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Un giallo classico del 1938 ancora molto intrigante: "Il Natale di Poirot" di Agatha Christie

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Il Natale di Poirot
di Agatha Christie
Oscar Mondadori, 2020

1^ edizione in lingua originale: 1938
Traduzione di Oriella Bobba
Introduzione e postfazione di Marco Polillo

pp. 209
€ 12 (cartaceo)
€ 7,99 (ebook)

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Si dice "Natale con i tuoi", che lo si voglia o meno, vero? E in effetti i personaggi di Il Natale di Poirot ci ricordano molto bene che se un vecchio padre, ormai infermo, chiama a Natale non si può dire di no, anche se si manca da casa da vent'anni o se si cova parecchio astio per il patriarca della famiglia. A maggior ragione, se il padre in questione è un miliardario che lascerà una cospicua eredità agli eredi secondo suo capriccio. I Lee non sono molto uniti, per usare un eufemismo; lo capiamo fin dalle prime pagine del romanzo: il padrone di casa, Simeon Lee, si è arricchito notevolmente in Sudafrica, con traffici non sempre onesti. Ora si può permettere Gorston Hall, una grande villa nella campagna inglese, dove vive con i suoi domestici, suo figlio Alfred (a dir poco sottomesso) e la moglie Lydia, dal temperamento decisamente più risoluto.

Il tirannico Simeon ha convocato tutti, e dunque ecco tornare (di malavoglia) per il Natale anche gli altri figli con le rispettive consorti: George, avido e avaro, ora politico in Parlamento, con la moglie Madgalene, decisamente più giovane e avvenente di lui; David, che ha scelto di intraprendere una carriera da musicista, nonostante la minaccia di essere diseredato, e la moglie Hilda, a lui molto unita; il single Harry, la pecora nera della famiglia, che più volte ha chiesto soldi al padre per i suoi vizi o per uscire da qualche guaio. A loro si aggiunge l'avvenente e giovanissima Pilar, la nipote spagnola da poco rimasta orfana, che non ha ancora conosciuto il nonno e i suoi zii. Quando a Gorston Hall bussano nuovamente alla porta, si scopre che è arrivato Stephen Farr, giovane e affascinante figlio di un socio del vecchio Simeon Lee in Sudafrica, quasi un fratello per lui. Dunque, non stupisce che il padrone di casa inviti Stephen, appena arrivato in Inghilterra per la prima volta, a fermarsi e trascorrere con loro il Natale. 

Dopo averci presentato da vicino i personaggi della famiglia e i domestici, tra cui spicca il silenziosissimo Harbury, cameriere e infermiere di Simeon Lee, Agatha Christie inizia a mettere sul piatto altri elementi che rendono Simeon una vittima perfetta: dapprima il vecchio mostra alla nipote Pilar dei sassetti che le rivela essere diamanti grezzi che varrebbero circa diecimila sterline, se venissero lavorati; in più si fa sentire da tutti mentre telefona al suo notaio col proposito di prendere appuntamento per riscrivere il testamento nei giorni successivi. Inoltre, Simeon riesce a suscitare tensioni e diverbi tra quasi tutti i presenti, dimostrandosi un maestro nel creare zizzania, manifestando peraltro un certo divertimento. 

Quando durante la serata della vigilia si avverte un terribile rumore di mobili spostati come in una colluttazione, a cui seguono un tonfo sordo e un urlo raccapricciante, tutti salgono al piano di sopra dove si era ritirato il padrone di casa e scoprono con orrore che la stanza è chiusa dall'interno. Occorre abbattere la porta per trovare il corpo di Simeon a terra in un lago di sangue, con la gola brutalmente lacerata. 

E ora è tempo di indagare. Poirot, in Inghilterra per le vacanze natalizie, ospite di un amico commissario, si unisce alle indagini e da subito riconosciamo il suo occhio attento al dettaglio, il suo orecchio scaltro nel cogliere le incongruenze, la sua mente fervida nel mettere i vari alibi a confronto, indiziato per indiziato, fino ad arrivare a convocare i sospetti e a stringere su di loro la morsa di un ragionamento che porterà alla rivelazione del colpevole.

Siamo, insomma, davanti a un giallo della camera chiusa piuttosto tradizionale, ma quel che stupisce è come Agatha Christie costruisca personaggi estremamente credibili e coerenti con le loro personalità. La soluzione, manco a dirlo, non è facile da trovare, benché, al termine del libro, si possa risalire ad alcuni indizi che, qui e là, ci possono mettere sulla strada giusta. Facile, però, col senno di poi... Se preferirete rivaleggiare con Poirot, preparatevi, perché quello che vi aspetta è un gioco di intuito molto fine. 

Piacevole all'inverosimile a quasi cent'anni dalla prima pubblicazione, Il Natale di Poirot è una lettura che in un paio d'ore ci porta in una famiglia dove ipocrisie, incomprensioni, interessi personali serpeggiano sotterranei e si rivelano in rapide confessioni, piccoli tradimenti. Alcuni di questi, fatali. 

GMGhioni