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Una madre e una figlia unite nel cercare di ritrovare la propria serenità: "Le ore fragili" di Virginie Grimaldi

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Le ore fragili
di Virginie Grimaldi
edizioni e/o, settembre 2025

Traduzione di Alberto Bracci Testasecca

pp. 256
€ 18,50 (cartaceo)
€ 11,99 (ebook)


Siamo in tanti a combattere con le nostre nevrosi e le nostre angosce, non siamo casi isolati, siamo un esercito. E nel momento in cui lo capiamo ci sentiamo più forti. (p. 203)

La salute e i disagi mentali hanno un posto speciale nella narrativa di Virginie Grimaldi, che non ha mai nascosto il suo desiderio di sdoganare pregiudizi e tabù. I suoi personaggi sono persone che attraversano tempeste (come in Più grande del cielo o in Una vita bella), talvolta sentendosi invisibili agli occhi degli altri – della famiglia, di chi dice di amarli, del resto della società –, finché non arriva qualcuno, spesso sconosciuto, a dire che no, non si è davvero da soli (come in Quel che resta).  

Ne Le ore fragili, uscito quest'anno sia in Francia sia in Italia (con la traduzione di Alberto Bracci Testasecca), Grimaldi prende per protagoniste e io-narranti della vicenda due donne, madre e figlia, rispettivamente Diane e Lou. I loro punti di vista si alternano di capitolo in capitolo, e così osserviamo come Diane si trovi in un periodo particolare della sua vita di coppia: Seb, il secondo uomo più importante della sua vita dopo il padre di Lou, minaccia di lasciarla. La loro è una crisi che nasce dalla routine, dagli impegni che stancano e schiacciano il desiderio, dalla disparità di aspettative: ciò che va bene a Diane, a quanto pare, non basta più a Seb. Forse per questo turbamento e per i suoi tentativi di salvare la relazione, Diane è convinta di poter proteggere Lou, che ha la testa sulle spalle e che le racconta tutto. 

O almeno così crede Diane. Ma Lou non le racconta tutto; come ogni sedicenne, ha dei segreti che non tardiamo a conoscere, come una storia con un ragazzo ventunenne. E dunque eccola al consultorio per farsi prescrivere la pillola e "stare tranquilla" durante quei pomeriggi a casa con Hugo. Noi lettori avvertiamo fin da subito mille campanelli d'allarme appena assistiamo a un appuntamento tra i due, perché ci è fin troppo chiaro quanto Hugo sia interessato solo al sesso e non a una relazione, ma dobbiamo aspettare che Lou se ne accorga da sola, sperando che questo accada il prima possibile. 

E intanto si empatizza, con i suoi attacchi di panico, con la tristezza che le toglie il fiato, con quelle giornate no di cui Lou non sa darsi spiegazione. E si empatizza anche con Diane, che ignora cosa stia davvero succedendo alla figlia; eppure lei ha una storia di anni prima che potrebbe aiutare molto Lou, farla sentire meno sola in questo suo cammino di crescita così faticoso. Ed è anche per quella vicenda risalente ad anni prima che Diane, accortasi dei disturbi della figlia, sceglie di non restare a guardare e di affidare la ragazza alle persone che possono curarla. 

Portando avanti entrambe le storie in parallelo, Virginie Grimaldi mostra come la famiglia possa essere attenta ma non onnipresente, ma anche quanto le incomprensioni del passato possano creare fratture che si rinsaldano attraverso la parola. Ma anche questo richiede coraggio e, a volte, tempo. Ferite che si ricuciono e cicatrici che devono essere accettate per quello che sono si alternano in un romanzo in cui Diane e Lou vanno alla ricerca della serenità, di un equilibrio che porti le loro giornate a non essere un continuo camminare su una corda sospesa a dieci metri di altezza. 

Delicato e al tempo stesso incisivo, Le ore fragili è un altro bel titolo che i lettori di Grimaldi non potranno che apprezzare. Per la schiettezza, l'umanità, la capacità di raccontare due universi che rischiano di andare in pezzi.

GMGhioni