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#RileggiamoConVoi - Quali libri portereste con voi nel 2019?

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Cagliari - foto di ©Alessandra Liscia
Buon 2019, lettori! 
Siamo felicissimi di inaugurare un altro anno insieme ed eccoci con i nostri consigli di lettura *speciali* di inizio anno: abbiamo scelto libri che vorremmo portare con noi nel 2019. Come sempre, oltre a una breve motivazione per ogni libro scelto e il suo lettore ideale, trovate il link all'articolo (recensione, invito alla lettura e/o altro) per scoprire il libro più da vicino.

Che sia un anno di grandi letture! 
Auguri!

La Redazione

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Alessandra vorrebbe portare nel nuovo anno: 
"Un indovino mi disse" di Tiziano Terzani (Longanesi)
Perché. Quando un'apparente maledizione diventa, grazie al nostro vitale ottimismo, una benedizione. Anche se non letto nel 2018, scelgo di portare questo libro con me nel nuovo anno come insegnamento di quello "vecchio" che se ne va che lascia spazio al nuovo. Perché è il racconto di un anno di vita di un grande giornalista dei nostri tempi che, se anche -e purtroppo- non c'è più, ha tanto da insegnare tra le sue righe, le sue esperienze, i suoi libri e ancor più tra i suoi articoli a chiunque desideri inseguire il sogno di diventare un grande reporter di viaggio, di guerra e di vita come lui. 
A chi. Prima di tutto a chiunque ami il viaggio in ogni sua forma, che essa sia immergersi nella vita degli altri -priva di morbosità, ma densa di sana curiosità conoscitiva-, o si declini nell'esplorazione e nell'apprendimento di una nuova cultura. Poi a chiunque voglia davvero, con competenza, conoscenza, dedizione, serietà e determinazione totale e assoluta essere (e non fare) il giornalista/la giornalista. Occorre avere una forma mentis di base che Tiziano Terzani aveva e dimostra in ogni suo scritto di possedere sin dalla nascita nel suo carattere, nel suo talento. 

Alessandra vorrebbe portare nel nuovo anno anche: 
"Se i delfini venissero in aiuto" di Erri De Luca (Libreria Dante & Descartes)
Perché. Troppo spesso nell'ultimo anno abbiamo sentito parlare di porti chiusi e di muri, parole che oltre al significato acquisito di recente a livello politico, richiamano ostilità e chiusura umana. Una totale e spaventosa assenza di empatia sempre più diffusa. Un'emergenza allarmante sul piano della società contemporanea direi. E un libretto così breve e chiarificatore penso possa essere una buona lettura per tutti. 
A chi. Come scritto sopra, a tutti. A coloro che già credono in determinati valori quali solidarietà, umanità, empatia (sì, nei tempi che corrono inizio a pensare che rientri tra i valori -e non nel carattere- delle persone), ma soprattutto a coloro che hanno dubbi. Dubbi moderni, dubbi dettati da quanto passa nei social network, da chi manipola le informazioni a discapito di altri esseri umani, da chi dal proprio salotto si permette di giudicare, senza aver mai approfondito realmente l'argomento. A chi leggere due settimane di esperienza vissuta in una nave di soccorso possa togliere certe insane incertezze sulla diversità, come punto di contrasto e di conflitto. Meno di cinquanta pagine in cui l'unico sforzo richiesto è mettersi nei panni dei vari "protagonisti", se tali sono in un brevissimo saggio. 

