in

In bilico tra giustizia e vendetta: "Piccoli inganni crudeli" di Bak Sulmi si sta facendo strada in tutto il mondo

- -


Piccoli inganni crudeli
di Bak Sulmi
Longanesi, settembre 2025

Traduzione di Mary Lou Emberti Gialloreti

pp. 208
€ 16,90 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)

Dove sta la verità? E quanto è legittimo vendicarsi, se il resto del mondo appare sordo ai crimini? In fondo per tanta gente è stato ucciso solo un cane... E la sua padrona era una donna umile, una pescivendola che cresceva il figlio con un ritardo mentale. Cosa vuoi che importi di questo alla gente? Un caso di ingiustizia come tanti altri... 

Ci si indigna più volte per la realtà raccontata da Piccoli inganni crudeli, bestseller in Corea del Sud (nato come ebook in origine e poi diventato un webtoon di successo) e in tanti altri Paesi, ora arrivato in libreria anche in Italia per Longanesi. Il romanzo, che ci era stato consigliato dall'editor Fabrizio Cocco nella puntata di giugno del nostro podcast (che vi invitiamo a recuperare qui), è effettivamente un thriller fuori dall'ordinario che esplora i lati oscuri dell'animo.

E lo fa con una struttura singolare: dimenticatevi i thriller che raccontano in presa diretta gli eventi, quelli che coltivano la suspense con il gioco-forza dell'imprevisto, del colpo di scena che si verifica davanti ai nostri occhi. Sulmi fa qualcosa di diverso: divide il romanzo in quattro sezioni, e lascia che siano i personaggi a raccontare il loro punto di vista sulla vicenda. Distorcendola, slabbrandola, ribaltandola.

Si inizia con la lettera di Mira: lei scrive a Jiwon, la madre di Yujae, lo studente a cui dà ripetizioni. Non aspettatevi una lettera con richieste formali; Mira vuole portare alla donna una storia cruda, che con un andamento tanto freddo e calcolatore da risultare angosciante ripercorre i motivi e gli eventi che l'hanno portata nella loro casa. Non solo la ricerca di denaro, anzi! Ci sono motivi personali e secondi fini che scopriamo strada facendo. 

Eppure Jiwon non sembra tanto sconvolta quanto noi: anzi, riparte a ricostruire gli eventi con la stessa incredibile razionalità di Mira e ammette di aver tanto a lungo concentrato la maggior parte delle sue energie sul primogenito, un ragazzo particolarmente talentuoso, quasi geniale, e di aver trascurato invece Yujae. Ma basterà l'autoflagellazione della donna per porre fine al desiderio di vendetta di Mira? 

Anche la parte in cui è Yujae a fornire il suo punto di vista è ricca di capovolgimenti – vi basti questo, o cadrei in spoiler gravissimi per l'equilibrio di questa macchina narrativa calibratissima –: il ragazzo mal sopporta il fratello, sente di essere una sorta di "causa persa" agli occhi di sua madre, e dunque per vivere qualche emozione si spinge troppo oltre. 

Questi sono solo alcuni degli elementi che incuriosiscono i lettori lungo una trama costellata di temi forti, su cui è bene interrogarsi: i traumi che possono nascere da eventi tragici o da famiglie poco attente, l'indifferenza sociale ai crimini commessi ai danni delle persone più umili, l'idea serpeggiante che "c'è sempre un modo per cavarsela". 

Con una scrittura ora più svelta ora riflessiva, Bak Sulmi racconta davvero piccoli inganni crudeli, e lo fa con una prosa così trasparente e lontana delle ambiguità che rende il tutto ancor più angosciante. È dunque vero tutto quello che stiamo leggendo? Dipende, perché la verità è un prisma che rilascia coni di luce diversi, a seconda di chi vi sta guardando dentro. E noi lettori restiamo a tratti frastornati dalle rivelazioni, a tratti vorremmo assolutamente arrivare a una forma di giustizia, ma nel frattempo ci godiamo una narrazione in grado di tirarci in causa, volenti o nolenti. 

GMGhioni