di Andrea Di Robilant
€ 14,99 (ebook)
Andrea Di Robilant, scrittore e giornalista, è tra le voci più raffinate
della divulgazione storica italiana contemporanea. Nei suoi libri, Di Robilant
ama intrecciare la precisione della ricerca con la grazia narrativa del
romanzo, trasformando il racconto storico in un viaggio dentro la memoria e la
cultura. Con L’Atlante di Ramusio. Vita di un geografo veneziano,
l’autore riporta alla luce la figura di Giovanni Battista Ramusio
(1485–1557), funzionario della Serenissima e autore della monumentale raccolta Navigationi
et Viaggi (1550), uno dei testi fondativi della geografia moderna.
Il libro è insieme biografia, saggio e riflessione sul sapere come bene comune. Ramusio, uomo del Rinascimento ma anche precursore della scienza moderna, fu un diplomatico di straordinaria competenza. Mise il proprio intelletto e la propria rete di contatti al servizio della conoscenza: raccolse mappe, diari, relazioni di viaggio e testimonianze di mercanti, esploratori e missionari da ogni angolo del mondo allora conosciuto. Con metodo filologico e curiosità umanistica, verificava, confrontava, traduceva e ordinava ogni informazione, costruendo una visione unitaria e razionale del globo.
Ramusio capì per primo che fino a quando i rapporti di viaggio – quelli autentici – fossero rimasti negli archivi segreti delle corti europee non sarebbe stato possibile elaborare una nuova geografia del mondo. Iniziò così un lungo percorso di ricerca che lo portò a rintracciare, studiare e raffrontare centinaia di libri, rapporti segreti, lettere – ogni possibile documento che potesse contribuire ad avere un’idea più precisa del mondo. (p. 13)
Ramusio non si limitava a registrare scoperte, ma
ne cercava il senso. In un’epoca ancora popolata di miti e fantasie, mirava a
distinguere ciò che era credibile da ciò che apparteneva alla leggenda. Andrea
Di Robilant mostra come questo atteggiamento, fondato su rigore e dubbio,
anticipi la nascita del metodo scientifico e la figura moderna
dell’intellettuale come “garante della verità”.
Nel ricomporre la vicenda di Ramusio, Di Robilant alterna pagine di ricostruzione storica a momenti di racconto personale. Il libro si apre con un episodio emblematico: la scoperta della “Villa Ramusia”, antica residenza di famiglia nelle campagne venete, che diventa punto di partenza di un’indagine archivistica e, insieme, viaggio nella memoria. L’autore segue le tracce del geografo in biblioteche e archivi, intrecciando il passato con il presente e restituendo al lettore la sensazione di partecipare a un vero processo di scoperta.
Il tono del saggio è al tempo stesso erudito e narrativo. Di Robilant scrive una storia del pensiero geografico che si legge come un romanzo di idee. Lo stile è chiaro ed elegante, con un ritmo misurato che alterna riflessione e racconto. Sa rendere vivi i dettagli – i fogli antichi, gli strumenti di navigazione, le voci dei viaggiatori – senza mai cedere all’aneddotica. La sua scrittura ha qualcosa della mappa stessa, è lineare, leggibile e aperta a nuove connessioni, come quando descrive cosa Ramusio pensasse del commercio.
Ramusio era convinto che il commercio fosse una funzione fondamentale della conoscenza geografica. L’Etiopia, a lungo trascurata dagli europei, era strategicamente posizionata tra l’Egitto e il Mar Arabico, ed era un’ottima porta d’accesso verso l’India e le rotte delle spezie. L’Europa cristiana, a suo avviso, poteva ricavare un grande beneficio dagli scambi commerciali con il Prete Giovanni. Forse addirittura superiore, concludeva lasciandosi forse un po' andare «a quello che apportò al mondo il discoprire fatto per il signor don Cristoforo Colombo». (p. 103)
L’Atlante di Ramusio è un libro che parla del passato ma interroga il presente. Con questo lavoro, Andrea Di Robilant restituisce al lettore non solo la figura di un grande veneziano dimenticato, ma un’idea alta e necessaria della cultura: quella che considera la verità come un bene e la curiosità come forma di etica.
Silvia Papa

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