di Amy Hempel
SEM, 21 novembre 2019
Traduzione di Silvia Pareschi
pp. 156
€ 17 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Eh sì, qualche volta giri pagina e scopri che Amy Hempel ha chiuso così il racconto, lasciandoti pieno di punti di domanda, e allora torni indietro e ripercorri i passaggi salienti del testo, confermi che quel finale, davvero, non te lo aspettavi. D'altra parte non c'è da stupirsi: Amy Hempel è un'allieva di Gordon Lish, editor passato alla storia per il suo lavoro con Carver. E qualcosa di quel minimalismo, inutile dirlo, si avverte in queste storie americane, che vivono di squarci improvvisi - rivelando spesso anche realtà scomode - che poi si richiudono altrettanto inaspettatamente. Eppure, anche a pagina chiusa e a nuovo racconto iniziato, qualcosa del precedente risuona, torna nei ricordi, si incista.
Ci sono inizi fulminanti, come quello di Un rifugio con tutti i servizi: «Mi conoscevano come quella che puliva le gabbie dalle cacche puzzolenti con la canna dell'acqua - e lo faceva con piacere» (p. 15). Non è che l'inizio di una prosa ritmata dal "mi conoscevano" / "ci conoscevano", che marcia dritta e senza interruzioni verso passi difficili, su animali che stanno per essere soppressi, e altri più lievi, dedicati a quelli che fortunatamente si salvano.
Talvolta, come in questo racconto, sono le intermittenze emotive, a volte, a tenere saldo il tessuto narrativo. In altri casi, è una vena immaginifica e fantastica, che non spiega ciò che un po' assurdamente è messo in scena: e lì si resta semplicemente con gli occhi spalancati e le domande ben vive (come ne Il tornado di bambole o Arcobaleno lunare). Altre volte è l'interesse per i controsensi dell'animo a farsi protagonista: Resto con Syd ne è un lucido esempio, così come La chicane e il bellissimo Greed, forse il racconto più equilibrato della raccolta. Non mancano le situazioni paradossali: cosa fareste, ad esempio, se un bel giorno vi telefonasse la moglie dell'uomo che vi ha aggredite? Oppure, cosa ne pensereste se l'uomo amato vi chiedesse, dopo la sua morte, di pranzare con sua moglie? Ecco, Hempel parte da questa realtà di questo tipo per dipanare poi un racconto intrigante.
È dopo essersi abituati alla scrittura fulminante e minimalista di Hempel che si arriva a Cloudland, il racconto più lungo, che per una cinquantina di pagine ci mette faccia a faccia con la bravura di questa scrittrice di Chicago:
Probabilmente la sensitiva mi dirà che mi innamorerò. Tutti pensano che sia questo che vogliamo sentirci dire. Ma io non voglio innamorarmi nel mondo che potrebbe intendere una sensitiva. Non voglio un'avventura sentimentale, se è questo che predirà. Ma l'amore - certo, che venga pure. In un'altra forma. Non un uomo e non una donna. Un animale, un luogo o una causa. Mi piacerebbe innamorarmi ancora di tutte queste cose. (p. 146)
Apparente facilità e tanti retroscena: così la Amy Hempel ci avvince e ci porta a tornare indietro, alla fine della raccolta, per cercare - forse illegittimamente, ma il lettore può fare anche questo - strade che percorrono più racconti, che li identifichino. Eppure alcuni restano così, come un unicum che riluce di vita propria. E allora Nessuno è come qualcun altro è una raccolta che nella sua parziale enigmaticità lascia stupiti certamente i lettori che accettano di abbandonarsi al diritto dell'autore di decidere liberamente cosa dirci e cosa tacere.
GMGhioni
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