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#UnLibroPerLAvvento | Il mio Natale americano con Calvino, Sciascia, Ferrante e Camilleri

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Il calendario dell'avvento del fuori sede, studente o lavoratore, è completamente diverso da chi vive, studia o lavora vicino alla sua famiglia: è più un calendario dell'attesa del ritorno, in cui ogni giorno trascorso è un giorno in meno all'abbraccio dei tuoi cari e degli amici che, anche se vivono tutti ormai lontano dal 'paesello', si incontrano ogni anno come se il tempo non fosse passato.

Ma questo sarà il mio primo Natale lontana dall'Italia. Il mio calendario di quest'anno si è capovolto, dal momento che non prenderò costosissimi treni o aerei dell'ultim'ora... e mi sono chiesta: come portare un po' anche qui, dall'altra parte del mondo, tra persone che hanno una cultura completamente diversa e parlano un'altra lingua, quell'odore di casa e quella gioia del ritorno che per me è davvero l'essenza del Natale? Una delle decisioni che ho preso è stata questa: regalerò a ognuno dei miei nuovi amici americani uno dei miei libri italiani preferiti.

Ho così cominciato l'ardua ricerca, tra piccole delusioni - prima tra tutte: l'amatissimo Dialoghi con Leucò di Cesare Pavese è fuori stampa negli Stati Uniti da trent'anni - ma anche tante, tantissime sorprese. Prima sopresa: le copertine di Peter Mendelsund ai libri di Italo Calvino sono fe-no-me-na-li, minimal e deliziose. Dopo aver letto un'intervista all'illustratore sul New Yorker, sono rimasta incantata. Dopo decenni di amore/odio per le scelte grafiche di Oscar Mondadori per le opere di Calvino, ero seriamente tentata di spartire tra i miei nuovi amici l'intera bibliografia calviniana solo per queste copertine. Alla fine mi sono limitata: Le città invisibili per un'amica appassionata di Medioevo e urbanistica; le Lezioni americane per un'amica che crede al valore civile della bellezza e della letteratura. (Nota bene: ovviamente, il titolo dell'edizione americana non è Lezioni americane, ma Six Memos for the Next Millennium. Ovviamente.) 

Risvegliata dall'incantesimo calviniano, mi sono poi buttata a capofitto nella mia (scopertissima, qui non prendiamo in giro nessuno) sicilianità. A un amico appassionato di cucina regalerò Il cane di terracotta di Andrea Camilleri. Peccato non ci sia ancora una traduzione inglese della raccolta di racconti Gli arancini di Montalbano, che ho cercato disperatamente. Il cane di terracotta è però una delle storie più belle del 'Maigret siciliano', re dei pranzi in riva al mare tra un caso e l'altro, e la traduzione inglese di Stephen Sartarelli sembra davvero degna dello stile di Camilleri. Volevo un altro libriccino di sapore siciliano, ma anche di respiro internazionale, e ho poi scovato un'edizione inglese del Mare colore del vino, la più nota raccolta di racconti di Leonardo Sciascia. (Il "mare colore del vino" è il mare siciliano. Momento di commozione e di cuore-piccolo-piccolo. Forse comprare questi libri non è stata una buona idea e mi metterò a frignare davanti ai miei nuovi amici.) 

Ho completato la mia caccia col primo volume della saga napoletana di Elena Ferrante, L'amica geniale: sarà forse il regalo meno sorprendente, perché il successo della Ferrante è praticamente incontrastato anche qui negli Stati Uniti.

Insomma, questo Natale è stato per me l'occasione per stabilire un piccolo canone letterario nostalgico-sentimentale, dei libri e degli autori che sceglierei se mi chiedessero di parlare di me e della mia casa. Di solito si dice che per mettere davvero a fuoco un'immagine occorre allontanarsi, e questo è sicuramente vero per i gusti letterari: non ho avuto esitazioni, e ho saputo subito cosa avrei voluto regalare col cuore, e a chi. Nel momento in cui viene pubblicato questo piccolo pezzo probabilmente i miei amici staranno scartando i loro libri e io starò spiegando loro il perché di ciascun regalo coi lucciconi agli occhi. A prezzo di un po' di commozione, sono riuscita a portare un po' dell'odore di casa anche qui, dall'altra parte del mondo.

Laura Ingallinella
@lauraingalli