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McEwan per tornare a sognare

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L'inventore di sogni
di Ian McEwan
Einaudi, Torino

Traduzione di Susanna Basso
1^ edizione originale: 1994 (The Daydreamer)

pp. 117
€ 8,00

La fresca raccolta di racconti di McEwan, uscita nel '94 e approdata per la prima volta in Italia otto anni dopo, porta nel mondo di Peter, un ragazzino di dieci anni, chiuso e riservato, tutto immerso nell'universo fantastico dei suoi sogni ad occhi aperti. Gli adulti, che «si lludono di sapere che cosa succede dentro la testa di un bambino», quando invece è «impossibile sapere di una persona che cosa pensa, se quella persona non lo dice» (p. 4), richiamano continuamente Peter per la sua distrazione, e non sanno le sue stravaganti avventure pindariche.
Unica speranza per farsi capire diventa quindi la scrittura, che dà origine a questa raccolta di «imprese accadute dentro la testa di Peter, trascritte con fedeltà assoluta all'origine», come si legge nell'introduzione. 

E le avventure vedono Peter alle prese con trasformazioni fisiche, trasumanazioni, antropomorfizzazioni straordinarie e imprevedibili. Più che viaggiare in altri luoghi con la fantasia, Peter trasforma gli oggetti e le presenze della sua realtà quotidiana. Così, nel racconto "Le bambole", i giochi della sorellina Kate si animano improvvisamente per bacchettare e minacciare Peter. 

Scambi di corpo interessano almeno quattro dei sette racconti: nel "Gatto", Peter e il vecchio gatto di famiglia vivono per un giorno uno l'esistenza dell'altro; allo stesso modo, nel penultimo racconto, "Il piccolo", Peter sconfigge i suoi pregiudizi verso i bambini sostituendo il proprio punto di vista con quello del cuginetto Kenneth, dapprima ignorato e poi compreso profondamente. O ancora, "Il prepotente" racconta l'insospettabile riscossa di Peter nei confronti di un compagno di scuola che faceva il gradasso: l'iniziale soddisfazione del protagonista non impedisce di capire l'umiliazione dell'altro, e di rimediare. Infine, nel racconto finale "i grandi", Peter si immagina di svegliarsi improvvisamente adulto, e di accostarsi per la prima volta all'amore e, quindi, di individuare finalmente aspetti positivi nella crescita. 

Come vediamo, queste metamorfosi (non a caso McEwan cita in epigrafe Ovidio) riguardano "reincarnazioni" animale-bambino, bambino-neonato, bambino-bambino, bambino-adulto. Varie le età, ma varie anche le situazioni: spesso, la trasformazione permette a Peter di superare i suoi limiti, di affrontare le paure e di rispondere ai tanti interrogativi dei suoi dieci anni. Così, "Il ladro" permette a Peter di misurarsi con il timore (e, insieme, di sfamare la propria curiosità) circa un fantomatico ladro di quartiere, dietro cui si nasconde una conoscenza davvero imprevista e imprevedibile. 
Più fantasiosa ancora e sfrenata è "La Pomata Svanilina": nel cassetto 'del disordine' di casa, Peter trova una crema speciale, in grado di far sparire tutte le sostanze organiche. Subito, l'oggetto magico fa sparire tutta la famiglia di Peter... 

Sparizioni, apparizioni, metamorfosi, animazioni improvvise sono dunque gli ingredienti di questo libretto pieno di buoni sentimenti, che si legge in meno di un paio d'ore e che diverte con intelligenza i grandi e piccoli. Un libro da regalare a figli, fratelli, nipoti, giovanissimi amici e ai loro genitori: l'happy-ending non è mai abusato, per quanto sia frequente, e McEwan non fa false promesse. 
Totalmente diverso dall'autore di Espiazione o di Cortesie per gli ospiti, forse i suoi maggiori successi, ma ugualmente riuscito. Un Bontempelli anglosassone, meno surreale, meno dada, e più eticamente schierato.

Gloria M. Ghioni