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Quante Daria in "Nostra solitudine"! Un personal essay variegato, eppure sorprendentemente unitario

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Nostra solitudine
di Daria Bignardi
Mondadori, ottobre 2025

pp. 168
€ 19 (cartaceo)
€ 12,99 (ebook)

Non è un romanzo, non è un saggio. Me ne accorgo fin dalle prime pagine di Nostra solitudine – non me ne accorgo prima, leggendo il risvolto, perché con le opere di Daria Bignardi mi piace iniziare dalla prima pagina, senza anticipazioni. Perché so che troverà sempre il modo per coinvolgermi, per sorprendermi, a volte per farmi sentire a casa. 

Allora prendo con curiosità questo personal essay – avrei trovato un po' dopo questa definizione, perché a istinto lo avrei definito un "taccuino". Non ci sono date come in un diario, né la presunzione di erigersi a saggista, ma la sincera e trasparente volontà di dialogare con il lettore. E non si percepisce mai la verità, ovvero che questo è un testo monologante: Daria Bignardi fa dell'autenticità lo strumento principe per avvicinarsi al lettore e farlo sentire meno solo. 

E dire che si chiama Nostra solitudine, questo libro! Eppure, benché la nostalgia, il presente tutt'altro che rassicurante, i propri traumi, le perplessità e i problemi quotidiani non manchino, una curiosità costante verso il mondo consente di vedere tra le pagine sempre una luce. È la luce di chi vuole stringere mani, partire, imparare a conoscere sé stessa (attraverso l'autoanalisi e la terapia), confrontarsi con gli altri, senza smettere mai di mettersi in gioco. E non sorprende ciò che l'autrice ammette: 

Ho la mania di cercare soluzioni, l'illusione infantile di credere che con un po' di ingegno e iniziativa tutto si possa risolvere. (p. 78)

Questo approccio alla vita riguarda anche la Daria viaggiatrice, che non è mai solo una turista, ma si avvicina a luoghi, animali e persone con curiosità e al tempo stesso con rispetto: sono soprattutto i Paesi lontani a trovare spazio tra queste pagine, in viaggi spesso rischiosi, come quello in Palestina. E le conoscenze nei vari luoghi visitati vanno oltre la semplice presentazione: ci sono i visi, i nomi propri e soprattutto i racconti che uomini e donne fanno a cuore aperto, sentendosi accolti. 

Così ritroviamo spesso Daria-giornalista e cittadina del mondo, con un approccio cosmopolita, aperto a conoscere ciò che è diverso. Ma non ci deve sorprendere se in Nostra solitudine compaiono tanti altri aspetti di Daria Bignardi, anche quelli più personali e privati: c'è Daria-che-ama ed è stata delusa, Daria-madre, Daria-amica di tante persone dalle più diverse provenienze. Non può mancare Daria-gattara e, più in generale, animalista, che vorrebbe un cane, ma poi si rende conto che non è ancora il momento (perché vuole tutelare il cane e non accontentare semplicemente sé stessa). Incontriamo più volte Daria-online, che vorrebbe staccarsi dai social anche per ragioni ideologiche, ma poi ci ricasca e pensa di non riuscire a prenderne davvero le distanze. Forse è un modo per far fronte alla solitudine, o forse è un modo per testimoniare anche a sé stessa di esserci (ma questa è solo una mia ipotesi). E poi ritroviamo Daria-scrittrice e lettrice, a cui è impossibile non lasciare un consiglio di lettura, una riflessione metaletteraria o anche solo condividere con noi lettori e lettrici il suo sguardo attento sulle storie da raccontare.

Nostra solitudine è un testo ibrido che ha molto da dire, e fa decisamente sentire meno soli quando guardiamo il mondo in modo critico e al tempo stesso speranzoso. Nella struttura del frammento, che differisce per lunghezza, argomento, grado di approfondimento, si nota la libertà di inerpicarsi per un cammino scosceso con il bagaglio della propria esperienza unito all'umiltà di restare sempre in ascolto di chi si incontra sulla stessa strada, e magari si sente solo tanto o più di noi.

GMGhioni