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Con Paul Richardot e il suo "Fragrancia": un workshop olfattivo a Milano, tra ricordi e spy-story

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Milano, 18 settembre ore 19:30. Come l'antieroe del romanzo, veniamo catapultati nella elegante e maestosa profumeria "50 ML", nel centro della città. Veniamo accolti con sorrisi e gentilezza dal meraviglioso team Garzanti, che ci invita prontamente a scendere le scale. L'evento sta per iniziare. Come ci apprestiamo a raggiungere il piano inferiore, veniamo invasi da un'armonia di profumi e fragranze talmente varia da disorientarci. Il laboratorio olfattivo che si apre ai nostri occhi è magnifico: su tutte le pareti e il mobilio, i profumi e le candele ci osservano, in attesa di essere scoperti. Il padrone di casa, Matteo, ci accoglie con entusiasmo e ci invita ad accomodarci alle nostre postazioni e a iniziare quello che si rivelerà essere un workshop olfattivo sorprendente. Ospite d'onore: Paul Richardot, al suo esordio come scrittore con l'opera Fragrancia. L'autore è laureato all' École Supérieure du Parfum di Parigi ed è una figura di rilievo nell'industria cosmetica. Nell'opera di Richardot i veri protagonisti sono i profumi, fragranze capaci di farci ricordare momenti belli e momenti tragici della nostra esistenza, ma andiamo con ordine. 

Fragrancia
di Paul Richardot
Garzanti, settembre 2025

Traduzione di Alessandro Mola

pp. 224 
€ 18 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)

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Il romanzo racconta la storia di un ragazzo di nome Hélias, che sogna di diventare Naso di una importante organizzazione segreta, Fragrancia per l'appunto. Questa misteriosa società, la cui privacy e il cui riserbo sui propri clienti la rende tanto misteriosa quanto intrigante, è capitanata da un'altrettanto eccentrica figura femminile, quasi mitologica, di cui si sa davvero molto poco. Scopo dell'organizzazione segreta: servirsi dei profumi per riportare a galla le emozioni passate, nel bene e nel male (dietro generosissimo e selezionato compenso).

Di norma la sostanza volatile memoriale, abbinata a un qualche odore familiare, entrava nelle cavità nasali, si faceva catturare dalle mucose dell’epitelio e risaliva fino alle ciglia vibratili, e da lì ai neuroni olfattivi. Questi ultimi, imbevuti delle capacità psicotrope della SVM, trasmettevano un impulso nervoso pervaso da informazioni così potenti che, una volta passato attraverso il bulbo, il messaggio che arrivava alla corteccia scuoteva tutta la regione limbica del cervello. L’amigdala e l’ippocampo, le due zone responsabili dell’elaborazione delle emozioni e del ricordo, vibravano con un tale intensità che, di concerto, i tre organi si attivavano per provocare delle allucinazioni sensoriali e memoriali. In gergo era un fenomeno noto come «immersione». (p. 27)

Il nostro protagonista soffre di attacchi di panico e ansia, stringe nella mano una moneta per non perdere il controllo, sviene quando è a disagio e preferisce rifugiarsi tra i profumi piuttosto che affrontare una conversazione con altri individui.

Quando aveva diciassette anni e uno psichiatra gli aveva diagnosticato una condizione di iperemotività, Hélias aveva accolto la notizia con un certo sollievo. Dare un nome al suo nemico era la prima tappa per combatterlo. Per tutta la vita si era sentito diverso dagli altri senza capire perché. Aveva notato, per esempio, che il modo in cui analizzava l’odore dei suoi interlocutori non era conforme alla normalità. Ogni istante, dunque, era un combattimento contro il suo handicap emozionale, ma anche contro la sua odiosa tendenza a sniffare qualsiasi cosa gli stesse intorno. (p. 40)

