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La ragazza della Torre

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La ragazza della Torre
di Dart-Thorton Cecilia
Nord Editore, 2006
pag. 532 
Traduzione di A. Guarnieri
10,00€

Lasciate ogni raziocinio o voi che entrate in questo mondo di fiaba e fantasia, magiche creature e demoni spietati. Con voi solo l'emozione del fanciullo capace di meravigliarsi davanti alla creatività letteraria.
Non vi serve altro, soltanto la voglia di appassionarvi.

Qualche parola sulla trama
E' una creatura reietta, deturpata, orrenda, sfigurata, muta, sporca, fragile, senza memoria, diversa, quella che viene trovata nei pressi del territorio della Torre di Isse e sarà lei il perno su cui ruoterà un viaggio lungo oltre le mille e duecento pagine suddivise nei tre libri che compongono la trilogia. Dagli spiragli della torre in cui è rinchiusa, la creatura scoprirà che il mondo in cui si trova è fatto di eutauri (cavalli alati capaci di volare), Navi del Vento, cavalieri, ordini, feudi. Tuttavia non le basterà fissare l'altrui libertà e sognare la propria. 
Il ritrovato sfigurato cercherà ogni modo per scappare e quando finalmente troverà la chiave per farlo ecco iniziare il viaggio e una sorta di mistica esperienza nel mito, nella poesia, nell'immaginario, del folklore e nelle leggende.
Il viaggio dell'eroe si fonda su tre obbiettivi: trovare il suo volto, trovare la sua storia, essere amata. Questi obbiettivi saranno arricchiti, modificati, messi in pericolo, superati, ampliati nel corso della storia. Non è possibile spiegare oltre la trama senza svelare.
Avventura, viaggi, scoperte, tesori, pirati, Carlin, vento shang, eserciti, anelli, pericoli.

Consiglio la lettura di questo libro in lingua originale per gustarsi i colpi di scena scaturiti dall'uso della lingua. Sull'identità di questa creatura c'è un gioco molto bello che, purtroppo, la traduzione italiana smaschera sin da subito, togliendo al lettore non poca suspance e sorpresa. 

Rispetto ai personaggi si può dire che l'analisi psicologica non sia eccessivamente sviluppata. 
Il romanzo è incentrato sui colpi di scena, sul non-detto, sulle rivelazioni inaspettate. L'anima e le emozioni dei partecipanti alle gesta sono lasciate trasparire filtrate. E' difficile focalizzare l'attenzione su questo giacchè il lettore è letteralmente bombardato da fantastiche ambientazioni, metafore e prodigi letterari. I nomi sono piuttosto difficili da ricordare in quanto appartenenti alla lingua di Erith. 
La creatura protagonista della storia cambierà vari nomi durante i tre libri ma l'autrice accompagna il lettore in questi cambiamenti: il doppio nome viene usato fino a quando non  sarà automatico ricordare e associare la persona al nuovo nome. 
Stormi e stormi di creature seelie e unseelie si mescolano ad esseri fatati. 
Davvero troppi per ricordare le peculiarità di ognuno. 
Quello che aiuta il lettore è che molto di questo materiale è preso dall'immaginario collettivo e dalle favole quindi è piuttosto facile ricordare quanto meno la struttura della storia legata alla donna-foca o alle sirene, oppure al cavallo d'acqua, agli gnomi, ai nani che fanno gli scherzetti, alle creature del lago e via dicendo. Le esperienze nei boschi, sui fiumi, nelle caverne e miniere  sono familiari a chiunque. L'autrice sfoggia con amore il suo studio e i suoi bagni nella mitologia irlandese e questo differenzia il suo libro da molti fantasy scadenti o aspiranti-tolkeniani-mal-riusciti.
La creatura protagonista principale subisce il corso degli eventi per buona aprte del libro, ma questo è speculare alle riflessioni inerenti i temi della responsabilità personale, delle scelte e del destino, che verranno affrotnate nei libri seguenti. 
L'amore è un amore alla Harmony, ma accarezza ed è accettabile all'interno del contesto letterario. Sarà messo alla prova dagli eventi, dal malocchio, dalle profezie, dalle diverssità di rango, dalla mancanza di parola. Il lieto fine non è scontato e non arriverà - se mai arriverà - che al terzo libro. Questo è solo il prologo di tutti gli eventi futuri. 
L'autrice si diverte moltissimo con gli scambi di identità e questo lega il lettore alla trama: nessuno è come sembra. Per capire la verità e mettere insieme tutti i pezzi del puzzle sei necessariamente obbligato a continuare a leggere, libro dopo libro, dopo libro.

