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La concezione di Natura che stabilisce un ordine predeterminato, imperniato sul riproducentrismo, tende a considerare ogni deviazione da tale struttura come un'eccezione, nella migliore delle ipotesi, o come un'anomalia o un'aberrazione, nella peggiore. In entrambi i casi, tali deviazioni vengono sistematicamente escluse e stigmatizzate come esempi negativi. La Natura, così come la intendiamo nel recinto in cui l'abbiamo relegata culturalmente nel corso dei secoli, si basa infatti su un rigido binarismo sessuale. (p. 64)
Da moltissimi anni, forse dall'inizio della civiltà e, chissà, anche dall'inizio della nascita dell'uomo, questa doppia considerazione della natura, ha permesso agli esseri umani di utilizzala come punto di riferimento per tracciare il confine tra ciò che è ritenuto normale e ciò che, al contrario, viene considerato anormale e per questo viene respinto, osteggiato, contrastato e in alcuni casi ucciso: il contronatura. Corpi che vengono definiti indisciplinati, nella migliore delle ipotesi e nelle peggiori che vengono qualificati come mostri, prodigi o fenomeni da baraccone, popolano quei margini, quei confini, di una natura altresì definita come pura, incontaminata, sana e binaria.
Nel saggio Contro naturam, lo storico medievale Jacques Chiffoleau esamina criticamente il concetto di "contronatura" e quello di natura nel contesto medievale, sia dal punto di vista giuridico che teologico. Come abbiamo visto, l'espressione ha origine in Platone e si ritrova in San Paolo. [...] Secondo lo storico francese, è nel Medioevo che la speculazione teologico-filosofica cristiana trasforma profondamente il concetto di "contronatura", elevandolo a vero e proprio antagonista della Natura. (p. 80)
Ovunque emerge, ciò che viene definito contronatura apre uno spazio di analisi e riflessioni ricco di suggestioni sulla complessità dei viventi nei regno animale e nel regno vegetale, portando alla luce comportamenti che mettono in crisi sia il dogma della riproduzione che la lotta per la supremazia. Proprio questi due aspetti meritano di essere approfonditi leggendo questo saggio. Perché in diversi campi del sapere emerge che il contronatura svolge un'azione di cooperazione e non di isolamento o di contrapposizione. Un concetto questo che sorprende perché in una lotta fra ciò che è naturale e ciò che non lo è, si dovrebbe pensare ad una contrapposizione muro contro muro, ma non è così. Contronatura risveglia tematiche di collaborazione, cooperazione e integrazione molto più che il concetto di naturale.
Questo saggio, denso, ricco di spunti e di stimoli ci spinge ad approfondire una tematica complessa; esamina i meccanismi di oppressione che l'umanità ha imposto sull'ambiente e sui corpi che lo attraversano. Lavorando su alcuni pilastri come ecologia e teoria queer, gli autori dimostrano come tali concezioni siano alleate nel sovvertire l'immaginario eco-normativo. Raccontando e facendosi aiutare dalle arti contemporanee, quali: cinema, musica, arti visive e performative, gli autori esplorano una molteplice pluralità di alternative del conflitto natura vs contronatura. Permettendoci di ampliare enormemente la nostra visione dei modi di rappresentare l'alterità, l'altro, il diverso, il confinato. Un saggio affascinante che richiede un'attenzione particolare, perché dietro le sfumature si nascondono le intuizioni più belle.
Fulvio Caporale
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