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Il genio e il capriccio. "Le lezioni della storia" di Edgar Morin

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Le lezioni della storia   
di Edgar Morin
Garzanti, 2025

Traduzione di Alessandro Mola

€ 12,00 (cartaceo)
€ 6,99 (ebook)

Incerta per natura, la storia dona certezza solo in retrospettiva, a fatto compiuto. È ordine e disordine, determinismo e caso, creazione e distruzione. Rivela il genio e il capriccio. Rivela tutte le sfaccettature della natura umana, le più sublimi e le più barbare. (p. 80)

Testimone di un secolo di storia, Edgar Morin sembra davvero la persona più adatta per raccontare cosa insegna la storia e lo fa senza retorica o affettazione. Il breve testo raccoglie sedici lezioni che sono un efficace concentrato dell'epistemologia di Morin, del suo metodo, mostrati nel loro sorgere dalla storia, intesa sia come esperienza vissuta che come disciplina studiata.

Si inizia proprio con la lezione di Georges Lefebvre, suo professore alla Sorbona nel 1940. La prima lezione è che il risultato di un'azione può essere contrario alla sua prima intenzione. Questa idea, che nel pensiero di Morin è stata chiamata «ecologia dell'azione», porta subito il lettore a riflettere che non esiste - nelle azioni individuali come in quelle collettive - una causalità lineare e una prevedibilità. Il corso di un evento dipende dal contesto e dalle interazioni con altri eventi. Siamo alla base della teoria della complessità, di cui Edgar Morin non ha mai smesso di riconoscere il carattere transdisciplinare. 

In questo testo ci si sofferma sulla storia e le riflessioni di Edgar Morin accendono anche una luce su alcuni aspetti fondamentali della metodologia storica, quali l'osservazione che è necessaria mente in primis un'auto-osservazione, in quanto lo storico non domina la storia da un trono sovratemporale, ma è situato nella storia. Le lezioni di Lefebvre sono «lezioni di complessità». Analogamente, la terza e la quarta lezione si occupano di altri due insegnamenti della storia che sono stati fondamentali per Morin per elaborare la propria filosofia: l'accadere dell'improbabile e il concetto di con-cause. L'irrompere dell'inatteso e dell'improbabile segna una maniera antideterminista di leggere la storia, scevra anche da qualsiasi tentazione hegeliana di vedere in essa la rivelazione progressiva della Ragione.

La razionalità della storia, infatti, è soltanto una razionalizzazione a posteriori, scrive Morin nell'ottava lezione, interloquendo in primis con gli storici delle Annales.

Il difetto delle Annales è stato quello di trascurare il ruolo degli eventi e delle singole personalità. Quanto a me sono sempre stato uno  del ruolo degli eventi nella storia. (p. 42)

Il metodo moriniano si basa sulla non distinzione tra il metodo delle scienze naturali e quello delle scienze umane. La collisione tra corpi, l'interazione tra ecosistemi, ciò che caratterizza la biologica della vita accade anche nella storia umana. Ampio spazio in queste lezioni viene dato al ruolo dell'immaginario e anche della follia negli eventi della storia. Né il sociologo francese si sottrae dall'analisi del difficile presente che stiamo vivendo. Con la lucidità e l'autorevolezza che un centenario può mostrare nel comprendere il ritorno della barbarie, Morin con amarezza riconosce che essere stati perseguitati non immunizza dal diventare persecutori. 

Così, per un nuovo sovvertimento nel corso della storia, il popolo che più ha sofferto a causa di persecuzioni, affronti e omicidi - fino a un tentativo di sterminio che, senza la sconfitta tedesca, avrebbe raggiunto il suo scopo - questo popolo perseguitato si è trasformato in una nazione dominatrice, colonizzatrice e persecutrice. (p. 30)

La storia quindi dà lezioni, se le si sanno intendere, ma non vaccina contro gli orrori e contro gli sbagli di quello che Morin ha definito l'Homo sapiens/demens,  che continua a coniugare le più alte potenzialità della propria intelligenza con la bassezza dei suoi istinti più crudeli.

Acute analisi vengono svolte anche sul progresso tecnologico, a cui non è mai corrisposto e continua a non corrispondere un progresso etico. 

Insomma, cosa ci insegna veramente la storia?

La principale lezione della storia mette in luce i diversi comportamenti umani, ma anche la cogente correlazione anche la cogente correlazione antropologica tra ragione e follia, tecnologia e mito. (p. 80)

Deborah Donato