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Cuori lontani duemila chilometri uniti dalle lettere e dalla letteratura: tra Milano e Catania a/r. Il poderoso carteggio di Federico De Roberto e la gentildonna Ernesta Valle Ribera

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Parole d’amore e di letteratura
di Federico De Roberto e Ernesta Valle
La nave di Teseo, 28 aprile 2023

A cura di Sarah Zappulla Muscarà e Enzo Zappulla

pp. 2139
€ 40,00 (cartaceo)

È quasi superfluo scriversi, tanto i nostri pensieri ci sono comuni! L’hai notato, amore? Le domande s’incrociano con le risposte, le ansie, desideri, le speranze ci procurano gioie e dolori nel medesimo istante; hai ragione d’aver paura! Ci si vuol davvero troppo bene! (p. 453)

L’esperienza che si prova nel leggere questo immenso carteggio (ben 764 pezzi!) è quella di vivere dentro una storia d’amore fatta di passione travolgente tra due anime elette e affini: un bene immenso tiene legati il riservato letterato Federico De Roberto a Ernesta Valle, sposata infelicemente con l’avvocato Ribera.  È impossibile non lasciarsi coinvolgere dalla loro fittissima corrispondenza e non essere colpiti dalla profonda sincerità delle loro reciproche confessioni, anche le più intime e riservate. Un amore tormentato, impedito non soltanto dalla distanza fisica, ma anche dalle convenzioni sociali:

Io volevo dirti che nelle situazioni come la nostra, cioè nell’amore fuori legge, vietato dalle leggi, la gente, il mondo, vede un peccato, un gran male, e lo biasima e lo condanna; ma che questo male, trovato dalle persone in nome delle leggi, della morale, esiste realmente nelle situazioni, negli amori vietati come il nostro; ma dipende appunto dal fatto che sono vietati, quindi che si devono nascondere, che i cuori innamorati debbono reprimere tanta parte dei loro moti, che debbono trepidare continuamente per tanti pericoli ignoti a coloro che possono amarsi alla luce del sole. (p. 393)
È una corrispondenza che apre la breccia nella vita privata dello scrittore, uno dei più riservati della nostra letteratura. Il lettore si sentirà un po’ voyeur e un po’ impiccione, perché attraverso le lettere conoscerà uno spaccato della vita dei due amanti: i loro gusti letterari, la routine delle loro giornate, le conoscenze milanesi e catanesi, gli eventi culturali a Milano, i dettagli del viaggio Milano-Catania, i lavori dello scrittore per «Il Corriere della Sera», le opere critiche su Leopardi, i tentativi teatrali. 
Immagine tratta dall’inserto fotografico dell'opera

La corrispondenza è una testimonianza fondamentale per gettare luce sulla vita intellettuale e privata di De Roberto che, tra i malesseri dello zio e le richieste della madre, l’imperiosa donna Marianna Asmundo Ferrara, rimanderà più e più volte il viaggio a Milano per riabbracciare l’amata che ribattezza “Renata”, ossia «rinata a nuova vita»: un senhal che serve anche per tutelare l’identità di lei. Non solo: il richiamo alla rinascita, all’amore che la giovane conosce per la prima volta, essendo sposata con un uomo che non ama (dirà in una lettera che lei, rispetto alla sorella che si lanciò in un matrimonio fortemente impedito dai genitori, «Io invece, fui buona, dolce, ubbidiente, e pago duramente questo adempimento del mio dovere filiale!» (p. 237) si riallaccia al titolo Vita nuova di Dante. Prima di partire diretto verso Catania, richiamato dai doveri familiari, egli dona all’amata un Calendario con le date più importanti della loro storia e in corrispondenza del giorno 29 maggio 1897, De Roberto scrive: Comincia la Vita Nuova». (p. 23)
Immagine tratta dall’inserto fotografico

I curatori dell’opera, Sarah Zappulla Muscarà e Enzo Zappulla, hanno svolto un lavoro impegnativo: il carteggio, ora custodito presso la Biblioteca Regionale Universitaria di Catania, fondo De Roberto, era giunto disordinato, spesso senza la busta con indicazione di destinatario e indirizzo. Si trattava quasi sempre delle lettere che arrivavano all’amata, la quale, per timore che la loro storia clandestina venisse scoperta, gettando nel disonore il nome del suo Rico, strappava via le buste già sulla strada che dalle poste la riportava a casa. 
Prima della raccolta epistolare, il libro si apre con l’interessante Prefazione dei curatori e una Nota al testo, importantissima per meglio comprendere il lavoro di trascrizione che è stato da loro svolto. L’apparato di note e chiose è veramente notevole e necessario, visti i numerosi riferimenti a personaggi della vita intellettuale milanese, alcuni molto famosi (l’attrice Eleonora Duse, Arrigo Boito), altri meno noti ed anche i personaggi che spesso Ernesta cita nelle lettere e che appartengono all’opera derobertiana Gli amori (prima edizione casa editrice Galli, Milano 1898).

