in

“Il problema dei tre corpi” di Aniela Rodríguez, ovvero della collisione di esistenze che oscillano tra la vita, la morte e il sogno

- -

 


Il problema dei tre corpi
di Aniela Rodríguez
gran vía, aprile 2021

Traduzione di Annalisa Rubino

pp. 112
€ 13 (cartaceo)


Da oltre trecento anni Isaac Newton ha dato una bella gatta da pelare a fisici, matematici, accademici e studiosi con la formulazione di un problema dalla consegna solo apparentemente semplice: «Date la posizione, la massa e la velocità di tre corpi soggetti all’influsso della reciproca attrazione gravitazionale, il candidato calcoli il moto futuro del sistema». Newton, dopo averci regalato quella fantastica legge che tiene i nostri piedi ben saldi a terra, turba l’umanità con il cosiddetto “problema dei tre corpi”, in cui il dilemma è calcolare il movimento di tre oggetti con posizione e velocità note, sapendo che su di essi viene esercitata unicamente la loro rispettiva forza di attrazione. Questi tre corpi possono essere tanto la Luna, il Sole e la Terra, quanto tre persone che orbitano nello spazio di una stanza dal perimetro definito. Dalla scienza alla fisica, dalla chimica alla filosofia si è cercato di rispondere a questo quesito che ha lascito più di una persona senza sonno, cercando di spiegare quale sia la forza misteriosa e invisibile che lega tre entità tra di loro. Con la nuova raccolta di racconti che ha valso a Aniela Rodríguez l’inserimento nella recente selezione della rivista Granta dei venticinque migliori giovani scrittori in lingua spagnola, Il problema dei tre corpi – edito in Italia da gran vía – rappresenta una risposta onirica che solo la letteratura è in grado di fornire.

Il problema dei tre corpi consta di nove racconti diversissimi - ma allo stesso tempo necessariamente simili – in cui abitano i più disparati personaggi di un Messico fantasmatico, folclorico ed evanescente: giovani scapestrati, assassini, prostitute, vedove, operai, malati cronici, rapinatori e santi che sono costantemente perseguitati dai propri demoni, inseguiti dalla follia e angosciati da tristi presagi di morte. Ed è quell'arcana forza enunciata da Newton a scatenare le più inaspettate vicende e a tenere  insieme la precaria esistenza di tutti i protagonisti. Per una legge inspiegabile, in “Scatole di fiammiferi” le palline da tennis di due adolescenti che giocano nel quartiere vengono attratte misteriosamente nel cortile di una vedova che presto brucerà insieme alla sua casa per colpa di un mozzicone di sigaretta risucchiato magneticamente da quella stessa forza che ha fagocitato i giochi dei ragazzi. Sarà sempre quella stessa forza a far sgorgare dall’occhio sinistro del narratore di “Il lato sinistro della tristezza” un pianto perpetuo che si trasformerà presto in cancro, a far volare dall’impalcatura di un cantiere Elías Ramírez – protagonista di “Istruzione per perdere le scarpe” -, a guidare la mano al grilletto del revolver di Jacinto in “Le feste di Caino” per vendicarsi del prete che ha sedotto sua moglie, e a dare il potere a Diódoro di curare i malati in una provincia messicana dimenticata da Dio. Queste ed altre sono le storie delle vite umane che si susseguono nella raccolta; racconti crudi, esperienze catastrofiche in cui la violenza trasuda dalle pagine e dalla scrittura impeccabile di Aniela Rodríguez, spietata e contemporaneamente ironica e dissacrante. Forse in Il problema dei tre corpi la legge ricercata da Newton prende la forma di una spirale che conduce inevitabilmente tutti i personaggi in un’inesorabile caduta libera dalla quale nessuno esce incolume.

La bravura di Aniela Rodríguez sta nel saper scovare i punti deboli dei sui personaggi ed esporre ai lettori le loro ferite sanguinanti, le quali sono oramai impossibili da rimarginare. Il filo conduttore che attraversa la narrazione è la costante minaccia di una morte imminente che pende sulle teste di tutti i protagonisti. Eppure, Il problema dei tre corpi non è una raccolta di racconti che si arrende all’ineluttabile destino della morte. Vi è una sorta di eroica tragicità in ognuna delle storie, i quali protagonisti – nonostante siano consapevoli del fatto che il loro destino nefando sia già stato scritto e non possa essere in alcun modo cancellato – si aggrappano a tutto ciò che rimane loro per poter godere dell’ultimo soffio di vita che rimbomba dentro i polmoni. Chiedono agli dèi infuriati ancora pochi minuti di vita prima di essere colpiti dalle loro folgori, contrattano con le Moire per guadagnarsi ancora qualche centimetro nel filo della vita prima che venga reciso e assaporano per l'ultima volta il gusto della terra prima che venga la Morte ad amputare loro la lingua. Ma la forma più toccante di resistenza e resilienza di questi esseri umani sta nel mondo onirico. Infatti ogni personaggio sogna, in modo differente, la propria morte. In questo modo si crea un bellissimo paradosso, perché è proprio nell’indugiare nel sogno di morte che i protagonisti della raccolta guadagnano quei preziosissimi minuti di vita tanto agognati, per tentare di fare pace con se stessi e con il mondo prima di partire per un viaggio verso l’ignoto.

Il problema dei tre corpi cerca, a suo modo, di rispondere a questo quesito irrisolvibile, mostrando tutto il dolore insito nella gravitazione dei corpi umani in quel campo di forza che è la vita di tutti i giorni. E non è un caso, forse, che Aniela Rodríguez affermi in un’intervista che «il dolore è la forma più pura della bellezza».

Nicola Biasio