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«Io, da ragazza, ero una lettrice agonistica»: "Libri che mi hanno rovinato la vita (e altri amori malinconici)", il taccuino di Daria Bignardi lettrice

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Libri che mi hanno rovinato la vita e altri amori malinconici
di Daria Bignardi
Einaudi, febbraio 2022

pp. 176
€ 16,50 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


«Cenavo con i miei in silenzio, sentendoli parlare in sottofondo, ancora beatamente assorta nelle storie appena lette. 
Ho vissuto così per molti anni. Mi piaceva un sacco quella vita piena di storie e vite d'altri. Non immaginavo che si potesse vivere in un altro modo» (p. 10)

Che la nostra vita passi anche (e soprattutto) attraverso le vite degli altri è cosa risaputa. Che passi attraverso le storie che leggiamo è già più difficile da accettare per chi non è un lettore forte. Il nuovo libro di Daria Bignardi, Libri che mi hanno rovinato la vita (e altri amori malinconici) è un taccuino di lettrice, che per un anno raccoglie di mese in mese frammenti dedicati ai libri che l'hanno fatta soffrire. Ripercorrerli attraverso il tempo è una sorta di palingenesi, che permette alla «lettrice agonistica» (p. 19) adolescente di riavvicinarsi alla Daria più matura, attraverso titoli che ancora risuonano nella memoria. Una memoria a tratti distorta dal tempo e dalle emozioni provate, questo è vero, ma, d'altra parte, a chi non è mai capitato di rileggere un libro a distanza di tempo e scoprirlo diverso da come lo si ricordava? O di poter giurare che una copertina fosse in un certo modo e poi ritrovarla diversa? Ciò che non cambia, invece, è il ricordo di quella prima lettura, le sensazioni che ha generato

Se inizialmente l'intenzione dell'autrice è quella di selezionare libri che l'hanno marchiata, facendole provare una sofferenza in cui si è specchiato in parte il dolore che già faceva parte di lei, poi la pagina si fa ariosa. In parte forse è dovuto alla dimensione del frammento, in parte alla schiettezza estrema che traspare da tutti i libri di Daria Bignardi, in parte alla convinzione che un buon libro è una potente miccia per accendere nuovi pensieri? Se non ho una risposta netta da offrirvi, certo è invece il libero fluire del pensiero in questo taccuino, un'osmosi feconda tra ciò che è biografia e ciò che si scatena con la lettura di un libro. Passiamo con libertà - la stessa libertà di una libellula che sceglie dove posarsi e quando riprendere il volo - tra citazioni, tasselli di vita, riflessioni letterarie e metaletterarie, parole di una scrittrice che, in questo libro, si autodefinisce anzitutto una «lettrice compulsiva». E poi, di nuovo, torniamo alla Daria donna, figlia, madre, moglie, che legge con empatia la storia e scava oltre la pagina dei libri, nella vita degli autori che l'hanno segnata. 

Tante sono le sfide che Daria Bignardi si è trovata ad affrontare, e la schiettezza risuona in sequenze autobiografiche che non nascondono niente. Non è minimalismo, il suo; pare piuttosto l'insolita arte di parlare e scrivere chiaro, senza bisogno di barricate stilistiche dietro cui nascondersi. Allo stesso modo, Daria Bignardi non cela innamoramenti letterari, e la sua sobria devozione per determinati libri che l'hanno fatta soffrire è così convincente che, alla fine della lettura, mi sono ritrovata ad aggiungere almeno tre testi in wishlist e uno è già scivolato nella mia libreria (per chi si stesse chiedendo quale, eccolo: La foresta della notte di Djuna Barnes). In attesa di tempi migliori, in attesa di quelle circostanze straordinarie che, anche a detta di Daria Bignardi, hanno il potere di trasformare una lettura in un incontro, che non lascia indifferenti. 

GMGhioni