Testo e illustrazioni di Mario Sughi (nerosunero)
Mondi sconosciuti che per qualche istante e qualche verso confluivano nel suo, come voci e luci che entrano nelle stanze attraverso finestre lasciate accidentalmente aperte. (p. 13)
Oscillazione è un romanzo in tre atti che si apre come una galleria di vite intrecciate, un mosaico di personaggi sospesi tra la ricerca di sé e il confronto con le proprie fragilità. Mario Sughi, autore e illustratore, ci conduce in un percorso intimo e visivo, in cui le parole si fondono con le illustrazioni, autentiche protagoniste, creando un dialogo continuo tra testo e immagini.
Quando scriviamo non siamo noi a farlo, le cose ci piovono in testa, e noi le buttiamo giù così come ci arrivano dall'alto. Poi ci serviamo del computer, o di una penna, solo per riordinarle un poco, non appena crediamo di averne afferrato il senso. (p. 27)
Il romanzo esplora il fluire instabile della vita, che come una burattinaia intreccia destini e sentimenti con delicatezza e fermezza, muovendo storie e personaggi che si cercano, si sfiorano e si inseguono.
Nel primo atto, intitolato Oscillazioni, incontriamo Marco e Marta, che sembrano inizialmente essere un unico personaggio. Sembrano due facce della stessa medaglia e l'autore stesso li presenta come se vivessero una sola vita. La loro storia si intreccia e si sovrappone inevitabilmente a quella di Tito ed Emma, due personaggi invece diametralmente opposti. Uno spirito illuso e sognante lui, che non osa mai mettersi in gioco, e un'anima libera e spensierata lei, che ama camminare a piedi nudi e portare a spasso i suoi cani. Cos'hanno dunque in comune fra loro questi individui? Una libreria, l'amore per la lettura, la ricerca di un benessere emotivo che non sempre coincide con la scelta più giusta da fare. Il desiderio e la paura di essere visti.
I personaggi, soprattutto quelli femminili, occupano uno spazio predominante. Si stagliano con forza oltre le pagine del testo, animati da una presenza quasi palpabile. Donne in bicicletta, madri che cercano la propria individualità, ragazze che si piacciono fuori ma non dentro. Le illustrazioni dell'autore non sono semplice corollario del racconto, ma sono vere e proprie attrici, che amplificano le emozioni e i silenzi tra una parola e l'altra.
Nel secondo atto, viene affrontato il tema dell'abbandono. Tomas è alla ricerca di un coinquilino con cui dividere il suo appartamento. Pubblica un annuncio di ricerca, specificando la sua preferenza per una scelta femminile, ma l'irruente arrivo di Giulia invade il suo spazio e i suoi equilibri facendolo sentire solo e abbandonato, come in preda alle sue insicurezze. Cosa succede quando la nostra casa, da rifugio sicuro e confortante, si trasforma in un luogo in cui ci sentiamo solo più ospiti?
La capacità ambivalente dello scrittore e artista risiede proprio nel saper guidare il lettore pagina dopo pagina, attraverso le incertezze di Tito e i dubbi di Marco che inconsapevolmente diventano le nostre paure e i nostri pensieri. Così come la genuina sfrontatezza di Emma o l'indifferenza ingombrante di Giulia, in fondo, fanno parte della nostra quotidianità. La scrittura di Sughi infatti è caratterizzata da una tensione emotiva forte e da una capacità di rendere la sua opera un'esperienza tanto empatica quanto riflessiva. Si parla e si vede molto in questo romanzo fatto di capitoli brevissimi, ma che con poche parole raccontano tutto. Storie di vita ordinaria che proprio per questo diventano straordinarie.
Ma Bennie non si dispera, non si rassegna, e il suo non disperare equivale a voler vivere la vita fino in fondo, e quindi ad abitare il mondo per quello che effettivamente è: un grande universo senza certezze e anche senza più forme. (p. 39)
Nel terzo e ultimo atto, intitolato invece Assenza, incontriamo personaggi che non hanno un nome ma ruotano tutti intorno a Lucy, anche se Lucy non c'è mai veramente. Così vediamo un professore/scrittore, prossimo alla pensione, un uomo bello e affascinante, ritrovare in un pub, quell'allieva con cui una notte di tanti anni prima c'era stato un qualcosa. Ma cosa veramente? E quella stessa allieva, seduta al bancone del pub attende che la vita agisca per lei, o meglio, che il destino faccia la sua mossa. L'uomo che attende è quanto di più inaspettato si possa pensare: scacco matto.
Chi ci insegna a dare un senso al mondo? A leggerlo non per come lo vediamo, ma per come va visto e inteso? [...] E chi non comprende le regole, o alle regole non si sa attenere, è come una ragazza che al risveglio tiene in mano dei pezzi di qualcosa a cui non sa dare un senso. (p.148)
Leggere Oscillazione significa abbandonarsi a se stessi e alla propria umanità. Significa scegliere riga dopo riga, immagine dopo immagine, di vivere di dualismi: la solitudine di un matrimonio spezzato in contrapposizione a una relazione mal nutrita. Significa scoprire che l'apparenza non sempre è sinonimo di realtà, ma non per questo non può coesistere con essa.
Un flusso emotivo vibrante e complesso, un inno alla vita e a chi la abita, perché possano riconoscersi a vicenda nelle proprie sfumature.
Carlotta Lini
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