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Sensibile e intensa, Sara Rattaro torna a emozionare i suoi lettori con "Due cuori in tempesta"

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Due cuori in tempesta
di Sara Rattaro
Sperling  & Kupfer, maggio 2025

pp. 224
€ 17,90 (cartaceo)
€ 9,90  (ebook)

 

Siamo portati a immaginare e desiderare l’amore come una bella giornata di sole ma, molto più spesso, capita che questo ci travolga come una tempesta, qualcosa che ci coinvolge – e sconvolgeall’improvviso, mentre magari eravamo già impegnati a combattere contro qualche altro “demone”. Perché se l’amore è una tempesta, la vita – si sa – a volte può diventare una vera e propria bufera. Ed è proprio quello che accade a Mia e Giovanni, i giovani protagonisti di Due cuori in tempesta, ultimo romanzo di Sara Rattaro, scrittrice  sensibile e intensa e nota autrice di Young Adult di successo, come Il cacciatore di sogni, Sentirai parlare di me e Il cuore di tutto. Una scrittrice particolarmente vicina al mondo degli adolescenti, per l’empatia e il taglio psicologico con cui affronta le tematiche e le sfide che di quel mondo rappresentano aspetti cruciali: i primi amori, l’amicizia, il rapporto con le figure genitoriali, la costruzione della propria identità; ma anche agli adulti, trattando temi impegnativi come la malattia, la morte e l’abbandono. Sara Rattaro tesse le sue trame con uno sguardo attento e penetrante, con il quale osserva a trecentosessanta gradi la vita; anche per questo, i suoi romanzi di formazione sono apprezzati da un pubblico ampio ed eterogeneo e riconosciuti dalla critica contemporanea.


In Due cuori in tempesta l’adolescenza, con le sue turbolenze, torna a essere al centro della narrazione, attraverso le storie di Mia e Giovanni, le cui vite sono state intrecciate dall’autrice per mezzo di un sapiente, ironico e doloroso gioco del destino. Un Destino che ora dà, ora toglie; ora illude, ora disillude; ora fa risalire, ora sprofondare nuovamente in quel baratro da cui tanto faticosamente si stava provando a riemergere. Per ricordarci, appunto, che la vita è una “bufera” e attraversarla sopravvivendo richiede pazienza e determinazione, fiducia in se stessi e nelle persone giuste, ma anche capacità di cambiare a adattarsi al cambiamento stesso.


Il cambiamento di vita che, all’inizio della storia, Mia è chiamata ad affrontare, è molto doloroso e impegnativo perché ha a che fare con la rielaborazione di un lutto: il padre, coraggioso e motivato vigile del fuoco è venuto da poco a mancare durante un’operazione volontaria di salvataggio in mare. Il vuoto incolmabile di quella perdita si avverte in ogni giornata di Mia, nell’apatia e nel disagio con cui trascorre la vita scolastica e in  tutti i discorsi con la madre, sensibile caposala del Reparto di Oncologia dell’Ospedale della città, una figura presente e amorevole che fa di tutto per sopperire a quell'assenza che, però, lei stessa non è stata  ancora in grado di rielaborare.

Tuo padre mi manca  da morire, Mia, e ti assicuro che lo so bene quanto fa male, ma so anche che l’unica cosa che può salvare due cuori feriti da un bombardamento è la quotidianità, ritrovare gli occhiali persi sotto al divano o uscire con tua figlia per fare shopping e magari prendere un buon gelato. (p. 66)

Con la morte del padre, Mia sembra aver perso la motivazione stessa alla vita; ha, infatti, messo da parte le cose più importanti del suo passato: l’amica di sempre, Anna, e la passione per il nuoto; l’inserimento nella nuova realtà scolastica, fra l’altro, appare particolarmente difficoltoso. Le relazioni sono ostacolate anche dalla sua tendenza all’isolamento e dagli improvvisi attacchi d’ira; ma c’è una figura che, fra tutte, è in grado di percepire e comprendere il suo dolore, proprio perché sta combattendo una simile battaglia e attraversando lo stesso disagio («mia sorella è morta in un incidente stradale» p. 138), la sua nuova compagna Ella:

Non faccio in tempo  a darmi una risposta esauriente e a estrarre l’astuccio dallo zaino che la porta si spalanca e una ragazza sporge la testa. Ha i capelli neri e spettinati, forse più dei miei, e lo sguardo acceso che rimbalza da un angolo all’altro dell’aula come se cercasse qualcuno. I libri che tiene in mano le cadono a terra, mentre lei cerca goffamente di salvarli, facendo un rumore fastidioso che viene accompagnato dall’ilarità generale. (p. 9) 

