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La NewYork degli anni Ottanta, tra ambizioni personali, incertezze sentimentali, vizi e debolezze: "Anno bisestile", un romanzo giovanile di Peter Cameron

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Anno bisestile
di Peter Cameron
Adelphi, ottobre 2021

Traduzione di Giuseppina Oneto
1^ edizione in rivista: 1988; in volume: 1990

pp. 275
€ 19 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


«Perché le persone sono scorrette?» chiese Solange. «Perché sono meschine? E vendicative?»
Heat questa risposta l'aveva. «Per amore».
Solange sorrise. «Per un amore finito male» lo corresse. (p. 123)

Inizia con una festa Anno bisestile, romanzo giovanile di Peter Cameron, uscito a puntate sulla rivista newyorchese “7 Days” nel 1988 e poi in volume nel 1990. Un anno bisestile è di per sé fuori dal consueto, lascia spazio alle fantasie, tanto quanto alle nuove e inattese possibilità, e lo vediamo fin dalle primissime pagine. Lillian, la padrona di casa, confessa all'amico David di essersi pentita della sua scelta di organizzare una festa, ma ormai è troppo tardi per disdire e le toccherà assistere alle tensioni tra i vari invitati e alla loro finta allegria. Tra gli altri ci sarà Loren, la ex moglie di David, con cui, nonostante il divorzio, corrono ancora buoni rapporti in nome della figlioletta Kate, certo, ma anche a causa di un sentimento non del tutto estinto. Semmai, è stato proprio per salvarsi da quel sentimento poco salutare che i due hanno deciso di separarsi. E di ricominciare una nuova vita: lei ora sta con un altro uomo, Gregory, molto amato anche da Kate; e David ha scoperto di essersi innamorato di Heath, impiegato come segretario nella sua stessa rivista. Lillian, viceversa, non ha un compagno, ma, dopo mesi ad accarezzare l'ipotesi di diventare madre con la procreazione assistita, sta per passare alle vie di fatto. 

Accanto a questi personaggi, già sufficienti con tutte le loro pulsioni, paure, idiosincrasie, troviamo la vicenda di Heath, il nuovo compagno di David, che ha sempre coltivato la passione per la fotografia, anche se le sue foto non sono mai state esposte, se non al ristorante dove ha lavorato. Che il suo sia solo un hobby? Quando tuttavia un'importante galleria si interessa a lui, Heath è disposto a tutto, anche a soprassedere davanti alle stravaganze della gallerista Amanda, amante del proprietario Anton e acerrima nemica della moglie di lui, Solange. Heath diventa un puro strumento di vendetta nelle mani di Amanda, ma lui non vi bada e certamente non capisce appieno quanto possa farsi pericoloso il suo coinvolgimento in quel triangolo a dir poco rovinoso. 

Altri parenti, amici, conoscenti entrano a sconvolgere le vite dei personaggi, ma possiamo pur dire che David, Loren, Lillian e Heath sono i quattro protagonisti di questa commedia spietata e brillante, che racconta gli anni Ottanta lavorando ai fianchi le debolezze, i desideri e le ambizioni di chi frequenta New York. Troviamo grandi contraddizioni, ma anche passioni passeggere, dettate da un capriccio e dalla paura della solitudine più che da reali sentimenti. Leggiamo una critica acuminata al mondo dell'arte contemporanea e alle sue dinamiche, ben difficili da spezzare, perché l'individualismo estremo spinge a realizzare sé stessi, a prescindere da chi ci andrà di mezzo. Incontriamo un numero di pentimenti pari a quello delle indecisioni, dei ripensamenti e delle seconde e terze possibilità. 

Poi, certo, Peter Cameron interviene sul destino dei suoi personaggi e li inserisce in situazioni surreali, come un omicidio poco verosimile e quasi stereotipato, che rischia però di rovinare una vita intera. Sono tanti gli intrighi che arriveranno a unire i diversi personaggi, quasi ci fosse una rete narrativa preordinata che combina le situazioni e le rimescola, un po' sadicamente. I colpi di scena non mancano, ma è soprattutto la straordinaria capacità di Cameron di dar vita ai rapporti sociali (un vero e proprio marchio distintivo, presente in altri romanzi) che rende Anno bisestile una lettura addirittura avvincente. Strumento principale per raggiungere questo obiettivo sono i dialoghi: Cameron non teme di lasciare che siano i personaggi a raccontarsi attraverso le loro parole, le espressioni tra una battuta e l'altra, i micro-gesti che ne connotano il carattere. Ed è proprio in questa totale assenza di spiegazioni che noi lettori troviamo la libertà di interpretare, forse anche di prendere le parti dell'uno o dell'altra, sempre ricordandoci che Cameron sta mettendo in piedi una commedia straniata e straniante, di cui dobbiamo restare spettatori critici. 

GMGhioni