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'La Bestia' cammina fra noi e miete vittime innocenti nella Madrid ai tempi del colera: il caso editoriale di Carmen Mola

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La Bestia

di Carmen Mola
Salani Editore, 2023

Traduzione di Massimo Sottini

pp. 496
€ 19,00 (cartaceo)
€ 11,99 (ebook)

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Sotto l'acquazzone, che ha trasformato il terreno argilloso in un pantano, un cane famelico gioca con la testa di una bambina. (p. 2)

Una bestia si aggira per le strade di un'oscura e rivoltosa Madrid dell'anno del Signore 1834. Preda le bambine dei ceti più bassi, figlie di prostitute, di artigiani, di mendicanti, facendole scomparire dalle strade, dove riappaiono qualche tempo dopo, smembrate barbaramente e gettate nelle pozzanghere, nei vicoli sporchi di liquami, perché nella Madrid del luglio 1834 a nessuno, se non a chi in quei vicoli bui e sporchi ci abita, preoccupa un mostro che fa a pezzi le bambine, tutti sanno che nessuno si preoccuperà delle loro vite dimenticabili, delle loro esistenze che non lasceranno traccia nella Storia. 

La Bestia, come ogni entità mostruosa e malvagia dell'immaginario popolare, agisce con il favore delle tenebre e sullo sfondo dello scontro tra isabellini e carlisti, ovvero tra i sostenitori di Maria Cristina di Borbone, moglie del defunto re Ferdinando VII e reggente del trono di Spagna in attesa che la figlia Isabella raggiunga la maggiore età, e i sostenitori di Carlos Maria Isidoro, fratello di Ferdinando VII. A complicare la situazione sociale in una Madrid che all'epoca della nostra storia è divisa da una Cinta muraria eretta da Filippo IV e che verrà abbattuta solamente nel 1860, è un'epidemia di colera che serpeggia tra gli abitanti della capitale spagnola, mietendo vittime e non facendo distinzioni tra reali, servitori e plebei, della cui responsabilità si accusano ora i carlisti, ora i preti, ora i bambini, ora i gitani. Tutti, a Madrid, sono nemici di tutti, e ognuno provvede alla propria sopravvivenza egoisticamente, come in ogni situazione di precarietà sociale che si rispetti. Le bambine sono messe in allerta dal pericolo della Bestia che incombe su di loro, e che come un Uomo Nero rischia di strapparle alla sicurezza delle loro madri per restituirgliele senza vita come bambole rotte. Viene descritta come una creatura dall'aspetto animalesco, con corna, pelliccia, pelle di serpente, la sua fisionomia gigantesca è impossibile da classificare. 

Ben presto Diego Ruiz, giornalista squattrinato del Eco del Comercio, che firma i suoi articoli di cronaca nera come El Gato Irreverente, si interesserà a questo massacro invisibile, e si metterà sulle tracce della persona dietro alla chimera predatrice, in un'epoca in cui la parola 'serial killer' non è stata ancora coniata dai criminologi, scoperchiando un vaso di Pandora fatto di rituali, incontri segreti, giochi di potere, superstizioni, veleni, omicidi politici, sette e congiure. Assistendo all'autopsia del corpo della piccola Berta sotto la supervisione del dottor Albán, infatti, Diego scoprirà un tratto comune in tutte le vittime della Bestia: l'assassino infila dietro la loro ugola un distintivo d'oro raffigurante due mazze disposte in diagonale. Lo stesso simbolo rinvenuto da Lucía, la giovane protagonista principale del romanzo, che vive di furti e sotterfugi, sull'anello d'oro trovato in casa del curato e teologo Ignacio García, ormai cadavere per via del colera. 

Lucía ancora non lo sa, ma rubare quell'anello la renderà oggetto di attenzioni da parte della Bestia, che la seguirà fino a rapire sua sorella Clara. Lucía e Clara sono da poco diventate orfane della loro madre, Candida, portatagli via dall'epidemia dilagante, e ora è Lucía a dover provvedere per lei e per Clara. La scomparsa di sua sorella farà sprofondare Lucía in un vortice fatto di frati guerrieri, indagini giornalistiche, bordelli abitati da prostitute amiche di politici, palazzi signorili, rivolte popolari, sotterranei fatiscenti e misteriosi e luoghi di ricettazione. ad aiutare Lucía a salvare sua sorella Clara, in una corsa contro il tempo in cui le bambine prigioniere della Bestia vengono sacrificate al loro primo menarca, subentreranno Diego Ruiz e il suo amico, il gendarme guercio Donoso Gual, la bellissima e misteriosa duchessa Ana Castelar, con cui Diego intraprenderà una relazione sentimentale clandestina, il frate carlista Braulio, tenace combattente, e la regina dei bordelli di Madrid, l'andalusa Doña Josefa, detta la Leona. 

In questo incalzante thriller, che ha il sapore del Profumo di Süskind e che omaggia gli enigmi labirintici di Umberto Eco e di Ken Follett, Carmen Mola ci accompagna in un'accurata ricostruzione storica, scortandoci nell'oscurità della capitale spagnola dove luce ed ombra vivono fianco a fianco, e in cui l'unica vera protagonista, impossibile da plasmare nella sua magmatica essenza, è Madrid.

Carmen Mola, pseudonimo con cui si sono firmati i tre scrittori e sceneggiatori Jorge Díaz, Agustín Martínez e Antonio Mercero, ha ottenuto con La Bestia il Premio Planeta 2021, e utilizza uno stile serrato e asciutto che rende La Bestia un vero gioiello di page-turning. 

Nell'incontro concesso a Critica Letteraria dall'editrice italiana, Salani, al quale hanno partecipato Martínez e Mercero, molteplici sono state le domande sull'origine dell'idea per il romanzo. Tra gli spunti interessanti sui quali gli autori si sono sbottonati, oltre alle ovvie analogie tra il colera madrileno del 1834 e la pandemia di Covid, sull'origine della figura della Bestia Martínez ha affermato che un'idea motrice è stata quella dell'Hombre del Saco, figura del folklore europeo che porta via i bambini all'interno di un enorme sacco nero per farne carne da macello, come anche hanno avuto rilevanza le influenze della letteratura lovecraftiana sull'aura mistica e mostruosa del serial killer. Al contempo, alla domanda se sia in progetto un futuro adattamento cinematografico o una riduzione televisiva del romanzo, domanda lecita dato il mestiere di sceneggiatori dei tre, il collettivo Carmen Mola fa sapere che si tratterebbe di un'impresa interessante però costosa, e che non saranno disposti a vendere i diritti fino a quando non verrà trovato un produttore convincente. 

Matteo Cardillo