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Un Parsifal del Terzo Millennio

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La realtà e il suo enigma
di Maria Lidia Petrulli

Zerounoundici, 2009

Yonne è un’affermata ricercatrice nel campo della psichiatria; sobria, controllata nelle parole e nei movimenti. Quando la incontriamo, è anche pronta a godere il proprio meritato momento di gloria, nel convegno in cui esporrà i risultati della sua ricerca. Esattamente quella che si definirebbe “una donna in carriera”; molti direbbero – una donna felice.
Tuttavia, proprio quando arriva il suo momento, accade qualcosa di inaspettato. Yonne deve prendere la parola ma, tra i partecipanti, vede “un’altra lei” che, sprezzante, la mette in discussione e in difficoltà.
Si tratta di illusioni? Di allucinazioni? Qualcosa di più: il crollo della protagonista di La realtà e il suo enigma è soltanto l’inizio di un percorso tortuoso e surreale – un viaggio iniziatico, fisico e spirituale che Yonne si ritroverà a intraprendere, suo malgrado. Un viaggio che, quando i rigidi schemi di una vita basata sul controllo e la paura del giudizio degli altri, sull’ansia di affermazione – quando questi schemi finalmente crolleranno, si mostrerà realmente per quello che è: la rivincita dell’ “altra Yonne”… la vera Yonne.
In questa bella prova, in cui la psicologia cede il passo a una forma di misticismo che ventila l’esistenza di mondi paralleli, Maria Lidia Petrulli crea un punto d’incontro tra la sua specializzazione in psichiatria e la passione per la mitologia celtica: il risultato è un racconto che procede tra incontri surreali e pieni di significato, nella continua ricerca di una soluzione dentro il Sé più autentico – che è, simbolicamente, indicato come un “Graal nella propria tasca”. Yonne, con le sue passioni nascoste e le sue piccole manie, con la sua ossessione per l’autocontrollo, è in un certo senso un paradigma dell’uomo contemporaneo, un Parsifal del Terzo Millennio: e questa storia, palesemente costruita per episodi simbolici (una rappresentazione teatrale in cui Yonne rivede simbolicamente rappresentata la sua condizone lavorativa, un ballo in maschera...), ne racconta l’equilibrio precario, proponendo una finale riconciliazione con la prorompente vitalità dello spirito e con le proprie intime, autentiche emozioni.

Laura Ingallinella