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Quattordici vite di omosessuali molto cattivi: "Bad Gays" di Lemmey e Miller

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Bad Gays - Crudeli e spietati: una storia omosessuale
di Huw Lemmey e Ben Miller
IlSaggiatore, giugno 2023

Traduzione di Goffredo Polizzi

pp. 496
€ 26 (cartaceo)
€ 12,99 (e-book)

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Perché abbiamo voluto ricordare l'arguto e affascinante Wilde e dimenticare l'equivoco, machiavellico e antisemita Bosie? [...] È di persone di questo tipo che parla Bad Gays, un libro su figure storiche di gay che non ci fanno per nulla onore, e che non possiamo trasformare in eroi: i bugiardi, i potenti, i criminali, personaggi, spesso, di grande successo. Da Alessandro Magno a J. Edgar Hoover, la nostra storia ne è piena. (p. 16)
Questo saggio degli autori Lemmey e Miller si propone di raccontare una storia diversa, quella di personaggi famosissimi, dall'epoca degli antichi romani a oggi, omosessuali e canaglie. Non ci sarebbe bisogno di puntualizzarlo, si tratta d'altra parte di persone come le altre, eppure quando si sceglie di esporre le vite degli omosessuali, la maggior parte delle volte, si cade nella rappresentazione semplicistica gay=vittima
Le quattordici persone di questo libro non hanno avuto nulla della vittima, anzi, si sono trovate dall'altra parte: erano potenti, ricche, celebri, osannati dalla gente, e spesso hanno usato il loro potere e la loro ricchezza per profitto e soddisfazione personale. Un omosessuale è per forza buono perché perseguitato? Lemmey e Miller ci dicono di no.
I quattordici (quasi tutti uomini) sono: Adriano, Pietro Aretino, Giacomo I d'Inghilterra, Federico Il Grande, Jack Saul, Roger Casement, Lawrence d'Arabia, i bad gays della Berlino di Weimar, Margaret Mead, J. Edgar Hoover e Roy Cohn, Yukio Mishima, Philip Johnson, Ronnie Kray, Pim Fortuyn, dunque alcuni più conosciuti, altri passati sottotraccia nella storia.
Prendiamo in esame la prima storia, quella dell'imperatore Adriano: innamoratissimo della cultura greca e dunque anche del cosiddetto "vizio greco" (ovvero la pederastia, l'amore fisico con un uomo adolescente), Adriano era nobile, romano e omosessuale, esplicito nei suoi rapporti amorosi - specialmente con il suo amante prediletto, Antinoo - e non fu contestato per questo. Nell'antica Grecia e in parte anche nell'antica Roma, l'amore omosessuale era tollerato; anzi, in Grecia era persino incoraggiato, purché si trattasse di un rapporto tra un uomo adulto, rispettabile (quindi ricco) e acculturato e un ragazzo minorenne che veniva preso sotto la sua ala protettrice. Nell'antica Grecia difatti la pederastia doveva avere una matrice pedagogica. Il sesso tra uomini della stessa età o dello stesso ceto sociale erano malvisti se non proibiti. Adriano se ne infischiò per tutta la vita: durante la giovinezza fece sesso con chiunque, mentre con Antinoo rispettò "le regole per un corretto rapporto pederastico".
Perché allora Adriano era un cattivo ragazzo? Perché ovviamente sfruttò il suo immenso potere per attirare giovani a sé, trattò sempre sua moglie come un fastidio e perché, molto probabilmente, fu responsabile della morte del suo amante.
Stava crescendo, Antinoo, il suo grande, unico amore; si stava facendo, fisicamente, troppo adulto per la posizione che ricopriva (p. 59)
E che dire di Jack Saul? Si tratta di un giovane d'origine irlandese realmente vissuto a fine 1800 a Londra, omosessuale e prostituto. Gli autori lo ricordano perché fu (forse insieme all'aiuto di altre mani, come quelle dell'editore, o di amici che lo conoscevano) autore di un libricino scandaloso dal titolo I peccati delle città della pianura, un vero e proprio diario in cui Saul descriveva tutti i suoi incontri, i suoi rapporti, secondo alcuni il primo romanzo erotico unicamente omosessuale della storia. Lo scandalo che colpì la Londra Vittoriana all'uscita del libro fu deflagrante: si scoprì una città sordida in cui i nobili, gli aristocratici e i personaggi di più alto ceto sociale praticavano sodomia e ogni tipo di "perversione" con ragazzi giovani, spesso minorenni, scatenando così una sequenza di processi, denunce e tragedie senza pari. 
Ad accompagnare Saul, gli autori menzionano altri due personaggi sui generis: Thomas Boulton, detto Stella, e Frederick Park, detto Fanny, due uomini che vivevano nella società vestiti da donna e si prostituivano in un pensionato.
Per dirla in poche parole, le autorità sapevano che ciò che Boulton e Park stavano facendo era sbagliato, ma non sapevano esattamente in cosa consistesse. Era chiaro, tuttavia, che stavano trasgredendo certi confini sessuali e di genere e bisognava assolutamente fare qualcosa (p. 148)
Interessantissima dunque, da questo punto di vita, è anche l'analisi che gli autori fanno di alcune leggi di quegli anni, come il Criminal Law Amendement Act (che si concentrava sulla prostituzione e la tratta dei bambini) e l'emendamento Labouchère, che presentò una revisione al disegno di legge che criminalizzava ogni "grave indecenza" tra uomini, senza però indicare cosa si intendesse per grave indecenza. Questo significò essere perseguibili penalmente anche per un semplice bacio.
Lo stesso tono viene usato anche per una donna (quindi, in questo caso, quel gays del titolo si declina al femminile): Margareth Mead, antropologa americana famosa per i suoi studi sulle popolazioni dell'Oceania. Era anche una donna queer, aveva rapporti con uomini e donne indistintamente, e il suo libro L'adolescenza in Samoa fu uno di quei testi espliciti che causarono grandi scandali.
Insomma, senza prendere in esame ogni personaggio, si può dire che questo testo voglia sfatare del tutto il mito dell'omosessuale come povero e perseguitato e, a mio avviso, ci riesce. 
Non è una questione di prendere coscienza, ma semplicemente di tirare giù al piedistallo questa cattiva e scorretta immagine del gay come debole: i gay sono persone come ogni altra, hanno i loro pregi e i loro difetti, possono essere persone buone o anche grandissimi malvagi.
Ripeto, non ci sarebbe neanche la necessità di dirlo, ma un saggio come questo, oltre a essere estremamente interessante e anche divertente (il tono risulta sempre molto pop ed esplicito), ci serve per capire, cosa molto importante, come l'omosessualità si sia definita nel corso dei secoli, come sia passata da essere pedagogia a mezzo anticoloniale, da disgustosa perversione a strumento di contestazione sociale e autodefinizione.
Consiglio la lettura a chiunque sia interessato al tema, è un saggio davvero validissimo.

Deborah D'Addetta