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L'immaginazione non ci seppellirà: un pamphlet di Matteo Meschiari spiega perché "fiction is action"

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La grande estinzione.
Immaginare ai tempi del collasso

di Matteo Meschiari
Armillaria, 2019

pp. 82
€ 10,00 (cartaceo)



È un dato di fatto, al netto dei soliti negazionismi ipocriti e interessati: il pianeta in cui viviamo non gode certo di ottima salute, anzi. Ma se per salvarlo dovesse scegliere tra bellezza e immaginazione, un autore come Matteo Meschiari opterebbe per la seconda. Perché la prima è stata troppo spesso e troppo a lungo malintesa, e nella sua abitudine a farsi determinare in relazione alle epoche, ai contesti e alle culture ha perso i suoi caratteri di assolutezza per ridursi a mero adeguamento al canone di volta in volta vincente. L’immaginazione, invece, no. Perché immaginare è un verbo che non tende alla definizione, per quanto transitoria, semmai alla ri-definizione costante e continua, e nel momento storico in cui stiamo vivendo non c’è nulla che si ponga come più necessario di un totale ripensamento dei nostri paradigmi di azione e di pensiero, i quali saranno “belli” solo una volta che saranno diventati finalmente anche “buoni”. Nel suo ultimo libro appena pubblicato per Armillaria – La grande estinzione. Immaginare ai tempi del collasso – l’autore parla proprio di questo: del potere concreto e fattivo della fiction ai fini della nostra sopravvivenza.

È “l’argomento degli argomenti” quello scelto dallo scrittore e saggista, il tema che negli ultimi anni ha suscitato dibattiti, originato allarmismi, creato personaggi e – non da ultimo, e come era prevedibile – inaugurato nuovi trend nel campo dei social network, delle produzioni audiovisive, dell’editoria. Ma si capisce subito, fin dalle primissime battute, che le ragioni dell’autore non hanno nulla a che fare con le pur esistenti mode del momento. Anche perché Meschiari non prende la parola per esprimere un’opinione o suggerire una soluzione, bensì per mettere ulteriormente in crisi il suo lettore; lettore che sarà senza dubbio già al corrente, e prevedibilmente poco confortato, circa le catastrofi in corso o a venire dovute ai cambiamenti climatici, tutte legate tra loro in un irreversibile effetto-domino. Nessuna elencazione di dati, nessuna sfilza di percentuali, nessuna disamina di posizioni critiche autorevoli chiamate a conferma o a smentita di tesi e ipotesi: niente di tutto ciò. Il quid di questo libricino di nemmeno cento pagine è invece un appello al potere dell’immaginazione come unica via effettivamente esplorabile e percorribile per evitare il precipizio che ogni mappa sembra indicare come tappa ultima del cammino dell’umanità. Una ben modesta proposta, verrebbe da dire a tutta prima. Eppure, con la stessa capienza delle parole-baule e con l’efficacia di certi comuni denominatori, proprio “immaginazione” si impone come il significante/significato da cui far scaturire e a cui ricondurre ogni nostra nuova iniziativa volta alla sopravvivenza del pianeta e di tutto ciò che lo abita.

Più che porsi nei termini di una trattazione organica con tesi/antitesi/sintesi, quello di Matteo Meschiari si offre al lettore come un lungo ragionamento suddiviso per punti, corrispondenti a brevi e brevissimi capitoli (più simili a paragrafi o addirittura capoversi, e introdotti da titoli evocativi) nei quali l’autore ribadisce la centralità salvifica dell’atto immaginativo, mostrandone tutte le declinazioni e implicazioni. Accettata l’equazione “fiction is action”, ecco dunque che diventa subito centrale la qualità degli esercizi finzionali che quotidianamente, costantemente compiamo in modo attivo e passivo tramite la letteratura, la musica e le arti visive, e nondimeno nel progettare il nostro modus vivendi di oggi e dunque di domani. Ridiscutendo in modo originale questioni come l’adattamento, l’educazione, l’incubo, il sogno, la distopia e l’utopia, l’autore ci ricorda i vantaggi di quella che gli piace chiamare “geografia fantastica”. In più, convinto com’è che collasso ambientale e collasso cognitivo siano collegati, Meschiari invita a un esercizio costante e continuo di conoscenza creativa che sia davvero funzionale all’approccio rispetto alle problematiche che assediano il presente, oltre l’infinito ritorno dei circuiti narrativi d’evasione (a maggior ragione se programmaticamente apocalittici); un’immaginazione che non sia, dunque, una via di fuga verso un altrove o un Eden perduto, ma una mappa per abitare al meglio e in prospettiva il nostro hic et nunc.

Ancora una volta e come ormai sembra essere nel suo stile - che fa venire in mente il precedente Bambini. Un manifesto politico, pubblicato nel 2018 sempre da Armillaria - in questo ultimo pamphlet polemico Matteo Meschiari lascia i suoi lettori in balia di più domande che risposte, e con l’invito esplicito e sfacciato alla (messa in) discussione intesa come unica chance di salvataggio. Se è vero che siamo prossimi al collasso e se è vero che le peggiori profezie si avvereranno se continueremo a non fare niente per evitarlo, il nostro futuro dipenderà sempre più da atti verbali performativi che non da sterili parole, più da immaginazioni creative che non da simulacri generati per eccesso di (auto)produzione. Con il suo stile semplice, diretto, a tratti brutale e paradossale senza mai compiacersi degli evocati non-sense e senza mai perdere i riferimenti colti – peraltro esplicitati anche nella bibliografia finale dal titolo Per una mappa de re-immaginario nell’Antropocene, articolata in due sezioni: Verso il romanzo diffuso e Verso il saggio globaleLa grande estinzione è un libro che vuole scuotere le coscienze senza indottrinarle, che invita a documentarsi, a prendersi sul serio evitando di cadere nella trappola del serioso, per assumersi individualmente le proprie responsabilità. Piacerà senza dubbio a chi ha già a cuore i problemi dell’ecologia e della salute del pianeta, e forse, in virtù della sintesi senza scampo che ne caratterizza i capitoletti, rappresenterà il perfetto libro da regalare a chi fino a questo momento si è dimostrato sordo al dibattito a favore dell’ambiente, liquidando il tutto come predica, sermone, chiacchiera oziosa da privilegiato salotto borghese.

Cecilia Mariani




Sarà vero che "fiction is action", ovvero che "immaginare" è già "agire"? Matteo Meschiari ne è convinto, al punto che ha eletto l'intelligenza creativa a leva privilegiata per sollevare il mondo dal suo stato di pessima e preoccupante salute. Perché il peggio che potrebbe ancora capitare a questo pianeta così malandato e alle prese con un mutamento climatico violento è l'atrofia intellettuale e fantasiosa degli esseri umani che lo popolano. La recensione di Cecilia Mariani a questo pamphlet che lascia il lettore con più domande che risposte, pubblicato da Armillaria @armillaria_edizioni, tra pochi giorni sul sito! 🌍🌏🌎 #libro #book #instalibro #instabook #leggere #reading #igreads #bookstagram #bookworm #booklover #bookaddict #bookaholic #libridaleggere #librichepassione #libricheamo #criticaletteraria #recensione #review #recensire #recensireèmegliochecurare #matteomeschiari #armillaria #lagrandeestinzione
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