Nei confronti di Ella, Mia sembra provare una solidarietà spontanea e immediata:

Una sensazione che conoscono tutti, io per prima, e se non fosse per quell’odioso bisbigliare alle mie spalle di certo non farei nulla. E così spingo il mio astuccio e il diario giù dal banco e li faccio cadere rumorosamente a terra. “Oh, scusate!” Grido alzandomi e facendo strisciare la sedia per raccoglierli. Tutti allora si voltano verso di me, mentre la sconosciuta ha il tempo di tornare del suo colore naturale. (p. 9) 

Il loro incontro sarà fondamentale affinché Mia possa imparare a ricostruire la parola amicizia: un buon punto di partenza per ritrovare la fiducia nei rapporti, oltre che per affrontare, con una nuova motivazione, le giornate scolastiche.

 

A più di una settimana dall’inizio della scuola, in un’officina abbandonata, avverrà poi l’altro incontro significativo, quello con  Giovanni: «È il ragazzo che ho incrociato la mattina del primo giorno di scuola, quello che si è defilato dentro l’officina abbandonata. È istinto puro: spalanco la portiera, salto fuori e lo seguo di corsa» (p. 33).

Giovanni, pacato e riservato, con una spiccata passione per la fotografia, sembra apparentemente molto lontano da Mia per indole; eppure c’è in lui una luce enigmatica, un’aura di mistero, che sollecita subito la sua curiosità. 

"È qui che lavoro alle mie foto" dice, accendendo una luce rossa soffusa che subito colora tutto l’ambiente di un tono caldo e misterioso. (p. 78)

In una piccola stanza nascosta dell’officina, con gli scaffali pieni di bottigliette etichettate in maniera disordinata, Giovanni custodisce le sue foto: «Sulla parete c’è un filo con appese delle foto ad asciugare, immagini di angoli della città che non ho mai notato, come se Giovanni fosse riuscito a catturare un’anima che a me è sempre sfuggita» (p. 78).

 

C’è, nella sua passione per la fotografia, qualcosa di profondo, un’intensità misteriosa; forse, il desiderio di strappare attimi alla vita, per paura che sfugga via troppo presto?

Non dico niente, ma mentre lo guardo lavorare, concentrato e silenzioso, capisco che questa piccola stanza è una parte di lui che non mostra a nessuno. E, per qualche motivo, mi sento onorata di esserci. -Qui dentro- mi dice piano – tutto rallenta. È come… una pausa dal mondo-. E ha ragione. Lì dentro mi prendo una pausa anche io. (p. 79) 

Giorno dopo giorno, nascerà fra loro una simpatia nutrita da sentimenti di conforto, vicinanza e speranza: entrambi stanno combattendo una personale battaglia interiore e il loro incontro rappresenterà l’occasione e la forza per rinascere, attraverso l’esperienza di un nuovo e ancora inesplorato sentimento: l’amore. E grazie alla delicata penna dell’autrice, nelle pagine dedicate alle tappe di questa conoscenza, il lettore potrà percepire e rivivere, insieme ai protagonisti, tutte le emozioni legate al “primo amore”.

Ma il Destino che, come già detto, illude e disillude, dà e toglie, ha intrecciato in maniera inaspettata e dolorosa le vite dei due giovani innamorati e ha decretato che il “demone” contro cui Giovanni sta silenziosamente combattendo non possa essere sconfitto. Solo l’amore può. L’amore vince su tutto: può sanare – o mitigare – le ferite del passato, colmare i vuoti ed essere più forte di ogni demone.

Mia riuscirà ad apprenderlo, proprio attraverso l’incontro con Giovanni, “tassello” importante del suo percorso di crescita, formazione e rinascita.

Alla fine del suo doloroso percorso, Mia arriverà a comprendere che «il dolore non si cancella, ma si trasforma. Che non possiamo controllare tutto, ma possiamo scegliere come reagire» (p. 214).

E, apprendendo, potrà finalmente rinascere.

 

Con Due cuori in tempesta Sara Rattaro torna ad emozionare i suoi lettori e a far riflettere sulla vita, confermandosi una scrittrice sensibile ed efficace, e un’attenta conoscitrice dell’animo umano.


Federica Malara