Jack Vettriano
di Anthony Quinn/Tom Rawstorne
L'Ippocampo, settembre 2025
Traduzione di Daniela Magnoni
pp. 208
€ 29,90 (cartaceo)
Jack Vettriano è un artista celebre in tutto il mondo, ma lo sapevate che le sue riproduzioni su poster, cartoline, tazze e ombrelli vanno più a ruba di quelle di Van Gogh, Dalí e Monet?
Io stessa ne ho sempre subito il fascino da quando, da adolescente, ho scoperto i suoi dipinti.
Scomparso il 1 marzo di quest'anno, all'anagrafe Jack Hoggan e scozzese di nascita, si forma da autodidatta dopo una breve parentesi giovanile come estrattore di carbone; per il suo ventunesimo compleanno (siamo nel '72) riceve un set di pennelli e acquerelli ed è così che nasce il mito di Vettriano.
Curioso il fatto che, nei primi tempi, l'establishment artistico britannico lo liquidi come populista, semplicistico, frivolo e le gallerie d'arte non vogliano esporlo o acquistare le sue opere mentre gli ammiratori, i collezionisti impazziscono per accaparrarsi un bozzetto o due alle aste.
Il dipinto The Singing Butler che fa da copertina al volume (e uno dei suoi puoi famosi) ha battuto ogni record, venduto a cifre astronomiche e da allora, ogni anno, viene regolarmente riprodotto su biglietti d'auguri in Gran Bretagna e vende più di qualsiasi altro artista.
Innegabile che Vettriano sia ammaliato dalle figure femminili, quelle provocanti, coi tacchi alti, i vestiti rossi, i reggicalze. Le sue donne sono sì femmes fatales, ma hanno un che di malinconico - altro tema fondante per l'artista, insieme alla nostalgia del passato - e le figure maschili fanno da contraltare laddove c'è bisogno di enfatizzare la loro portata erotica.
Costanti sono i dipinti che ritraggono sale da ballo, club, smoking rooms, nonché oniriche spiagge e battigie in cui coppie romantiche e sfuggenti ballano sotto la pioggia.
Delle sue opere Vettriano dirà: «Un mondo perfetto in cui mi sarebbe piaciuto vivere, e invece non mi appartiene». (p. 10)
Romanticismo, tensione sessuale, nostalgia: i dipinti di Vettriano ci trascinano in un mondo irresistibile, glam, ma senza scadere nel kitsch. C'è l'erotismo, ma non la volgarità; c'è a presenza maschile, ma questa è secondaria, accompagna, non soverchia; ci sono i colori pastosi, cremosi, pieni ma non sgargianti, come attutiti in un sogno; e ombrelli, sigarette, camice bianche, cravatte e ghette, cappelli eleganti, rossetti rossi, tacchi, tantissimi specchi, candele, capelli sempre sulle spalle.
La sua opera strizza l'occhio al genere noir (come non pensare a Black Dahlia di De Palma):
Il cinema, e in particolare il noir, ha giocato un ruolo importante nella costruzione del linguaggio figurativo di Vettriano. Ad esempio, il dipinto The Billy Boys cita il manifesto del film di debutto del regista Quentin Tarantino Le iene - Cani da rapina; virilità e un senso di minaccia si mescolano nell'immagine di quattro uomini che avanzano fianco a fianco con aria sfrontata. Ma non è l'unico omaggio presente nel quadro: l'abbigliamento dei quattro ricorda il look retrò de Il padrino, mentre il titolo è tratto da una canzone che il padre di Vettriano era solito canticchiare sui « Leven Billy Boys », i Billy Boys della città di Leven.
«Credo che alludesse a King Billy, l'appellativo con cui gli orangisti in Irlanda del Nord chiamavano Guglielmo III d'Orange, sebbene lo scontro tra protestanti e cattolici non sia arrivato a toccare la costa orientale della Scozia. In pratica questi tizi stanno facendo una spedizione in un altro villaggio per fare a botte con una combriccola del luogo». A dire il vero sembrano più sterminatori di cuori che di uomini, e poi perché rischiare di rovinare dei vestiti così belli in una zuffa? Di sicuro fanno sul serio, ma la mescolanza di influssi che alimenta la memoria del pittore lascia incerta la precisa natura dell'impresa. Tarantino riappare in The Parlour of Temptation, dove la posa provocante della donna sdraiata con le gambe ripiegate all'indietro e i lunghi tacchi fa il verso a quella di Uma Thurman nel poster di Pulp Fiction. (pp. 48-49)
Trovo che sia un bellissimo volume per gli appassionati dell'artista, ma anche a chi sicuramente l'ha sentito nominare e non conosce la sua storia, le sue vicende personali, la parabola del suo successo.
Deborah D'Addetta
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