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#EditoriInAscolto - La forma breve, la ricerca dell'unicità senza limiti di genere e forma, il rapporto con le riviste. Intervista a readerforblind

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Se c'è un progetto imprenditoriale coraggioso, oggi, è quello di fondare una casa editrice; ma se ci guardiamo un po' intorno appare evidente come negli ultimi anni e anche e soprattutto in questi tempi incerti che stiamo vivendo, sia una scelta fatta da molti, che spesso porta a risultati davvero interessanti. Noi di Critica cerchiamo sempre di fare attenzione a quello che si muove nel panorama editoriale italiano e segnalare ai lettori nuove realtà meritevoli. Nasce con questo intento la chiacchierata che la nostra Debora Lambruschini ha fatto con Valerio Valentini, tra i fondatori di readerforblind, casa editrice fondata nel 2020 ma che affonda le radici in un progetto più lontano nel tempo, tra riviste e racconti.
 
Partiamo dal nome, sicuramente curioso: come nasce e perché la scelta di chiamare la casa editrice Reader for blind?
Il nome è un omaggio a un brano del racconto Cattedrale di Raymond Carver: “Cercasi lettore per cieco”. Che è anche un omaggio al genere letterario con cui siamo nati, nel 2015, come rivista. Come puoi intuire c'è del sentimentalismo.

Il vostro percorso verso la fondazione della casa editrice è senza dubbio interessante: da rivista indipendente dedicata alla forma breve, poi collana editoriale e infine casa editrice. Quanto è stato importante ogni passaggio per approdare all’ultima veste e quando di ogni tappa vi portate dietro?
readerforblind si è evoluta nel tempo. Quando abbiamo fondato la rivista avevamo bene in mente ciò che volevamo fare: divulgare storie. Poi nel 2019 è nata una bella collaborazione con Tuga Edizioni, e insieme abbiamo dato vita a una collana editoriale tramite un contest letterario. Per noi è stata un’esperienza stimolante, che ci ha insegnato parecchio ma soprattutto ci ha fatto capire che volevamo lanciarci in una sfida ancora più grande. Così abbiamo passato l’intero lockdown del 2020 a progettare la casa editrice e la collana le polveri.

Chi sono le persone che compongono readerforblind, la squadra?
Abbiamo cercato, fin dall'inizio, di comporre la redazione di readerforblind, non solo come un gruppo di amici che lavorassero in sintonia nonostante siamo sparpagliati un po' in tutta Italia (diciamo che i mezzi tecnologici moderni ci hanni aiutato molto in questo) ma come una redazione che potesse essere il più professionale possibile dando l'immgine di una struttura che avesse già chiaro in testa il proseguo che voleva intraprendere, per questo oggi siamo più dei tre soci iniziali: Adria, Dario e Valerio, con i quali abbiamo cominciato. Vantiamo professionisti e grandi appassionati fra di noi: Roberta De Marchis all'ufficio stampa, Ernesto Valerio all'ufficio commerciale e diritti, Emilio Fabio Torsello ai social media, per continuare con la redazione fisica nella persona di Margherita Macrì, Lorenzo Bissolotti all'editing per la collana i superflui e lo scrittore Sandro Bonvissuto che da gennaio 2022 curerà la collana le polveri. Oltre a questi possiamo contare su altre tre persone che, spesso, lavorano sui testi sia in lettura che in revisione. Insomma cerchiamo di crescere di giorno in giorno.

La forma breve è appunto nell’anima di Rfb, nel nome scelto e nei primi progetti editoriali. Qual è a vostro parere lo stato della forma breve in Italia in questi anni? Personalmente trovo fondamentale il rapporto con le riviste, una palestra per gli scrittori ma anche un luogo privilegiato per i lettori che vogliano esplorare alla scoperta di nuove voci e tendenze della narrativa contemporanea.
Amiamo e rispettiamo la forma breve. Nella nostra redazione c'è una libreria di circa 1500 titoli solo di libri di racconti. La forma breve è quella che ci ha dato il via per creare qualcosa nell'ambito culturale. Quella che ha formato almeno un paio delle persone che gravitano intorno a rfb. Il racconto non è solo una “palestra” come molti lo identificano, per farsi conoscere e aspirare alla pubblicazione di un romanzo, abbiamo esempi di raccontisti, sia in Italia che all'estero, che hanno fatto della forma breve la loro principale attività con enormi risultati. Crediamo che il racconto sia una delle forme d'arte letteraria, insieme alla poesia, più ricca di spunti e riflessioni, di rilettura e immedesimazione. A breve inaugureremo il nuovo sito che comprenderà di nuovo (e aggiungiamo) finalmente la sezione dedicata ai racconti inediti per la quale torneremo a fare selezione e pubblicazione on line, e perchè no, magari anche cartacea. 