Poesia e stile letterario. Questo romanzo è un gioiello. L'uso del Verbo, la ricchezza terminologica,  la delicatezza lessicale, la quasi totale assenza di termini volgari, in gergo o sproloqui, la costante presenza di musicalità, metafore e figure retoriche capaci di evocare solo con il suono degli accenti delle parole, sono un valore aggiunto all'intera trilogia.
In particolare il primo libro rappresenta un emblema della raffinatezza letteraria. Talvolta le descrizioni e gli elenchi, per quanto affascinanti, risultano ridondanti o di intralcio al progredire dell'avventura. 
Ci sono momenti in cui il lettore può desiderare una maggiore velocità nello svolgimento della scena. 
Questo romanzo, ancora più degli altri due, è il tempio in cui la fantasia viene forgiata sulla lingua, intarsiata nel lessico. E' creazione ammaliante. L'autrice rende profumi, sfumature, paesaggi con precisione e ricchezza. Questi aspetti si perdono nei due libri seguenti, nei quali viene lasciato maggiore spazio alle diatribe e alle sorprese.
Interessante l'idea di incastonare nel romanzo una costante sfilata di favole e leggende, l'uso di canzoni antiche, ballate, racconti. 
L'autrice è specializzata nel raccontare la trama delle sue congetture attraverso le parole dei personaggi. Mostra senza dire. Racconta l'universo con una precisione minuziosa, come nella storia di Pollicino lascia cascare bricioe di mollica piene di suggerimenti e anticipazioni ed è in grado di rammentarle al lettore molte pagine dopo, aiutando chi leggo nel formare il mondo a cui la Dart-Thorton ha pensato tramite riassunti o dialoghi esplicativi.

Echi del grande canto. Indubbiamente la Dart-Thorton guarda Tolkien e non ne fa mistero. Si ispira a "Il Signore degli Anelli" sia nella lotta tra il bene e il male, sia nelle creature maligne (non ci sono urukai, però non mancano uccisori di vario genere), sia nell'anello e nel fardello (la protagonista avrà con sè un anello e il suo fardello sarà simile a quello di Frodo: salvare il mondo). Non mancano i grandi maghi in contrasto, i re che compiono scelte errate, i puri di cuore, una sorta di Tom Bombadill e i compagni di viaggio alla Sam & company. Men che meno il mantello elfico sotto mentite spoglie. Pur tuttavia l'autrice va oltre e arricchisce, scombina le carte e la trama. Non lascia dubbi sul suo debito nei confronti del grande filologo inglese, ma non rinuncia alla propria identità.
La ritengo una prova di intelligenza a cui molti dovrebbero guardare.

Quel che resta. Non la storia, non le traversie dei personaggi, ma il mondo, l'universo creato. 
La poesia. Ci si inzuppa nella sua poesia. 

Ricchezze in dono. L'autrice ha posto a conclusione del romanzo una significativa bibliografia sulle creature fantastiche utilizzate nella narrazione, un dizionario indispensabile alla comprensione di alcune parole cruciali nei giochi su cui si fonda questo romanzo e delle spiegazioni aggiuntive inerenti il mondo di Erith.