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"Giallo Lipari" tra inchieste, omicidi e quel richiamo antico del Sud che conquista e mistifica

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Giallo Lipari


Giallo Lipari
di Francesco Musolino
edizioni e/o, giugno 2025

pp. 288
€ 18 (cartaceo)
€ 11,99 (ebook)


Un classico giallo estivo in una delle location più ambite delle vacanze, Lipari, regina delle Eolie. Questo è lo scenario in cui è ambientato Giallo Lipari di Francesco Musolino, che ci racconta la prima indagine dell’ispettore Giorgio Garbo, figura anti-eroica quanto basta: ruvido, diretto, alieno al mare e ai riti isolani eppure costretto a farci i conti. Garbo, che arriva malvolentieri da Milano, è un outsider, ma non un ingenuo. Conosce i meccanismi del potere, fiuta l’omertà, ma Lipari lo spiazza lo stesso: è un’isola che “non dice”, dove ogni domanda genera sospetto.


Appena sbarcato sull’isola, dove in teoria “non succede mai niente”, Garbo si trova subito alle prese con un omicidio: uno sconosciuto viene ritrovato tra gli scogli da una coppietta che si era appartata in barca. Non c’è modo migliore per inaugurare il nuovissimo commissariato Lipari - Isole Eolie, (che nella realtà ovviamente non esiste) dove ‘u milanisi viene mandato con la scusa di una promozione, ma in realtà per allontanarlo dalla sua Milano dove stava già pestando i piedi a qualcuno, conquistandosi la fama di Golden boy.


Il siparietto della nomina ricorda molto lo stile di Camilleri e del suo Montalbano, mentre le atmosfere che Garbo rimpiange ci fanno pensare a Scerbanenco e al suo Duca Lamberti. Insomma, per lo scrittore messinese gli omaggi ai grandi del giallo sono importanti, sebbene si corra il rischio dello stereotipo commissario del Nord - contesto del Sud, Musolino camuffa bene questo cliché, arricchendo la trama di una figura femminile convincente, ovvero l’influente Fatimah, vittima di stalking e sempre più vicina a Garbo. Una nota che rende la trama più moderna e che non è l’unica, insieme al traffico di Fentanyl e all’inchiesta per Revenge porn.


Musolino scrive con uno stile terso, calibrato, un occhio giornalistico il suo, che traspare anche  dalle pagine del romanzo. Le descrizioni sono secche, essenziali, restituiscono l’atmosfera, con la luce tagliente delle Eolie, i rumori ovattati dei vicoli, il vento salmastro che accompagna le notti dell’ispettore, ma nello stesso tempo non tendono al mito, e parlano anche della massificazione del turismo, non sempre un bene per le piccole comunità locali, strette nella morsa dell’overtourism. Lo spazio e il tempo si comprimono, come accade nei gialli in cui ciò che conta non è solo “scoprire chi è stato”, ma capire perché e cosa si sta cercando davvero.

Il weekend, il caldo boia e la massa di turisti che affollava le Eolie complicarono non di poco le cose. Dalle otto in poi era un continuo attraccare e ripartire di barche, barchini e barchette che con la musica a palla scaricavano i turisti a Lipari, li ammassavano sul corso e poi li riportavano indietro, carichi di cartoline e calamite, con la pancia piena di pizzette e granite mentre il sole a strapiombo li cuoceva a dovere, in direzione di Vulcano e poi di Panarea e Stromboli. (p. 172)

Certo non c’è molto dei racconti sciasciani, carichi di aspettative verso il futuro o delle prime prove di turismo di Lignano Sabbiadoro consacrate dalla penna di Scerbanenco in questa descrizione inclemente del turismo dei nostri giorni, senza una musica a fare da colonna sonora e senza più magia o lentezza a cullarci, ma fa bene Musolino a sottolinearlo, per evitare inutili mistificazioni e un certo tipo di narrazione artefatta di luoghi troppo fotografati, che del sogno conservano sempre meno.


C’è anche un’ulteriore riflessione sociale che attraversa il testo e non a caso in esergo c’è una frase di Sciascia: la difficoltà di penetrare certi sistemi di potere locali, la complicità implicita tra istituzioni e cittadini, la reticenza elevata a forma di sopravvivenza. Il giallo diventa così strumento di scavo, e la verità non redime: lascia ferite, mostra crepe, impone un’amara lucidità.


In Giallo Lipari, il delitto è solo l’inizio. La vera indagine riguarda i legami, i tradimenti, le fedeltà invisibili. Lo scrittore costruisce un noir mediterraneo che affonda le radici nella tradizione ma guarda avanti. 


Samantha Viva