Una storia d’amore così intensa e passionale non può non coinvolgere il lettore. Sono lettere autentiche di un uomo e di una donna che si sono amati pazzamente e desiderati disperatamente, e, nonostante la distanza temporale, certe espressioni un po’ antiquate (ho notato che però il lessico quotidiano è molto più comprensibile quasi più simile al nostro, che non quel quello letterario), possiamo vedere in Rico e in Nuccia (diminutivo di “femminuccia”) due giovani impazienti di rivedersi poter stare insieme dimenticando le tristezze e le amarezze della vita, il loro reciproco bisogno di condividere tutto - dai pensieri ai menu dell’albergo in cui si è stati, al diario di bordo sulla nave verso Napoli. De Roberto inviava a Milano finanche i fiori, i piccoli ritratti, i dolci tipici e ogni giorno una copia de «il Mattino» con all’interno la tanto desiderata missiva, e tanti tanti libri meravigliosi che la povera giovane, abbandonata alla freddezza del marito, divorava in poco tempo.
Ti ho mandato altri libri. Non so quali sono quelli che tu non conosci, fra quanti ne posseggo. Desideri leggere altre novelle del Maupassant? Io le ho tutte. Ho tutto Zola: dimmi se qualche cosa di lui ti riesce nuova. E di Daudet? E dei Goncourt? Conosci i famosi romanzi russi: la Guerra e la Pace, di Tolstoi; Anna Karenine pure di Tolstoi; Il Delitto e il Castigo di Dostoiewsky? Vuoi qualcosa di Giorgio Sand, di Balzac? Conosci le famose novelle fantastiche di Poe? (p. 383)

Letteratura e amore: binomio inscindibile, che tiene uniti per diversi anni due anime bisognose di felicità. Non c’erano ancora gli smartphone all’epoca, neppure il telefono fisso e quindi è impressionante realizzare quanto sia stata determinante e fondamentale la funzione della scrittura, che ha permesso ai due amanti di superare in qualche modo gli oltre duemila chilometri che li separavano. Le lettere del soggiorno milanese nei primi mesi della loro relazione sembrano gli stessi che degli innamorati impazienti e trepidanti si scambiano oggi via whatsapp, sono concitate, febbrili. De Roberto è un innamorato focoso, alcune lettere scottano, sono impudiche:

[…] impazzisco quando penso, cioè sempre! che tu non sei sola anima, che tu sei Delizia e Voluttà. Oggi voglio venirti a tergo, stringerti con le mani la vita nuda, la vita mia; risalire, risalire ai grappoli elastici, al collo bianco e caldo; prenderti la testa fra le mani, e rovesciarla e appressartela alla mia e tempestarti di baci tutta quanta la faccia e suggerti le labbra sino al sangue. (p. 295)

Immagine tratta dall’inserto del libro

Nuccia freme, l’assenza di una lettera del suo Rico per il ritardo di un giorno le reca un’indicibile angoscia e i sentimenti vanno dall’ansia per lo stato di salute dell’amato alla gelosia per le donne del passato di lui, o addirittura, per Tereza Uzeda, uno dei personaggi de I Vicerè: «che dolci, che belle cose hai scritte per quella donna!» (p. 489). Freme perché vorrebbe avere tempo per rispondergli, ma suo marito, l’avvocato Ribera, e il figlio Guido richiedono le sue attenzioni e la distolgono dal piacere di dedicarsi all’amato. Nell’epistolario vi sono anche lettere ufficiali, in cui l’amata Nuccia deve indossare di nuovo i panni della moglie e lo stile è più freddo e meno confidenziale. Vi sono anche lettere scritte dal Ribera stesso per chiedere al caro amico siciliano del denaro, nei momenti di ristrettezze finanziarie.

Dal carteggio scopriamo che De Roberto soffre di un malessere chiamato «isterismo mascolino» (p. 48), che gli porta una scissione dell’io («oscillando da uno stato di umore elevato - euforia vitale, accesa sensualità, operosità creativa - ad uno di mestizia e di inutilità - accidia, astenia, sofferente annullamento di sé», p.47) e l’amicizia con Giovanni Verga aiuta a sopportare la lontananza dal suo amore e i problemi di salute.

L’amore tra Nuccia e Rico è stato tenuto da loro segreto agli amici e ai parenti per tanti anni, è stata una relazione che ha dovuto, nonostante la distanza, sopportare tante prove - tra cui i tre aborti di lei, e non sempre è stato chiaro se siano stati volontari -, i vari impedimenti familiari di lui, dai quali non ha avuto mai il coraggio di scappare per rincorrere la sua felicità.

Che cosa vuol dire: Milano? Il dizionario geografico è sbagliato: dice che è la capitale della Lombardia. Errore grave. Milano significa Renata, Amore, Gioia, Voluttà, Conforto, Pace, Sorriso, Bellezza, Tripudio… (p. 13)

Marianna Inserra