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#CriticaLibera - Due opere diversissime per spalancare gli occhi sulla natura

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Sono usciti entrambi a novembre, omaggiano la natura e riconoscono come oggigiorno le si presti meno intenzione di quanto sia il caso, aggiungono illustrazioni alle parole, intridono le pagine di autofiction e non hanno una vera e propria trama, eppure La foglia di fico e Invisibile meraviglia non potrebbero rivolgersi a lettori più diversi. 

La foglia di fico
di Antonio Pascale
Einaudi, 2 novembre 2021

con le illustrazioni di Stefano Faravelli

pp. 296
€ 20 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)

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Partiamo con il romanzo di Pascale: con La foglia di fico (Einaudi), già a partire dal sottotitolo "Storie di alberi, donne, uomini" capiamo di essere davanti a un libro sfaccettato; leggendolo, ci accorgiamo che è ondivago, i ricordi si accavallano al presente con la libertà a cui l'autore ci ha abituato (ad esempio con Le attenuanti sentimentali). La memoria è qualcosa con cui l'autore e io narrante gioca, lasciando che a volte si giustappongano o si sovrastino a vicenda:

[...] volevo parlare del rapporto tra ciliegio e amore, amore e desiderio, desiderio e morte, morte e bellezza, ma niente, finisce sempre così, o non mi ricordo le cose oppure ne voglio dire troppe e non riesco a metterle una dietro l'altra. (p. 85)

Viceversa, la natura è una presenza esatta, richiede un lessico tecnico. L'ammirazione per gli alberi non se ne va mai, così come un certo considerarli correlativo oggettivo che innesca il ricordo e lo legittima. Il tiglio raccoglie traumi della vita del protagonista (e non solo: «Ci siamo incontrati solo per raccontarci i nostri traumi», p. 109), mentre camminare sugli aghi di pino è una delicata madeleine che attiva una felicità infantile, connessa alla pineta dove si trascorrevano le vacanze durante l'infanzia. Se la piramide di arance ricorda immediatamente il nonno, «l'olivo [...] è il risultato di uno splendido ma contorto adattamento, tra profondità e superficie, tra esterno e interno. Per questo suo sforzo [...] ricorda un po' la complessità della democrazia» (p. 184). E potremmo continuare così, se non togliessimo il piacere a ogni lettore di trovare tessere di sé in questa auto-narrazione. 

Passano così, sotto i rami di qualche albero, amori fallimentari, che rivelano un protagonista imperfetto, avulso da qualsiasi machismo. Tornano le amicizie, invece, che rintoccano negli anni con la resistenza di un olivo disposto a piegarsi, ma non a rompersi. 

Quel che colpisce di più nel libro di Antonio Pascale non è tanto la trama, ma è la dimestichezza con la parola, che ci dà una sensazione estrema di libertà, per cui si accetta che il narratore, volutamente bizzoso, segua tanto spesso l'ordine spettinato della memoria. Le illustrazioni di Stefano Faravelli che aprono ogni capitolo, splendide, da un lato sono oniriche e surreali e dall'altro precise nel presentare l'albero legato alla vicenda. 


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Invisibile meraviglia.
Piccole lezioni sulla natura
di Susanna Tamaro
Solferino, 18 novembre 2021

pp. 192
€ 16 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)

Nasce invece da una passione mai sopita per le piante e la natura il libro di Susanna Tamaro, Invisibile meraviglia (Solferino). Le “piccole lezioni” a cui allude nel sottotitolo ne sottendono una grandissima: imparare, o forse rimparare, a guardarsi attorno e a dedicare alla natura non solo sguardi distratti, ma tempo per un'osservazione più consapevole, «con mente e cuori aperti» (p. 11). E non si tratta di dedicare il proprio tempo solo a cause più che giuste ma lontane da noi; Susanna Tamaro ci invita ad abbassare gli occhi verso i nostri prati e a esplorare chi c'è tra i fili d'erba, o a guardare in aria e a capire che cosa avviene nella chioma di un albero.

Fin dalle prime pagine, viene il dubbio che Susanna Tamaro rinnovi la lezione di Pascoli e, in effetti, già a pagina 25, dove si parla della pervinca, appare una poesia tratta da Myricae, quasi a confermare di avere nel grande poeta un nume tutelare. Pascoliane sono infatti la semplicità del dettato e la precisione nel nominare le piante e gli animali. Potremmo aggiungere che anche un'umile ammirazione per il creato e per l'ambiente agreste ricordano l'autore. 

Le brevi schede su piante, fiori e animali (di un paio di pagine l'una, circa), hanno un taglio perlopiù estremamente divulgativo e non è un caso che l'autrice si rivolga direttamente ai lettori e li coinvolga in un "noi" inclusivo (cfr. il titolo del capitolo “Le nostre amiche api” o l'incipit degli afidi: «E ora che abbiamo lasciato - a malincuore - le nostre amiche coccinelle perché non abbassare lo sguardo verso la loro tavola imbandita?», p. 73). Per apprezzare appieno questo libro deve divertirvi trovare un tarassaco che richiama l'attenzione con un «Perepé! Sono qui» (p. 29) o imbattersi spesso in domande che presuppongono un'animizzazione quando non una personificazione della natura: «Una rosa canina soffre di non essere una opulenta rosa del vivaio?» (p. 58). 

Se alcune di queste scelte appaiono un po' fuori dal tempo, Invisibile meraviglia colpisce soprattutto per la sua missione di riavvicinarci con grande delicatezza e con tutta la sua semplicità a quel che abbiamo attorno e sotto ai nostri piedi, insegnandoci di tanto in tanto curiosità che vanno dalla biologia al folclore. 

GMGhioni