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"La casa a 100 piani" di Iwai Toshio per sfiorare il cielo e contemplare le stelle

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La casa a 100 piani
di Iwai Toshio
Ippocampo, Marzo 2023

Traduzione di Asuka Ozumi

pp. 48
€12,90 (cartaceo)

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Sulla scia del racconto popolare inglese Jack e il fagiolo magico, così anche "La casa a 100 piani" di Iwai Toshio edito da Ippocampo e tradotto da Asuka Ozumi, immagina un mondo tutto in verticale fatto di animali, case su misura, utensili fantastici e pianeti che coabitano in rispetto e libertà. Un albo illustrato da "scalare", dall'alto verso il basso, fino all'ultimo piano di una torre altissima. La storia è quella di Tochi, un bambino che ama osservare le stelle dal telescopio della sua stanza, quando una mattina riceve per posta un misterioso invito in cima a una casa a 100 piani.

Tochi accetta l'invito, incuriosito di non essersi mai accorto di quella lunghissima torre, e risalendo le interminabili scale incontra uno dopo l'altro i suoi simpatici inquilini. I primi dieci piani sono abitati dai topini, poi gli scoiattoli che offrono a Tochi un succo alla ghianda, poi le ranocchie che raccolgono l'acqua piovana per la doccia in un appartamento fatto di foglie e stagni artificiali, e ancora le coccinelle, i serpenti a cui Tochi addirittura cura una carie per poi lanciarsi nel gioco di "salta il serpente", le api operose con il loro ristorante, i picchi che chiedono a Tochi di fargli da modello per una statua tutta in legno mentre un altro gruppo si allena per il volo, il geniale mondo dei pipistrelli completamente al buio e pensato sottosopra per l'abitudine di questi animali a stare penzoloni a testa in giù, le chiocciole tutte impegnate nelle loro stanze tonde e super colorate, e infine i ragni abili costruttori di ascensori veloci. Al centesimo piano Tochi trova il principe dei ragni, proprio colui che gli aveva spedito la lettera la stessa mattina, che lo invita ad osservare le stelle al telescopio. Tochi sa che le stelle è impossibile toccarle, ma dall'ultimo piano della torre quasi sembra riuscire a sfiorarle. 

La casa a 100 piani è un incantevole libro che si apre in verticale, quasi a simulare l'ascesa del bambino che si addentra via via nei meandri della torre. Ogni doppia pagina presenta in sezione dieci piani della casa, con tutta quella brulicante vita che si svolge al suo interno. La scelta di una narrazione verticale permette al lettore un apprendimento per scoperta, senza soluzioni preconfezionate, cosicché sia lui stesso l'artefice della meraviglia. Inoltre guardare le stelle con i bambini è un'avventura spesso sottovalutata, ma è veramente a misura di bimbo, divertente e al tempo stesso istruttiva. 

Le illustrazioni di Iwai Toshio sono così dettagliate che è impossibile non soffermarsi minuziosamente su ogni pagina: gli animali, gli arredi, i luoghi sono tutti studiati come nuovi mondi e realtà. Non sorprende che l'autore sia un artista a tuttotondo, meglio conosciuto come il Per Pan della digital culture, un'icona della prima generazione di artisti digitali, all'altezza di una novella di Tim Burton, dall'aria sempre teneramente stralunata che riesce a sorprendere ancora con le sue invenzioni raffinate e geniali;  non è un caso che Toshio sia straordinariamente attratto dai libri animati, dalle lanterne magiche e dalle illusioni visuali che percorrono la tecnica della cinematografia. Ma, eterno bambino, Iwai viene conosciuto dal grande pubblico a partire dagli anni '90, grazie ai suoi virtual set realizzati per la trasmissione televisiva Einstein Tv e per il programma per bambini UgoUgo Lhuga. Sono i bambini infatti a coronarlo del successo, tant'è che acquista ancora più notorietà come ideatore di videogame per Nintendo. 

La casa a 100 piani è lo specchio perfetto di quel puer che è ancora conservato nell'artista: creature singolari, il senso della maraviglia infantile, un nesso logico tra mondo reale e animale in cui il gioco della storia non ha nessun fine, nessuna direzione, competizione o struttura. Un albo illustrato originale, come una scala, utile per accompagnare anche noi in alto in alto, fino all'ultimo piano. O all'ultima stella. 

Serena Palmese