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Il genio artistico di Frida e quello politico di Lev Trockij: "Gli amanti di Coyoacán" di Gérard Roero di Cortanze

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Gli amanti di Coyoacán
di Gérard Roero di Cortanze
Neri Pozza Editore, ottobre 2022

pp. 256
€ 19,00 (cartaceo)
€ 9,99 (e-book)


Già autore di diversi libri sulla vita di Frida Kahlo e Tina Modotti, l'autore francese Di Cortanze torna nelle librerie con una nuova storia, stavolta non solo concentrata su una personalità singola, ma su un racconto appassionato e intimo che ci svela i retroscena del rapporto tra Magdalena Carmen Frida Kahlo Calderón e Lev Davidovič Bronštejn, meglio conosciuto come Lev Trockij.
Trockij, b
olscevico e protagonista di primo piano della rivoluzione russa nonché presidente del soviet di Pietrogrado (l'odierna San Pietroburgo) durante le rivoluzioni del 1905 e del 1917, si ritrova a un certo punto della sua vita a essere deportato, espulso ed esiliato dalla Russia per i suoi forti contrasti con Stalin, finendo, dopo infinite peregrinazioni, in Messico, proprio a casa di Frida Kahlo e Diego Rivera.
Nel 1937 dunque inizia la storia d'amore e d'amicizia tra lui e Frida: ospitato con tutti gli onori dalla coppia, che condivideva con il russo gli ideali comunisti, s'istalla a Casa Azul, luogo magico nel pieno della ricchezza paesaggistica messicana, costantemente circondato da amici, ammiratori, trockijsti, feste, allegrie e seduzione, nonostante la presenza delle guardie del corpo e dei cecchini posti a protezione sua e di sua moglie Natal'ja.
Quasi immediatamente viene conquistato dal magnetismo di Frida, con la quale intesserà un rapporto  fortemente passionale prima, di profondissima amicizia poi, che restituirà all'uomo la serenità perduta. 
Le ore che passava con Frida erano sempre essenziali, leggere o profonde, ma essenziali. Non che Lev non amasse più Natal'ja [...] Ma con Frida riscopriva sensazioni che aveva da tempo dimenticato. La loro comunione d'idee non era così totale, sentivano che su alcuni argomenti erano molto lontani l'uno dall'altra, ma scoprivano con stupore di essere legati da una purezza comune, da una stessa passione, da uno stesso rigore al servizio di una curiosità senza limiti. (p. 49)
L'autore allora ci accompagna nell'evoluzione di questo bizzarro rapporto tra l'artista messicana, inafferrabile, volubile, un po' pazza, e l'uomo politico, rigido, marziale, che inaspettatamente si rivelerà un amante focoso. Frida ne cadrà totalmente innamorata, come pure lui, ma le insidie non tarderanno ad arrivare: la gelosia di Natal'ja, l'inganno perpetuato nei confronti di Diego (che pure aveva il suo bel da fare con mille altre donne), i problemi di salute di Frida, le minacce politiche costanti nei confronti di Trockij, lo spettro fumoso della seconda guerra mondiale in Europa.
Minacce che però non fermeranno i due dal continuare a stringere i rapporti. Piccola parentesi a interrompere le cose sarà l'arrivo a Casa Azul di André Breton, odiatissimo fin dal primo momento da Frida, e di sua moglie Jacqueline, che invece diventerà una delle sue amanti. Le coppie visiteranno il Messico, andranno in giro a far feste, insomma si divertiranno parlando d'arte, di poesia, di surrealismo e di politica. L'amore dapprima fisico tra Frida e Trockij si trasformerà in profondo affetto, tanto che i due non potranno mai stare lontani. Questo e altre vicissitudini porteranno Frida e Diego a divorziare, per poi ricongiungersi qualche anno dopo. 
Ciò che è molto affascinante del libro di Di Cortanze non è solamente lo svelarsi dei dettagli dietro una storia d'amore così singolare, ma soprattutto dietro i caratteri dei protagonisti e la nascita dei dipinti di Frida: l'autore, intrecciando la vita dell'artista con quella dei suoi amici, dei suoi amanti e delle sue amanti, ci spiega come sono nate e perché alcune delle sue opere d'arte più famose, in quale disposizione d'animo si trovasse in quel momento, a chi erano dedicate, a chi erano ispirate. Ad esempio, apprendiamo che il quadro "Due nudi nel bosco" è dedicato all'amore di Frida per Jacqueline Lamba, la moglie di Breton, oppure che il suo autoritratto del 1937 è nato per essere regalato a Trockij, ma anche per stuzzicare la gelosia di sua moglie Natal'ja, o ancora, che "Autoritratto con i capelli corti" porta in sé il dolore per il divorzio con Diego e una ripicca nei suoi confronti che amava così tanto i suoi capelli lunghi.
Poi chiamò Diego: "Ho una cattiva notizia da darti, vecchio rospo: mi sono tagliata i capelli. Sembro un uomo, mi manca solo il cazzo. Be', finirà per spuntarmi anche quello, o almeno lo spero!". (p. 171)
L'indomani mattina, la testa sconquassata dall'alcol, si svegliò lentamente. La questione della vita con Diego la tormentava troppo, doveva confessare i proprio dubbi a una persona di cui fidarsi davvero. Il primo nome che le venne in mente fu quello di Lev. Non aveva paura a riconoscerlo: non rompeva mai del tutto con i suoi ex amanti, con le sue ex amichette, con gli amori di parecchi mesi e con quelli di una notte. Era fatta così, Frida. (p. 202)
Per gli appassionati di Frida questo libro è una miniera d'informazioni, non solo sui chiaroscuri magnetici del suo carattere, della sua sensualità sfacciata, ma soprattutto sulla genesi della sua cifra stilistica, sulla creazione di certi dipinti, di certi ritratti e autoritratti, che fanno nascere spontanee delle domande in chi li ammira, data la loro natura particolare e sanguinolenta. Che Frida sia stata una donna straordinaria è chiaro a tutti, ma "Gli amanti di 
Coyoacán" ci restituisce anche l'immagine di una persona prima di tutto, di un genio artistico che ha riversato i suoi dolori e i suoi drammi sulla tela.
Consigliatissimo ai fan di Frida e a chi vuole scoprire il significato dietro ai suoi quadri più famosi, a chi ha già letto "Frida. Vita di Frida Kahlo" di Hayden Herrera e "Nulla è nero" di Claire Berest, editi entrambi da Neri Pozza, ma anche a chi vuole saperne di più sull'uomo che è stato Lev Trockij nella sua permanenza in Messico dal 1937 al 1940.

Deborah D'Addetta