Cala Regina - Foto di ©Alessandra Liscia
Carolina vorrebbe portare nel nuovo anno: 
"Stranieri alle porte" di Zygmunt Bauman (Laterza)
Perché, anche se l'opera è imperfetta e attinge a un repertorio di idee care a Bauman e già varie volte impiegate, ci ricorda qualcosa che sarebbe meglio non dimenticare, soprattutto oggi: che la politica, ovvero l'interesse attivo per la società in cui siamo inseriti, è qualcosa che riguarda tutti e che ci costringe (o dovrebbe costringerci) quotidianamente a fare i conti con la nostra morale. Bauman è abile nel mettere in luce (e smontare pezzo per pezzo) le mitologie a cui ci affidiamo e i nostri pregiudizi: il libro meriterebbe la lettura anche solo per questo.
A chi è ansioso di comprendere un po' meglio l'era contemporanea o vuole rendersi conto che nessuno dei processi in atto è davvero nuovo. Agli insegnanti, agli studenti curiosi, a chi ama Bauman e vuole leggere una nuova declinazione del suo concetto di "liquidità". 

Cecilia vorrebbe portare nel nuovo anno: 
"Siamo tutte delle gran bugiarde" di Paolo Poli e Giovanni Pannacci (Giulio Perrone Ed.)
Perché: perché oltre a tenere sempre viva la memoria di uno dei più grandi istrioni che il teatro italiano abbia mai avuto, questa conversazione tra l'attore e Giovanni Pannacci è un inno alla giovinezza dello spirito e alla freschezza del pensiero; tra una risposta e una tirata (anche d'orecchie) al suo intervistatore, le parole di Paolo Poli (e sembra davvero di sentirgliele pronunciare con l'inconfondibile verve) sono un inno alla vita in ogni sua manifestazione e un'esaltazione della cultura e dell'arte oltre ogni paludamento e "parruccamento" (costumi di scena ovviamente esclusi); tenere questo volume sul comodino e rileggerne i brani prima della buonanotte farà fare sogni ironici, briosi e dissacranti, più preziosi di quelli d'oro, e (ciò che è meglio) anche in pieno giorno.

Claudia vorrebbe portare nel nuovo anno: 
"Odio sentirmi una vittima" di Susan Sontag (Il Saggiatore)
Perché: è un libro che risponde a tante domande che mi sono fatta negli ultimi anni, scritto da una donna forte, una intellettuale finissima che ha saputo con acume e lungimiranza interrogarsi sempre senza paura. Un inno al connubio tra pensiero ed eros. 
A chi: a chi ama le raccolte di saggi che raccontano un sistema di pensiero. Quello di Susan Sontag era demistificatore, sfidante, interpretativo, responsabile. Mai semplificativo.

Debora vorrebbe portare nel nuovo anno: 
"Macerie prime (I e II)" di Zerocalcare (Bao Publishing) 
Perché: Zerocalcare da dipendenza. L’ironia pungente, lo sguardo lucido e disincantato sulla realtà, i personaggi indimenticabili e veri, fanno di Michele Rech uno degli scrittori-fumettisti più interessanti del panorama italiano contemporaneo. Macerie prime è forse la sua prova più complessa finora, un racconto corale e umanissimo, pungente, dolce amaro, divertente e ricchissimo di spunti. Il libro da portare con sé nel nuovo anno, per (ri)scoprire una forma narrativa che sta dando risultati notevoli. 
A chi: a tutti i - numerosissimi - fan di Zerocalcare che aspettano ogni tavola con trepidazione, ma anche a chi, semplicemente, ama le storie, in qualsiasi forma esse si presentino. A chi non smette di interrogarsi sul mondo che ci circonda e sulle difficoltà del diventare adulti. A tutti noi, eterni Peter Pan in bilico fra adolescenza e maturità, che ci fidiamo della voce dell’Armadillo. E sorridere un po’ delle nostre - tante - nevrosi e - scarsissime - certezze. 

