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#PercorsiCritici - n. 83 - La lingua batte... dove il saggio va in stampa! Libri sull'italiano (parte 2)

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Ed eccoci qui, come promesso, con la seconda parte del Percorsi Critici dedicato ai libri che hanno parlato di lingua italiana. I campi in cui si può spaziare, infatti, sono davvero molti e per questo motivo abbiamo pensato di suddividere i nostri consigli in due puntate, per una fruizione migliore e per una maggiore godibilità.

Se la volta scorsa abbiamo optato per dei titoli che ci introducessero al tema in maniera, diciamo, generica, questa volta restringeremo il campo ad alcune aree specifiche, come l'ambito musicale o quello politico. Ma prima vogliamo aggiungere un altro paio di suggerimenti sulla lingua in generale. In La più bella del mondo. Perché amare la lingua italiana (Einaudi, 2018), Stefano Jossa – tra le altre cose, docente di cultura italiana alla Holloway University di Londra e critico letterario e teatrale – rappresenta con una serie di argomentazioni puntuali ed efficaci la ricchezza e il meraviglioso polimorfismo della nostra lingua. Quest'ultima, infatti, costituisce un caso interessante poiché è nata e si è definita con le prime esperienze letterarie e poetiche, mentre molte altre lingue hanno visto la luce grazie a scambi commerciali e relazioni giuridiche. Inoltre, assai interessante è tutta la questione linguistica dialettale, che offre un campionario potenzialmente infinito di varianti e variazioni sul tema.

E se parliamo di poesia, non possiamo non citare Rimembri ancora. Perché amare le grandi poesie studiate a scuola (Il Mulino, 2024), in cui l'autore, Paolo Di Paolo, ci ricorda la forse della poesia e delle liriche abbiamo studiato a scuola, per riscoprire la bellezza di versi che credevamo dimenticati. Vi consigliamo di dare una lettura all'intervista a cura di David Valentini

Se invece vogliamo addentrarci in un territorio un po' più tecnico e restare affascinati dalle infinite combinazioni che la lingua offre per ampliare le possibilità di trasmettere un messaggio, ecco che possiamo suggerirvi Si figuri! (Clichy, 2022), un agile libretto in cui si illustrano le figure retoriche con disegni immediati da capire e bellissimi da vedere, tutti accompagnati da spiegazioni ineccepibili.

Negli scorsi anni la Franco Cesati editore ha dato alle stampe diverse opere sull'argomento odierno: Gloria Ghioni ne ha letti alcuni e ha raccolto le sue opinioni nel pezzo che raccoglie titoli decisamente degni di nota. Si passa da volumi prettamente normativi, come Breve guida alla sintassi italiana, di Francesco Bianco e Grammatica in tasca, di Lorenza Alessandri, ad altri più orientati sull'utilizzo della lingua nei mezzi di comunicazione, che sia la radio (La lingua della radio in onda e in rete, di Enrica Atzori), oppure il web (Social-linguistica, di Vera Gheno) o, nella fattispecie, quella parte della rete che parla di libri (Book blogger, di Giulia Ciarapica). E ancora: vi siete mai resi conto di quanto conti, nelle realtà aziendali, la capacità di usare le parole giuste, anche e soprattutto quando c'è di mezzo qualche comunicazione delicata o importante? Ecco, Valentina Falcinelli ci svela quanto anche un testo scritto abbia un tono di voce, altroché! Se volete quindi migliorare in questo campo, Testi che parlano è quello che fa per voi. Infine, sempre riguardo l'uso delle parole per le relazioni con gli altri, e sempre uscito per Franco Cesati, vogliamo citare anche La disputa felice, di Bruno Mastroianni: un agile volumetto che suggerisce qualche regola basilare e preziosissima per delle discussioni costruttive e serene. Insomma, tutto, ma proprio tutto (anche una mail), è storytelling e se ancora non ne siete convinti potete leggere Racconto e storytelling, di Serena Bedini, un interessante volume che si sofferma sulla potenza del raccontare.

Uno dei temi appena citati oggi vive di un'attenzione molto forte, a causa dei cambiamenti che in quest'ambito si susseguono alla velocità della luce: la rete. A tal proposito nel 2016 è uscito, sempre per Franco Cesati, L'e-taliano. Scriventi e scritture nell'era digitale, a cura di Sergio Lubello, ovvero una raccolta di saggi che accendono una luce su una varietà della nostra lingua che sta prendendo sempre più spazio.

La lingua, poi, è essenziale anche se vogliamo farci comprendere da un pubblico, che sia un elettorato o un gruppo di ascoltatori musicali. Giuseppe Antonelli ha pubblicato, tra i tanti, qualche contributo in merito: sul primo campo si è concentrato in Volgare eloquenza. Come le parole hanno paralizzato la politica (Laterza, 2017). Nel libro l'autore osserva come la politica possa essere un esempio di come lo studio della prassi linguistica sia una cartina tornasole dell'ambito in cui quella viene usata. La lingua della politica, infatti, è cambiata radicalmente dagli anni Ottanta a oggi; si osserva sempre di più una semplificazione che tende a mimare il parlato quotidiano e immediatamente comprensibile.

Anche le regole grammaticali delle canzoni hanno attraversato grandi cambiamenti e oggi la realtà multisfaccettata del panorama musicale offre ben più di una riflessione: come adattare le parole alla metrica musicale e in che modo il retroterra di un certo genere influenza la scrittura? Giuseppe Antonelli ne scrive in Ma cosa vuoi che sia una canzone. Mezzo secolo di italiano cantato (Il Mulino, 2010).

Insomma, qui davvero si potrebbe andare avanti per ore perché la lingua è il nostro strumento di comunicazione principale, uno di quelli che ci differenzia dagli animali. Ed è per questo che essa ha senza dubbio anche un valore identitario, essendo connessa alle radici più profonde del nostro sentirsi a casa. Per parlare di questo argomento davvero non basterebbero dieci puntate, per cui ci limitiamo a suggerirvi qualche titolo da cui partire: La lingua ritrovata. Storia di mio padre e del suo Alzheimer, di Alberto Bertoni (Marietti editore, 2020), Lingua e essere (Fandango Libri, 2021), di Kübra Gümüşay, Estranei. Un anno in una scuola per stranieri (Nottetempo, 2024), di Alessandro Gazzoli  e infine Autobiogrammatica (Minimum Fax, 2024) di Tommaso Giartosio.

Quindi, per concludere, speriamo di avervi incuriosito con questi suggerimenti, buona lettura e al prossimo Percorsi Critici!