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#RileggiamoConVoi – Ottobre 2023

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consigli di lettura ottobre autunno

 
Buongiorno a chi ci legge,
siamo ormai rientrati nei consueti ritmi di vita. Le serate si fanno sempre più fresche e buie, il tempo che invita a rispolverare coperte, tazze di tè e buoni libri. Ma cosa scegliere? Tra le novità che escono in autunno e i titoli che vorremmo ancora recuperare si fa fatica a decidere. La Redazione è qui per questo: ecco i volumi che ci fanno compagnia in queste prime sere autunnali.
Buone letture,
la Redazione

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Carolina consiglia 
Un buon posto in cui fermarsi di Matteo Bussola (Einaudi)
Perché: in autunno può servire una ventata di energia positiva e Matteo Bussola, in tal senso, è sempre una garanzia; anche con quest’opera, infatti, torna a dare attraverso i suoi personaggi variegati un quadro ottimista dell’umano, in cui ciascuno ha, se la vuole, la sua occasione di fare i conti con se stesso e di cambiare la propria vita. In questo caso sotto la lente d’ingrandimento dell’autore è un universo maschile che sfugge a ogni tentativo di inquadramento e che si disvela nella sua sfaccettata complessità emotiva.
A chi: agli uomini che non credono e non vogliono ricadere negli stereotipi; ai lettori giovani in cerca di risposte alle proprie domane di senso; alle persone empatiche e sensibili; a chi cerca una lettura lineare, ma che riesce a non essere mai banale e a sorprendere sempre nello sguardo che rivela sul reale. 

Daniele consiglia
Luce di Elisa Ruotolo, Il giorno in cui la letteratura morì di Paolo Di Paolo, Turiste della catastrofe di Ilaria Gaspari, Vite parallele e fantastiche di Pellegra Bongiovanni e Teresa Bandettini di Giulio Mozzi (Tetra edizioni)
Perché: Tetra, nata nel 2022 da un’idea di Danilo Bultrini e Luca Verduchi, propone quattro racconti lunghi il quattro del mese, e ospita stelle affermate della letteratura italiana e i suoi astri nascenti: è quindi ideale per riscoprire voci straordinarie e variegate che si cimentano nella forma del racconto - ma non disdegnano, come nel caso di Di Paolo e Mozzi, quella del saggio - e conoscere i nuovi talenti della narrativa. 
A chi: a chi tiene gli occhi aperti sulle nuove voci ma non dimentica quelle che le hanno ispirate; e per chi è sempre attratto dalle sperimentazioni narrative. 

Deborah Donato consiglia
Una vita come tante di Hanya Yanagihara (Sellerio)
Perché: perché vederlo portare in scena in modo trionfale per mesi all'Harold Pinter Theatre di Londra e poi al Savoy, con la regia di Ivo Van Hove e la sceneggiatura della stessa Yanagihara è stata la dimostrazione che il personaggio di Jude (interpretato da uno strepitoso James Norton) è uno di quelli che ti entra dentro e non lo dimentichi più. Una vita come tante merita di essere riletto (o letto, se ve lo siete persi) perché, nonostante il tema brutale e straziante, riesce a lasciare dentro anche la pietà, il senso dell'amicizia, la poesia. Il romanzo indaga le ferite insanabili che la pedofilia e la prostituzione dei minori lasciano a chi ne è vittima. Ma narra anche di un tenero e devoto amore omosessuale e dell'amicizia maschile. Sofferenza e compassione sono le due tonalità emotive di questo romanzo, che lascia il segno.
A chi: ai lettori in grado di gestire le emozioni forte, le scene crude, i personaggi abissali. Agli amanti delle tante pagine e degli intrecci sofisticati.

Debora Lambruschini consiglia
Sparire qui di Marta Ciccolari Micaldi (Rizzoli)
Perché: in tanti aspettavamo questo primo libro di Marta Ciccolari Micaldi, meglio nota come La McMusa, guida letteraria ed esperta di cultura nordamericana. Attraverso le pagine di Sparire qui scopriremo «un'America reale, viva, diversa», tra luci e ombre. Ma proprio per questo assolutamente reale e concreta. Un testo ibrido, tra memoir e reportage, molto americano tanto nell'ambientazione quanto nello stile. 
A chi: a chi rifugge stereotipi e narrazioni parziali. A chi sa bene che raccontare un luogo e una cultura significa abbracciarne anche le ombre e contraddizioni. A chi sogna un viaggio on the road con La McMusa. 

