in

"Il sale dei morti" è la Sicilia che ferisce e afferra e ci racconta la leggerezza del male

- -

 

Il sale dei morti

Il sale dei morti
di Salvatore Falzone
Neri Pozza, luglio 2025

pp. 224
€ 19 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)

Vedi il libro su Amazon 


C’è un richiamo ancestrale che prima o poi tutti i siciliani subiscono ed è quello che li lega alla propria isola. Così succede ad Ernesto Vassallo, medico che ormai da trent’anni ha lasciato la sua terra e che per prendersi cura di uno zio, che a sua volta si è preso cura di lui, dopo la morte dei genitori, ritorna. Il viaggio di ritorno, che è una sorta di moderno νόστος (nóstos) greco, che ha coinvolto gli eroi greci tornati dalle battaglie storiche, in realtà è un viaggio interiore, oltre che fisico.


Quando Ernesto incontra un giardiniere poeta, Youssef, riscopre una parte emotiva che ha sepolto da tempo; forse per via dell’ambiguità del sentimento che lo lega a quest’uomo, che diventa quasi un simbolo di rinascita, è per lui terribile scoprire che Youssef, improvvisamente muore, in circostanze oscure, lungo la strada che conduce alla miniera di sale, quel ventre antico che dorme sotto le viscere della Sicilia. Così inizia una ricerca che è insieme indagine, confessione e resa dei conti. Altre morti lacerano l'anima del protagonista, che comincerà a vedere il piano criminale intessuto ai danni dei suoi cari, proprio quando decide di impegnarsi per il suo paese ed entrare in politica. Solo allora le maschere cadranno e anche la morte di Youssef avrà un significato nuovo.


Ernesto è un eroe “imperfetto”, un uomo che ha vissuto lontano, con la colpa del silenzio e dell’assenza, che a fatica prova a rimettere insieme brandelli di memoria. Rientrare significa per lui fare i conti con un passato doloroso di morte, scoprendo ad esempio qualcosa di inquietante sull’omicidio dei genitori, ma anche fare i conti con la sua incapacità di amare e di impegnarsi.


Youssef, di contro, è una figura luminosa e misteriosa, una presenza che travalica il limite terreno e parla di cose invisibili: il desiderio di bellezza, la spiritualità da coltivare come un giardino. Le due figure si incontrano in un momento in cui al protagonista resta solo aridità: di affetti, di scelte, di pensieri. Il paesaggio diventa testimone, giudice, alleato. Le colline, i campi arsi, le miniere abbandonate sono come ferite appese al cielo.

In effetti, tutto era cominciato da quando era tornato. Era come se dal silenzio tragico della campagna, dalla deserta vastità degli spazi, da quel cielo così basso, fossero uscite forze oscure, primordiali, incontrollabili, distruttive: per assalirlo forsennatamente alle spalle e ridurlo a niente. (p. 172)

La prosa del romanzo è essenziale, c’è una sobrietà quasi geologica nel modo in cui descrive ambienti, corpi, silenzi. La Sicilia che appare qui non è pittoresca, ma struggente: un’aria che brucia, luci che annebbiano, silenzi che pesano. È una delle tante Sicilie possibili e verosimili, una terra dove contano più le emozioni che il paesaggio, dove mancano i valori, dove la scommessa di amministrare diventa strumento di un potere colluso, dove fare qualcosa o tirarsi fuori ha comunque un prezzo. 


La “leggerezza del male” è un ossimoro che regge l’intera struttura narrativa. In qualche momento, il racconto rallenta — i pensieri di Ernesto indugiano, le ripetizioni affiorano — ma non tradiscono. Sono spigoli che raccontano la fatica dell’uomo che porta troppe domande senza risposte.  In questi momenti affiora la bellezza di un giallo letterario che strizza l'occhio ad esempi fulgidi di una prosa antica, come quella sciasciana.


C’è la questione morale: il potere, la pretesa di verità, spesso resa impalpabile. C’è la memoria — collettiva e privata — che tende a dissolversi se non la afferri con forza. C’è il senso del sacro e del profano, la paura che la terra inghiotta ciò che non può sopportare. E infine, c’è la solitudine: ogni personaggio è prigioniero del proprio silenzio, del proprio rimpianto. Riuscirà infine Ernesto a liberarsi del suo silenzio e a gridare con forza la sua verità?


Samantha Viva