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"Scarpette da ballo" di Noel Streatfeild: un classico che piace anche agli adulti.

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Scarpette da ballo 
di Noel Streatfeild 
Blackie edizioni, ottobre 2025 

Traduzione di Angela Ricci 

pp. 238
€ 19,90 (cartaceo) 
€ 11,99 (ebook) 

«Un capolavoro»: è così che «The Daily Telegraph» definisce Scarpette da ballo, il classico di Noel Streatfeild, rispolverato in una nuova edizione da Blackie edizioni. Il romanzo vede la luce nel 1936 in Inghilterra e si afferma come un fondamento basilare della letteratura nazionale, imprescindibile per la formazione delle nuove generazioni inglesi. Il successo diviene tale che Streatfeild pubblica una serie di altri romanzi con al centro «scarpette» di altri tipi – da circo, da festa. Si tratta di romanzi dolci, accoglienti, ottimi per terminare o accompagnare la giornata in una nuvola di zucchero. 

In apertura del romanzo Scarpette da ballo, il lettore fa la conoscenza di Zim – ovvero Zio Matthew – che vive da solo con la sua parente Sylvia, la domestica Nana e il personale di servizio in una casa gigantesca, che riempie dei ninnoli delle sue peregrinazioni, ma soprattutto di una delle sue grandi passioni: i fossili. Un giorno, però, di ritorno da un lungo viaggio riporta nella casa di Cromwell Road una neonata dalla pelle chiara e dai pochi capelli dorati, reduce da un naufragio in cui la sua famiglia ha trovato la morte. L'opinione è unanime: la piccola Pauline deve far parte della famiglia. Giusto un anno dopo, Zim ripete la scena, presentando alle abitanti della casa un altro reperto di viaggio, un'altra neonata trovata per caso. Il suo nome sarà Petrova, accolta in casa come la neonata precedente; ma Sylvia e Nana avvertono Zim: non c'è spazio per un'altra bocca. Sarà solo qualche anno dopo che l'uomo presenterà alla porta della casa di Cromwell Road Posy, il cui nome è stato scelto dalla madre povera e vedova prima di affidarla a Zim. 

È questo il punto di partenza di un romanzo che ruota intorno alla crescita delle tre bambine, che vivono come sorelle e decidono di portare un cognome tutto loro, Fossile. Sebbene Zim non si vedrà per tutto il corso del romanzo, la sua importanza rimane intatta: il destino lo ha scelto per fare unire e crescere insieme queste bambine sconosciute le une alle altre. La storia si sviluppa intorno a un'occasione cruciale: nonostante l'indigenza, le tre Fossile sono ammesse all'interno della scuola di danza di Madame Fidolia e qui i talenti della maggior parte di loro diventeranno leve per un futuro più radioso. 

La maggior parte, sì, perché Pauline e Posy dimostrano doti artistiche raffinate. L'una, anche se solo una ragazzina, recita Shakespeare come un'attrice navigata; l'altra non perde occasione per danzare, i suoi piedi non riescono a stare fermi un attimo, anche a costo di sembrare un'esibizionista di fronte alle sorelle e alle modeste domestiche. Petrova, invece, è dedita alla tecnologia, alla meccanica e a ogni attività che le fa sporcare le mani, incontrando il biasimo di Nana. L'esperienza crudele della povertà si trasforma in un'opportunità formativa, come accade nei migliori classici dalla narrazione positiva. Quando le tre sorelle Fossile vedranno la loro casa occupata da inquilini in affitto, cercati appositamente per fronteggiare le spese, avranno modo di conoscere il mondo esterno, la varietà umana e di sviluppare la curiosità, fondamentale per le propensioni di ognuna di loro. 

Scarpette da ballo è un romanzo che prende dall'inizio alla fine, anche se è una storia per ragazzi e ragazze che sa di altri tempi e di un mondo buono, in cui si può sperare solo fino a una certa età. O forse piace proprio per tutti questi motivi. Le pagine sono disseminate di oggetti eleganti, come collane, abiti in velluto, nastri per i capelli, e scenari brillanti, come il teatro e il palcoscenico, persino i set hollywoodiani. L'arte e la bellezza, infatti, sono le tematiche centrali del romanzo: le tre sorelle, anche se povere e in obbligo morale e personale di lavorare dai dodici anni di età, conoscono la bellezza perché appassionate ed entusiaste. Anche Petrova, l'unica in condizioni più difficili rispetto alle altre e con la quale si empatizza maggiormente, tutto sommato appare felice perché motivata a ballare per aiutare la famiglia. L'amore e la dedizione sono il motore genuino per andare avanti nonostante tutto. 

«Renderemo il cognome Fossile importante» (p. 39) è la promessa che le tre sorelle fanno per loro stesse e per aiutare Nana, Sylvia e il resto del personale. È il tema della sorellanza a rendere così piacevole l'esperienza di lettura di un classico in cui non ci sono antagonisti, ma solo prove di resistenza alla vita. Unicamente con il legame affettivo le tre sorelle, così diverse ma così unite, anche senza una goccia di sangue in comune, riescono a superare ostacoli e rafforzarsi a vicenda. La trama non è poi tanto articolata e di scene che si ripetono ce ne sono molte, tuttavia non si avverte noia, semmai una sensazione di accudimento, come se si udisse una nenia. Lo stile di Streatfeild è leggero e scorrevole, ma non superficiale, bensì caratterizzante, sia in forza della prosa sia nei dialoghi con i quali conosciamo meglio le tre sorelle, di cui, giunti all'ultima pagina, si sentirà la mancanza. 

Camilla Elleboro