Giada consiglia
Giorno di vacanza di Inès Cagnati (Adelphi)
Perché: perché Inès Cagnati riesce a sviscerare i rapporti umani, trasportando il lettore in una storia cruda, senza sentimentalismi e pietismi. Il cardine è la solitudine della quindicenne Galla che, a ogni occasione, percorre chilometri pur di tornare a casa; una casa che, però, non è un luogo felice e idilliaco, ma, al contrario, incarna perfettamente la sua solitudine. Giorno di vacanza è un libro sulla miseria, sulla rassegnazione e su tutte quelle esistenze ai margini che non hanno, o avranno, mai possibilità di riscatto.
 A chi: a chi ha amato Génie La matta, a chi cerca una storia sulla povertà ed emarginazione e non ha timore di affrontare la solitudine della protagonista.   

Giulia consiglia 
Vita nostra di Marina e Sergej Djačenko (Fazi)
Perché: il low-fantasy ad ambientazione scolastica Vita nostra porta nei misteriosi corridoi dell'istituto di Tecniche Speciali dove la giovane Saška viene ammessa dopo alcune prove bizzarre e il fallimento dei test d'ingresso all'università. La complessa formazione a cui sarà sottoposta le aprirà le porte di un sapere arcano. Nonostante gli elementi possano quasi far ricordare Hogwarts e Harry Potter, Vita nostra è un fantasy complesso, con elementi di filosofia e spiritualità, e un ritmo vivace in cui le pagine scorrono veloci per arrivare alla comprensione di cosa, effettivamente, si studi in questo istituto e a quale scopo.
A chi: a chi ama le ambientazioni scolastiche e le atmosfere dark academia e cerca una nuova storia coinvolgente e risucchiante. 

Gloria consiglia
I donatori di sonno di Karen Russell (bigSur)
Perché: le giornate si accorciano e un po' di sonnolenza arriva, diciamocelo... E se qualcuno di voi soffre di insonnia, come la sottoscritta, leggendo questo romanzo distopico di Karen Russell verrà concretarsi uno dei suoi incubi peggiori: cosa succederebbe, se nel mondo si diffondesse un'epidemia di insonnia terminale? Da premesse decisamente angoscianti prende l'avvio una storia capace di tenerci attaccata alle pagine, perfetta per una serata di lettura mentre fuori le prime temperature autunnali ci portano a rintanarci in casa. 
A chi: se chi ama le distopie si troverà immediatamente a proprio agio in questo grande incubo che ha messo i brividi persino a Stephen King, chi non è abituato al genere potrà misurarsi con una scrittura talmente coinvolgente, a tratti onirica, altrove scabra da entrare progressivamente in un "nuovo" mondo. 

Marianna consiglia 
La valle dei fiori di Niviaq Korneliussen (Iperborea)
Perché: il libro di Korneliussen è stato un caso letterario nel panorama nordico: per la prima volta una scrittrice Millennial, lgbtq+ e groenlandese vince il più prestigioso premio letterario, quello del Consiglio Nordico dando voce ai milioni di Inuit, giovani e adulti, che ogni anno non riescono “a passare la notte” del male di vivere di chi ha perso la propria identità e le proprie radici. L’elevato numero di suicidi in Groenlandia è impensabile ed è una piaga insanabile della società nordica. La lettura de La valle dei fiori è una esperienza che incide forte nella coscienze dei lettori.
A chi: per tutti coloro che vogliono leggere una voce talentuosa nuova, potente, tenera e cruda insieme.

Michela consiglia
Amico, nemico, amante di Alice Munro (Einaudi)
Perché: Munro scrive racconti per tutti, per chi ha provato dolore e si sente incompreso, per chi ha provato amore e non sa cosa farne. Perché si parla di cura, di famiglie disfunzionali, di generazioni di donne, di amore ed Eros coniugati in modo straniante. Perché Alice Munro con le sue ambientazioni nell’Ontario canadese evoca l’autunno, e con esso foglie rosse, tempi uggiosi, tempi di riflessione.
A chi: a chi ha sempre meno tempo per leggere di quanto ne vorrebbe, ma non rinuncia a sbirciare nelle vite altrui grazie alla letteratura: un racconto di Munro dura una manciata di pagine, ma ha l’ampiezza di sguardo di un romanzo e arriva anche a coprire una vita intera.

Samantha consiglia
Alla vecchia maniera di Paolo Roversi (Mondadori)
Perché: per conoscere un nuovo protagonista assolutamente sui generis, che odia tutto ciò che è tecnologico e che ci fa tornare a un passato in cui la nostra vita non dipendeva dagli smartphone e i rapporti umani avevano un gusto diverso e per risolvere un caso servivano fiuto, intuito e acume.
A chi: a chi ama il giallo classico con un omicidio in apertura, grande cura al dettaglio, una figura di poliziotto con caratteristiche affascinanti e un passato controverso, un’aiutante scettica ma ben disposta, una serie di indizi disseminati in modo da dare ritmo al racconto.