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#RileggiamoConVoi - marzo 2013

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Campagne nel pavese, dal bus
Cari amici,
la primavera sta iniziando? Seri dubbi, con il freddo e la neve che ancora si sono abbattuti sull'Europa. Ma qualche giorno di caldo improvviso ce lo siamo goduto, e forse qualche temerario ha iniziato a leggere in giardino o alla fermata del pullman. 
Di sicuro, questo marzo sta regalando davvero molte nuove uscite, e anche la nostra scaletta mensile ha ospitato molte nuove uscite. 
Ecco cosa vi consigliamo di andare a leggiucchiare, complice forse il ponte pasquale.

Auguri e Buona Pasqua a tutti!
La Redazione



Claudia consiglia: 
"Settanta acrilico trenta lana" di Viola Di Grado
Perché: a poche settimane dall'uscita del secondo libro ("Cuore cavo"), il romanzo d'esordio della catanese Viola Di Grado, Premio Campiello Opera Prima 2011, è un testo che cattura il lettore nella rete di una scrittura fuori dal comune.
A chi: a tutti gli amanti di romanzi fortemente focalizzati sull'interiorità dei personaggi, magari dal gusto un po' dark. 

Debora consiglia:
"La bambina di neve" di Eowyn Ivey
(qui la recensione)
Perché: in questa coda di inverno, un romanzo struggente e onirico ambientato nelle terre selvagge del grande Nord
A chi: ama le atmosfere sospese tra realtà e sogno, la natura incontaminata e crudele, la forza dell'amore.

Giuseppe consiglia:
"Espiazione" di Ian McEwan
Perché: espiare il proprio senso di colpa richiede lo stesso mentale "passaggio" e '"andar oltre" della Pasqua giudaico-cristiana.
A chi: a tutti coloro che, pensando di salvarsi, conserveranno un indigesto senso di inappartenenza.


Gloria consiglia:
"Caduto fuori dal tempo" di David Grossman
Perché: perché la Pasqua è un momento di raccoglimento familiare, e il libro di Grossman è un viaggio senza ritorno nell'amore, anche oltre la morte.
A chi: a chi ha qualche sospetto nei confronti dell'amore incondizionato. Questo libro ha il potere, tra prosa litica e poesia, di confermare la forza del sentimento.

Stefano consiglia:
"Lamento di Portnoy" di Philip Roth
(ecco la recensione)
Perché: è un monologo delirante attraverso il quale Roth riesce a far emergere le contraddizioni e le ipocrisie della società americana pre-contestazione: famiglia, lavoro, società dei consumi, sessualità, religione, c'è proprio tutto.
A chi: a tutti coloro che vorranno celebrare l'ottantesimo compleanno dell'insuperabile Philip Roth immergendosi nei suoi romanzi, mai facili ma sempre appaganti.