Federica vorrebbe portare nel nuovo anno: 
"Salvezza" di Lelio Bonaccorso e Marco Rizzo (Feltrinelli)
Perché gli uomini e le donne di cultura devono unirsi in un coro unanime contro ogni forma di intolleranza e xenofobia, con l'obiettivo di arginare l'ondata di odio e di chiusura che sembra aver contraddistinto l'ultimo periodo nel nostro Paese. Un romanzo grafico, con la forza delle idee veicolate dalle immagini, è il giusto punto di partenza per ricordarci di restare umani.
A chi non accetta lo stato attuale delle cose e vuole contribuire al cambiamento; a chi ricerca una lettura che faccia riflettere e ricordare, con l'intensità di una storia che difficilmente si dimentica; a chi ama la letteratura a fumetti e sa che questa non si esaurisce nelle storie di supereroi e mutanti, ma che invece è spesso latrice di messaggi profondi e costruttivi.

Giulia vorrebbe portare nel nuovo anno: 
"La famiglia Aubrey" di Rebecca West (Fazi Ed.)
Perché: come si dice in occasione dei matrimoni (e qui lo trasliamo per i nuovi inizi): "something old, something new, something blue". "La famiglia Aubrey" è il primo volume della trilogia e il seguito è previsto proprio per gennaio. Con questa saga familiare, magistralmente scritta e con un occhio sul mondo filtrato dal pentagramma e da pizzichi di sovrannaturale, ci portiamo nel nuovo anno qualcosa di "vecchio" visto è uscito nel 2018; qualcosa di nuovo, in attesa del secondo capitolo; e qualcosa di blu, vista la bella copertina azzurra. 
A chi: a chi ama la saghe familiari e chi vuole incominciare il nuovo anno senza dimenticare le straordinarie letture fatte nell'anno appena concluso.

Gloria vorrebbe portare nel nuovo anno:
"L'amica geniale" di Elena Ferrante (Edizioni e/o)
Perché: su Critica c'è da tanto tempo la recensione di Marco Caneschi, ma c'è voluta la serie tv per convincermi a leggere una delle saghe più famose degli ultimi anni. È successo anche a voi? Ho trovato così una storia d'amicizia preziosa, dove c'è chi resta sotto i riflettori e chi è, suo malgrado, compartecipe, con la commistione di sentimenti che questo comporta. 
A chi: perfetto per i lettori in cerca di storie di formazione e d'amicizia particolari, scritte benissimo, con una potenza evocativa che certamente farà risuonare un po' delle nostre amicizie infantili in Lila e Lenù. 

Ilaria vorrebbe portare nel nuovo anno:
"La fragilità degli angeli" di Gigi Paoli (Giunti)
Perché: il ritorno del cronista giudiziario più simpatico e in gamba di tutto il panorama letterario italiano, Carlo Alberto Marchi, sarebbe di per sé già una ragione sufficiente per prendere tra le mani questo libro, ma ciò che meraviglierà gli affezionati dello scrittore e giornalista Gigi Paoli (qui alla sua terza prova di narrativa) e che stupirà chi ancora non lo conosce è la nuova e entusiasmante avventura che coinvolgerà il il giornalista, i suoi colleghi e gli amici della polizia, questa volta alle prese con la misteriosa sparizione di un bambino.
A chi: a chi è alla ricerca di un buon noir da leggere durante le feste o da assaporare con calma durante tutto il mese di gennaio.

Ilaria vorrebbe portare nel nuovo anno anche:
"Una relazione" di Carlo Cassola (Mondadori)
Perché: per ritrovare (o per scoprire per la prima volta) uno scrittore divenuto un classico sulla scena del panorama italiano, per il linguaggio diretto e semplice grazie al quale Carlo Cassola racconta una storia d'amore vissuta con compostezza, con essenzialità, per la scrittura scevra di ampollosità e esercizi stilistici che contribuisce a rendere il lettore partecipe di un dramma che si consuma in silenzio sotto i nostri occhi, senza sfogo alcuno.
A chi: consigliato a coloro che sono alla ricerca di un classico che tratteggia una storia d'amore con una descrizione essenziale e minimalista, a coloro che desiderano cimentarsi per la prima volta con un'opera di Cassola, ma anche a chi già lo conosce e lo apprezza. Con "Una relazione" vivranno un periodo fondamentale della nostra Storia e, al contempo, si immergeranno in una preziosa storia d'amore.

