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«E se lungo la strada trovi la felicità, non esitare, prendila a piene mani». Il nuovo romanzo di Nicolas Barreau, «Mille luci sulla Senna»

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Mille luci sulla Senna
di Nicolas Barreau
Traduzione di Monica Pesetti
Milano, Feltrinelli, 2022

pp. 224
€ 17,00 (cartaceo)
€ 11,99 (ebook)

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Mille luci sulla Senna è l'ultimo libro, uscito lo scorso 18 ottobre, di Nicolas Barreau, lo scrittore francese divenuto celeberrimo con il bestseller Gli ingredienti segreti dell'amore (2011).

Anche stavolta Barreau fa dell'amore il centro della sua narrazione e ci consegna in lettura la storia di una protagonista un po' naïf, dolce e sensibile, invischiata, purtroppo, nelle complicate trame di un amore infelice. Ma andiamo con ordine: Joséphine Beauregard è una ragazza parigina, poco più che trentenne, che abita in un piccolo monolocale e vive traducendo libri dal finlandese per una piccola casa editrice. Una mattina, però, tutto cambia: nella sua posta l'attendono due lettere, contenenti comunicazioni di diversa natura. In una, il suo editore le annuncia che a malincuore sarà costretto a chiudere l'azienda; nell'altra, un notaio le scrive che Albert, lo zio strampalato di famiglia, è deceduto e l'ha resa erede di una piccola ma graziosa houseboat. L'ultima notizia, in particolare, sarà la tessera del domino che ribalterà tutte le previsioni. Col cuore infranto per la perdita del parente,  Joséphine si avvia a esaudire le ultime volontà dello zio Albert e, mentre esamina la houseboat, pensando di poterla vendere e così risanare le sue ormai misere finanze, scopre che la barca non è affatto disabitata! E ora? Come farà a venderla?

A questa situazione si aggiungono la sua famiglia d'origine, decisamente poco comprensiva e interamente rivolta a trovarle un fidanzato, e una vita sentimentale molto sofferta:

Vedevo gli sguardi che scambiavano quando mi presentavo da sola alle feste di famiglia. Sguarda da "è inutile, la piccola non si sistemerà mai". E fu così che poco alla volta iniziai a odiare quelle ricorrenze. (p. 14)

Così, la povera Joséphine si ritroverà al centro di varie disavventure che la porteranno fino a una notte di Natale atipica e fuori dall'ordinario, che la condurrà a conoscere il suo vero, grande amore. Le parole dello zio Albert, nel testamento, saranno per lei come un faro:

Abbi cura di te, Joséphine, sii sempre te stessa. Non pensare troppo. E se lungo la strada trovi la felicità, non esitare, prendila a piene mani. Non lasciarti sfuggire il momento decisivo, quello che cambia tutto.  (p. 48)

Quelli di Nicolas Barreau sono libri che potremmo quasi definire dei comfort book, ovvero racconti rassicuranti, perfetti da leggere in un pomeriggio di pioggia; storie da cui tornare quando si ha voglia di un po' di relax. L'amore, uno degli ingredienti fissi delle sue storie, è sempre presente e non viene mai meno neanche quel pizzico di magia, quel caso decisamente fortuito, che porta i nostri protagonisti a trovare sempre, anche dopo varie peripezie, ciò di cui hanno bisogno. Così, senza troppi scossoni, la narrazione di Barreau procede lineare, verso il porto sicuro del "vissero tutti felici e contenti". Questo, però, va detto, non è un male, né deve essere oggetto di critica. I suoi romanzi hanno uno stile ben preciso, riconoscibile, e presentano una fiducia nel corso del mondo e degli eventi che fa bene al cuore e che riconcilia con le brutture o gli eventi stressanti che ogni giorno gravitano attorno alla vita dell'uomo. Libri, insomma, per concedersi un momento di pausa dal frenetico via vai giornaliero e permettersi di passeggiare tra le romantiche attrazioni della cosiddetta Ville Lumière, che sotto Natale si riveste di mille luci colorate.

La nostra protagonista, inoltre, in questo libro, è tutt'altro che l'immagine classica della ragazza metropolitana dalla piega perfetta che incede, in perfetto equilibrio, sull'acciottolato parigino col suo tacco 12. Joséphine viene dipinta come una ragazza sensibile e attenta, dolcemente orgogliosa della sua indipendenza e decisa a tutti i costi a non farsi trovare impreparata dallo sguardo giudicante della madre e delle sorelle. Anni prima ha rinunciato a seguire le orme paterne (il padre è avvocato di un ben avviato studio legale) per percorrere la sua passione per la letteratura e mettere al servizio delle lettere la sua intelligenza. Quella della traduttrice non è una strada lastricata d'oro, questo Joséphine lo sa bene, e infatti una mansarda è tutto ciò che può permettersi nel centro di Parigi.

Tuttavia non è questo che le impedisce di essere felice. Lei nella sua piccola tana confortevole sta bene; quello che davvero le manca è un amore, un porto sicuro, un appoggio per alleviare i momenti di sconforto e un'opportunità di raddoppiare la propria felicità nei momenti di gioia. Inutile raccontarsela, l'amore è un bisogno, è Joséphine non sta più bene con l'uomo che ha accanto. Sarà lo zio Albert a farle capire, tramite il suo testamento, che bisogna volontariamente scegliere di essere felici in amore, cercando ciò che ci fa stare bene, e non facendosi sfuggire le opportunità:

La vita è un viaggio, come aveva scritto zio Albert nella sua lettera. A volte gli anni passano velocemente, altre lentamente, e in genere si mantiene la stessa rotta. Ma quello che conta davvero sono i bivi e la direzione che si sceglie di seguire. Sono quelli i momenti capaci di cambiare un'intera vita. (p. 209)

Questo libro, infatti, costituisce un'interessante riflessione sull'operato umano e sull'opportunità di non lasciarsi sfuggire i momenti giusti, quelli che possono donarci la felicità. Il messaggio che Barreau sembra volerci dare, tramite la storia dello zio Albert e di Joséphine, è di approfittare della gioia e di riconoscere gli attimi di svolta che la vita ci dona. Un libro, insomma, per riflettere sulla vita e le sue opportunità di essere felici, senza dimenticare di non avere paura di esserlo per davvero.

Valentina Zinnà