Un anti-eroe ben strutturato, che nel corso di tutta l'opera subisce una trasformazione caratteriale, una sorta di evoluzione impacciata, degna dei migliori romanzi di formazione. Si empatizza subito con Hélias, perché è umano, non è artefatto, non è industruttible, ma è il risultato complesso di tante piccole fragilità. La vita del protagonista si intreccia, di capitolo in capitolo, con quella di Nora, braccio destro di Cornélia (la capa e fondatrice di Fragrancia). Nora è una donna indipendente e risoluta, con una forte dipendenza da inalazioni. Il suo compito di dover risolvere situazioni di rischio e compromissione per l'azienda, la sottopone costantemente a continuo stress. Le loro vite quasi si scontrano e si uniscono quando l'utilizzo del talento di Hélias e le competenze di Nora servono a indagare su un caso di stupro, e tra colpi di scena e tantissimi profumi, sta al lettore "fiutare" il colpevole.

Questo laboratorio olfattivo ci ha permesso di "toccare con naso" la possibilità di capire quanto i nostri sensi abbiano potenzialità che non sfruttiamo fino in fondo. Scoprire di non saper distinguere, per esempio, il comunissimo odore di dentifricio, se non associato visivamente all'oggetto, rende bene l'idea di quanto dipendiamo dalla vista più che dall'olfatto. Se pensiamo ad esempio al formaggio Gorgonzola, ci viene subito in mente l'immagine del cibo in questione, non pensiamo all'odore e alla sensazione che ci provoca. Eppure, come ben sappiamo, non ha certo una fragranza delicata, cui possiamo restare indifferenti. Questa esperienza ci ha permesso di sperimentare diverse fragranze, tra le più disparate, scoprire come l'olfatto influisca sui nostri ricordi sensoriali e come talvolta non "sentiamo" davvero ciò che ci circonda. I bravi profumieri hanno la capacità di riconoscere fino a quattromila differenti fragranze e hanno la capacità di miscelarle per creare sapientemente quelle sostanze che ogni giorno ci apprestiamo a spruzzarci sul collo o sui polsi. La vaniglia poi, abbiamo scoperto essere estremamente preziosa e spesso sostituita dalla più comune vanillina, ma ad odorarle la differenza è ben percettibile. In un connubio di aneddoti divertenti, ricordi d'infanzia e guasti nasali (soprattutto miei), la serata è volata.


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Dopo il firma copie sono anche riuscita a ottenere una breve ed esclusiva intervista all'autore.

Come è nata la scelta di un titolo in lingua spagnola, piuttosto che francese? 

«Il nome Fragrancia ci sembrava più adatto per richiamare l'Europa, ha un'eco più facile da ricordare rispetto al francese "Fragrance". Da lì, abbiamo optato per questa scelta più latina».

É stato difficile riprodurre sulla pagina la descrizione delle sensazione che trasmettono i profumi in una persona?

«Assolutamente no. Questa è stata la parte facile perché lo faccio già nel quotidiano con la mia società. La parte difficile è stato tutto il resto (ridiamo)».

Prima di Fragrancia aveva scritto altro o questa è stata la sua prima prova di scrittura?

«In passato iniziai a scrivere altri quattro romanzi, prima di Fragrancia, ma nessuno mi convinse quanto questo. Forse perché nessuno era legato al mondo dei profumi».

Questa esperienza mi ha fatto capire quanto sia importante scoprire il dietro le quinte di un'opera, perché, se a una prima lettura avevo trovato le prime quasi cento pagine troppo descrittive e ridondanti nella spiegazione dei profumi, oggi, grazie all'opportunità di questo workshop e al piacere di aver conosciuto Paul Richardot, quelle pagine assumono ora tutto un altro profumo. Questo grazie anche all'abilità incredibile del traduttore Alessandro Mola (che ho avuto il piacere di conoscere all'evento e con cui mi sono complimentata di persona) per aver reso l'impossibile in italiano: restituire le emozioni e la percezione di elementi inesistenti nella nostra lingua, rendendo la lettura scorrevole e comprensibile anche a un pubblico che non si intenda di cosmesi. Un'esperienza preziosa, che conserverò ben oltre le pagine di un libro, e che chissà magari un giorno sarà associata a una specifica fragranza.

Carlotta Lini