Parliamo più nel dettaglio del vostro progetto editoriale: quali sono le caratteristiche di Rfb come selezionate un testo e in che rapporto la vostra casa editrice si colloca nel panorama editoriale italiano?
Per quanto riguarda la collana «le polveri», l’obiettivo che ci siamo prefissati è di pubblicare sei libri l’anno. Abbiamo una sempre più vasta “biblioteca personale” che è in continuo aggiornamento; la maggior parte dei volumi proviene da mercatini e vecchie cantine. Ognuno viene poi letto attentamente, più volte, e dopo diverse consultazioni decidiamo il da farsi. Per la collana «i superflui» prevediamo invece due pubblicazioni l’anno, che selezioniamo attentamente sia tra le proposte che ci arrivano direttamente in redazione, sia attraverso un lavoro di scouting sulla rete (in gruppi, blog, pagine personali). Abbiamo creato un gruppo di lettori molto eterogeneo per la prima valutazione, che spazia da addetti ai lavori a scrittori, passando per librai e “semplici” lettori. In questo modo, crediamo di poter valutare con un occhio più attento e ampio ogni proposta, e di saper selezionare in base a un criterio qualitativo molto elevato e, soprattutto, condiviso nel rispetto delle differenze di tutti. L’obiettivo, ambizioso ma concreto, è quello di cercare voci (inedite, o già edite) contemporanee di valore, lontane dagli schemi base delle scuole e che possano rappresentare dei piccoli unicum nel panorama letterario nazionale e internazionale (anche se siamo più curiosi verso la produzione italiana, abbiamo già in cantiere un’opera straniera selezionata grazie al lavoro attento di una parte della redazione che lavora anche con lingue straniere, e che ha portato a una prima traduzione parziale e alla successiva valutazione positiva di gruppo).

Al momento sono due le collane presenti, ognuna con le sue peculiarità: vi va di raccontarcele più nel dettaglio? Potete darci qualche anticipazione sui prossimi progetti?
La collana le polveri racconterà l'Italia e il mondo tutto attraverso romanzi che, ognuno per motivi diversi, non ha avuto il successo che meritava o che, nonostante il successo dell'epoca, è stato dimenticato. Sono romanzi forti, vere e proprie gemme. Il lavoro che andiamo a fare è una sorta di riscoperta archeologica, tirare fuori dalla polvere preziosità che il pubblico, i lettori, gli addetti ai lavori di oggi, devono leggere, non solo per capire chi siamo, ma anche dove vogliamo andare. Sembra presuntuoso scritto così ma ti assicuro che è la stessa cosa capitata anche a me (Valerio) quando ho letto per la prima volta I superflui di Dante Arfelli e Vento caldo di Ugo Moretti. Al termine ho respirato, mi sono fermato a riflettere e ho capito che questi romanzi possono darci ancora molto. 
Nella collana i superflui, invece, che prende il nome appunto dalla nostra prima pubbliccazione in assoluto, cerchiamo l'unicità; quei romanzi contemporanei, senza limite di genere, che non “scadano” come si usa dire oggi, romanzi che raccontino uno spaccato dell'Italia di oggi attraverso una nuova scrittura, una scrittura che resista nel tempo. Romanzi di letteratura e non romanzi per fare catalogo o per dire: facciamo anche contemporanei. Saranno 2/3 uscite l'anno. Ben selezionate, ricercate e attraverso il contatto con la casa editrice, perchè l'incontro e la partecipazione con chi ci supporta è una delle cosa più importanti.


Intervista a cura di Debora Lambruschini 

Immagini riprodotte su autorizzazione della casa editrice