di Donato Carrisi
Longanesi, novembre 2025
€ 23 (cartaceo)
€ 11,99 (ebook)
Per quanto l'esperienza di poco prima avesse lasciato un odioso strascico nei miei pensieri, mi convinsi che la mia era solo paranoia. Adesso vorrei dirvi che mi sbagliavo, che mi stavo solo suggestionando. Ma purtroppo avrei scoperto molto presto che ogni cosa a Nazareth accadeva sempre per un motivo. (p. 162)
Se state cercando un thriller psicologico incalzante, che tocca più volte i confini dell'inspiegabile, La bugia dell'orchidea soddisferà le vostre aspettative. Il romanzo si apre con un efficace zoom su una casa sperduta nella campagna; non è un luogo di pace, ma lo scenario di un pluriomicidio: un padre di famiglia, preso da raptus, ha tagliato la gola alla moglie e ai loro tre bambini durante il sonno. O almeno così è stato detto dopo che l'uomo, in stato di shock, ha avvisato le autorità al mattino. L'indagine è ormai chiusa da anni, e allora come si spiega la strana lettera anonima che reca il ritaglio di un articolo di giornale ormai ingiallito con la notizia della strage e la fotografia della famiglia sterminata?
Ricevere una busta con un contenuto del genere è già di per sé inquietante, ma diventa addirittura terrorizzante se la destinataria della lettera è la famosa scrittrice Victoria Anthon, che da anni cerca di proteggere la propria privacy e vive sotto falsa identità spostandosi appena teme di essere identificata da qualcuno.
Nemmeno la mia agente letteraria ha mai saputo che faccia avessi. Ci siamo sempre sentite solo per telefono e, fin dall'inizio, lei ha liquidato la mia scelta di non apparire come una "stravaganza d'artista". Ma la mia gente sapeva benissimo che questo inusuale stile di vita è sempre stato il segreto della mia scrittura. Come me, anche lei aveva paura che, se avessi deciso di rivelare a tutti il mio aspetto, di "umanizzarmi”, si sarebbe esaurita l'originale vena creativa che negli anni mi aveva portato a produrre una decina di romanzi, tutti best-seller tradotti in svariate lingue. (p. 22)
All'angoscia per quella lettera intestata proprio a lei da parte di un mittente sconosciuto, si aggiunge però immediatamente la curiosità della scrittrice di fama. I suoi occhi scavano nella foto, osservano le espressioni dei membri della famiglia, e a poco a poco trovano una crepa, qualcosa che non riesce a spiegarsi. La donna, Beatrice C., nascondeva un segreto. E così il pensiero di ciò che è successo a quella famiglia ossessiona Victoria, che sente il bisogno di consultarsi con la sua psicanalista: Lorenzo C. è davvero l'omicida della sua famiglia?
Sulla scia di ciò che la sua fervida immaginazione sta ipotizzando, Victoria Anthon decide di andare in quel paese isolato – soprannominato Nazareth –, dove si è consumato il dramma. Non sa se vuole solo fare chiarezza o se intravvede nella vicenda materiale per un nuovo best-seller. Eppure parte, e si ritrova presto lì: l'isolamento di quella campagna e il comportamento strano della gente del posto non fanno che aumentare l'inquietudine che noi lettori avvertiamo prepotentemente fin dalle prime pagine.
Victoria, che qui si fa chiamare Lidia, prova a chiedere aiuto a un giornalista del paese, Alfredo F., che aveva scritto l'articolo sulla strage. Non è semplice entrare nelle sue grazie, perché è cauto e diffidente davanti alle domande incalzanti di Lidia. Eppure qualcosa succede, e i due iniziano a riesaminare il caso:
"Perché mi stai aiutando col caso della Famiglia C.?" Chiesi invece. "Cos'è cambiato rispetto a dieci anni fa?". Tacque per un po'. "Quando accade un fatto come questo, la gente vuole un colpevole e una condanna. E li vuole subito. Non per sete di giustizia, ma perché sa già che quel fatto le verrà presto a noia" disse Alfredo. "Indagine e processi spesso diventano uno spettacolo come un altro. Il pubblico è volubile e pretende di essere intrattenuto. Le disgrazie altrui sono un ottimo diversivo alla routine della propria vita". (p. 114)
Tutto a Nazareth è strano e inquietante, e dunque quando Alfredo e Lidia decidono di verificare le loro congetture sul campo, i rischi aumentano. Ma sono rischi reali o è tutta suggestione? Ondate di panico, colpi di scena improvvisi, percezione di essere a un passo da una verità che qualcuno vuole tenere ben nascosta, pericoli improvvisi si alternano in questo romanzo coinvolgente, che vede infittirsi il mistero più ci inoltriamo nella vicenda.
Non privo di alcune riflessioni metaletterarie interessanti da parte della Victoria-scrittrice, La bugia dell'orchidea ha una struttura composita, che si delineerà e si chiarirà davanti ai nostri occhi nel corso della lettura. Allo stesso modo, ci chiediamo a cosa rimandi il titolo: bisognerà pazientare fino alla fine del romanzo.
Maestro dei rovesciamenti e degli svelamenti nelle ultime pagine, Donato Carrisi ha creato anche in questo romanzo una storia piena di umanità e di disperazione al tempo stesso, che indaga i lati più oscuri dell'animo umano, e lo fa scardinando uno dei nostri capisaldi: la famiglia.
GMGhioni
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