Un biglietto da cinque euro con un angolo tagliato può essere molto più di una banconota con un difetto: è un portafortuna che passa di mano in mano ai quattro protagonisti che animano le storie di Il biglietto da cinque, di Hakim Benbouchta, sceneggiatore e scrittore con un lungo passato di pubblicitario.
Si comincia con la vicenda di Louis, nato con la sindrome di Down, protetto e insieme spronato a migliorarsi dai genitori, in particolare dal padre, che crede nelle capacità di suo figlio di cavarsela. La madre, più protettiva, si angoscia appena scopre che Louis è partito dalla loro cittadina vicino a Parigi per andare nella capitale e, in particolare, allo stadio per vedere un'attesissima partita della sua squadra del cuore. Il padre, che avrebbe dovuto accompagnarlo, è infatti bloccato all'ospedale con una gamba rotta. Riuscirà Louis, con i pochi soldi in tasca – tra cui il cinque euro portafortuna –, il biglietto dello stadio e il telefono, a compiere la sua missione? Troverà ostacoli, ma anche una rete di solidarietà che si attiva e facilita il percorso.
Se il tema dell'inclusione è toccato con sensibilità ma anche con gusto per l'avventura in questo primo episodio, caratterizzato da una rapida formazione, il secondo è invece incentrato sulla vita di chi è arrivato in Francia con l'illusione di rifarsi una vita, con false promesse di cambiamento. È a Mamadi che Louis consegna il suo biglietto da cinque euro: partito dal suo villaggio in Guinea per guadagnare soldi per la sua famiglia e riscattarla così dalla povertà, dopo una pericolosa traversata Mamadi arriva in un Paese dove tutto è difficile, persino vivere. Almeno finché in metropolitana non difende una donna, Florence, da alcuni ragazzi che la importunano, e il video diventa virale. La possibilità di un riscatto personale è dietro l'angolo, e Mamadi non dimentica mai la sua giovinezza piena di difficoltà.
Non sono di natura prettamente economica le difficoltà di Nawal, protagonista della terza vicenda: lei, leader di un gruppo musicale che non è ancora riuscito a sfondare, ha sempre condotto una vita sentimentale e sessuale libera. Si è allontanata infatti dall'educazione rigida della sua famiglia, di religione musulmana, e ha portato avanti il suo desiderio di vivere senza definirsi all'interno di una famiglia tradizionale. E quando per il suo gruppo arriva un'occasione preziosa per mettersi in luce, Nawal si trova ricattata da una sua vecchia conoscenza. Come agire? Occorre celare agli occhi del mondo chi si è davvero?
L'ultima vicenda propone tutt'altra situazione e tratta della legittimità di tornare ad amare da anziani. Rebecca, vedova ormai anziana, si innamora del vicino di casa, Lucien, un uomo che sembra ora corteggiarla ora tenerla a distanza. Tornare a far proprio il gioco della seduzione dopo tanti anni sembra persino ridicolo a Rebecca, che si avvale dell'aiuto della sua nipotina per vincere la paura del rifiuto. Con sua nipote non c'è alcuno scontro generazionale; semmai uno scambio di idee, un confronto produttivo e ironico, all'insegna del bene reciproco. Un incontro tra due solitudini è quel che ci vuole per generare un sentimento nuovo, un entusiasmo per la vita che si credeva dimenticato.
E il cinque euro passa di mano in mano, in un romanzo a staffetta convincente, divertente e al tempo stesso toccante, che racconta quattro storie di persone che, per ragioni diverse, sono tenute al margine della società, lontane dall'idea di successo. Hakim Benbouchta esplora il loro punto di vista con luminosa trasparenza: uscire dal nostro egocentrismo e immergerci nelle loro vite è un toccasana che spinge a essere più empatici e anche a sperare in una svolta per le loro e per la nostra esistenza. Ognuno può trovare un cinque euro con l'angolo tagliato, ognuno può usarlo al meglio, se solo non rinuncia alla speranza di cambiare le cose.
GMGhioni
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