seguiamo Miss Notty nei tre mesi che precedono il Natale: feste, piccoli drammi quotidiani, Drusilla e Andrew bambini insopportabili, piccole crudeltà da parte di Mrs Pounds, avances più o meno palesi di Mr Pounds. Poi, un "incidente" o due. Molto sangue, una soffitta, quadri che modificano i loro volti di notte.
«Istitutrice, avete mai bevuto una miscela delicata come questa?», domanda Mrs Fancey, mostrandomi la tazza e il suo contenuto color oro.«A casa, bevevamo la morte», rispondo.
Davvero. Pioggia filtrata attraverso le tombe sovrappopolate e fatiscenti, e colata dagli strati di terra e carne putrescente: colava nelle sorgenti vicine che fornivano l'acqua da bere a Hopefernon.
Le donne mi fissano con lo sguardo inebetito. «Da brivido», commenta Marigold. (p. 99)
Poi, arriva la fatidica Vigilia di Natale. Con una grande sorpresa, sorpresa di cui il lettore non ha assolutamente cognizione in anticipo.
Il romanzo è veramente notevole: uno stile talmente magnetico da volerne di più; alcune pagine quasi si possono odorare, toccare, tanto vivide sono le descrizioni; immagino, visto il genere - che direi spaziare dall'horror al thriller, con un bel pizzico di gore e body horror - che se fosse stato pubblicato a puntate sarebbe potuto benissimo essere un penny dreadful (tipici dell'epoca vittoriana, fascicoletti che contenevano storie di genere horror, gotico e popolare).
Feito ci regala una protagonista indimenticabile, diversa da tutte le altre.
Mi sembra un mix perfettamente riuscito di Penny Dreadful - la serie con Eva Green, ingiustamente sottovalutata - Il profumo di Patrick Süskind - chi l'ha letto sa di che parlo, soprattutto nei riguardi del finale - e Cime tempestose. Più perfetto di così, si muore.
Una delle mie letture più belle di questo 2025.

Social Network