Sabrina vorrebbe portare nel nuovo anno:
Capoterra - Foto di ©Alessandra Liscia
“La contrada dei Tagliatori di pietra” di Flavia Guzzo (Rigoni di Asiago)
Perché: perché è il primo romanzo di una scrittrice che meriterebbe l’attenzione di una grande casa editrice. Perché racconta le vicende della guerra sull’Altopiano di Asiago con una potenza narrativa non facile a trovarsi in un esordio alla scrittura. Perché tiene incollato il lettore fino all’ultima pagina, in un saliscendi di tensione narrativa davvero interessante.
A chi: ama farsi raccontare una storia poco nota, ma vera; a chi predilige i romanzi corali in cui i personaggi, numerosi, sono ben caratterizzati e concorrono all’armonia dell’insieme.

Sabrina vorrebbe portare nel nuovo anno anche:
“Le assaggiatrici” di Rosella Postorino (Feltrinelli)
Perché: perché è uno dei libri di cui più si è parlato in questo 2018. E a ragion veduta, perché è un romanzo che parte da un’idea originale e la sviluppa con abilità e talento. Perché induce a riflessioni importanti sul cibo, sul rapporto tra donne costrette a una convivenza forzata, in bilico tra piacere e terrore, sulla natura umana e la lotta per la sopravvivenza.
A chi: a un’amica che predilige un punto di vista femminile sulla Storia e che sicuramente apprezzerà. Ma anche a un amico che, al contrario, non è abituato a confrontarsi con tale percezione e che potrà trovare così un nuovo angolo di visione.

Sabrina vorrebbe portare nel nuovo anno anche:
“La manutenzione dei sensi” di Franco Faggiani (Fazi)
Perché: perché ha messo questo romanzo sul podio delle letture migliori del 2018. Un libro di rara delicatezza che ha saputo trattare i temi della famiglia, del disturbo di personalità e dell’amore paterno in un modo davvero originale. Lasciando parlare la montagna, complice e protagonista della lenta marcia di avvicinamento tra un uomo e un ragazzo, un padre e un figlio in affido che impareranno ad avere fiducia l’uno nell’altro e a formare così una famiglia.
A chi: a chi si trova a fare i conti con un momento magari non proprio facile della vita, perché l’autore, con grande serenità e un sorriso, senza salire in cattedra, racconta come si può affrontare una difficoltà con volontà, resilienza e ottimismo. E a chi ama la montagna perché ne riconoscerà subito il potere taumaturgico.

Valentina vorrebbe portare nel nuovo anno: 
"Guida tascabile per maniaci di libri" di The Book Fools Bunch (Clichy)
Perché questo è letteralmente un libro sui libri: una summa fondamentale per tutti gli appassionati bibliofili. Contiene, infatti, liste e classifiche ordinate secondo diversi criteri. In ordine sparso: i nobel per la letteratura, i mille libri fondamentali, quelli consigliati dai librai italiani, i best seller anno per anno, e così via. Oltre a ciò questa pubblicazione (una seconda edizione, data alle stampe sulla scorta del successo ottenuto con la prima) raccoglie stroncature, incipit celebri e i cocktails e le ricette prese dai libri più famosi. Insomma, è un vero e proprio regalo indispensabile per tutti coloro che hanno sempre voglia di leggere e scoprire libri nuovi: scorrendo le pagine del volume, infatti, viene automatico prendere nota dei titoli che ancora mancano alla nostra libreria con la creazione di una wish list inevitabilmente lunga!
A chi: a quelli che spesso non sanno cosa leggere, a chi non ha idee e spesso cerca consigli da amici e parenti, e infine ai lettori appassionati che vogliono conoscere le curiosità più strambe sui loro libri preferiti!