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"Risplendendo come un'imperturbabile stella, lei che tanto ha sognato, ma anche temuto, di scomparire": vita e arte di Yayoi Kusama secondo Elisa Macellari

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Kusama.
Ossessioni, amore e arte

di Elisa Macellari
Centauria, 2020

pp. 128
€ 19,90 (cartaceo)


Essere donna e desiderare un avvenire da artista nel Giappone patriarcale e conservatore della prima metà del Novecento: per una come Yayoi Kusama (Matsumoto, 1929), destinata a divenire uno dei nomi più importanti della scena internazionale, le premesse d’esordio non avrebbero potuto essere più scoraggianti. Figlia incompresa di una coppia infelice, sofferente già dalla prima infanzia per allucinazioni acustiche e visive, esule volontaria da un Paese in cui non sarebbe mai stata in grado di raggiungere un’autentica realizzazione come individuo, la futura star avrebbe fatto fortuna solo nell’Eldorado statunitense degli anni Sessanta e Settanta, per poi fare ritorno in patria e affrontare ancora i demoni della dimenticanza e della malattia prima della definitiva consacrazione. A oggi, al netto di decenni di squilibri profondi sublimati attraverso dipinti, sculture, happenings e installazioni, la sua storia resta tra le più emblematiche del Novecento artistico, al crocevia tra lo stereotipo secolare che associa il genio alla follia e la pura cronaca di un’esistenza che ha fatto i conti fin da subito (e fino all’ultimo pois) con i pregiudizi di genere e di ruolo e con le logiche ciniche del Sistema dell’arte. A lei Elisa Macellari ha dedicato una biografia illustrata – Kusama. Ossessioni, amori e arte – appena pubblicata da Centauria.


Prima esempio femminile all’interno della fortunata collana con cui la casa editrice sta omaggiando la memoria di artisti illustri del Novecento – da Schiele a Pollock, da Klimt a Hopper, da Basquiat a Baconla figura e la vicenda di Kusama rappresenterebbero una fonte di ispirazione inesauribile per chiunque intendesse tradurle non solo in formato fumetto ma anche in ambito cinematografico e televisivo. Se ciò accade, come per ogni storia capace di appassionare i suoi fruitori, è per la presenza costante di una conflittualità tanto interna quanto esterna alla stessa biografata, un’inquietudine che, non contenta di minare precocemente l’animo della giovane Yayoi e di condannarla a un tormento perpetuo, assume di volta in volta le sembianze di una madre e di un padre ostili, di una società e di una cultura d’origine reazionarie, di una scena newyorkese che non conosce mezze misure – e che, in linea con la temperie rivoluzionaria e sperimentale che precedette gli anni Ottanta, sembra pretendere dai suoi protagonisti solo non solo forza e intensità crescenti ma anche esagerazione e scandalo – e di un pubblico e di una critica che alternano lode e indifferenza, denaro e privazione, plauso e compatimento. Quella di Kusama, si capisce, non è e non può essere una psicologia pacificata: gli stati di quiete e di pace sono legati all’atto creativo, lo stesso che da sempre la spinge a esternare ed esorcizzare traumi e dolori pur nella consapevolezza della loro insanabilità.

Per restituire in immagini la storia di questa artista così iconica, Elisa Macellari ha ridotto la tavolozza al minimo, con rosso, rosa, lilla e celeste in aggiunta al nero e al bianco. Ma più che il colore – peraltro usato sempre in modo intelligente, ovvero a restituire e suggerire l’impatto visivo e le atmosfere dei lavori di Kusama, inclusi quelli più immersivi – ciò che colpisce è l’aspetto grafico delle tavole, la cui ricchezza di dettagli e il cui riempimento mettono non di rado il lettore a confronto con un horror vacui che rimanda direttamente al carattere ossessivo delle opere che la resero famosa, in cui la coazione a ripetere sempre un identico gesto, un identico segno e un’identica forma soddisfacevano il suo bisogno di “obliterazione” e producevano nell’osservatore un effetto di perturbante disorientamento. Le citazioni esplicite e dirette, certo, non mancano: eppure le occasioni più interessanti non sono mai quelle legate all’agnizione di lavori citati nei manuali o di pose recenti e particolarmente fashion, quanto quelle in cui Elisa Macellari si espone nell’interpretare stati d’animo, intenzioni, dichiarazioni di poetica.

Se fino a qualche tempo fa il nome di Yayoi Kusama poteva essere noto solo agli addetti ai lavori, la seconda giovinezza della sua carriera e l’esposizione mediatica e social (visto e considerato l’alto indice di “instagrammabilità” delle sue installazioni) la hanno resa a tutti gli effetti un personaggio e un’icona pop: chiunque, se non altro a livello prettamente esteriore, saprebbe ormai riconoscere a intuito sia l’artista che le opere e gli interventi a sua firma. Per queste ragioni quello di Elisa Macellari è un libro dalla duplice efficacia: se da una parte non deluderà gli studiosi e gli estimatori della prima ora, che soprattutto nello stile dell’illustratrice ritroveranno un omaggio intelligente all’estetica e alla poetica kusamiana, dall’altra esso rappresenta un ottimo mezzo di primo approfondimento per tutti coloro che ancora ne hanno un’impressione troppo superficiale. La stessa autrice, del resto, non manca di inserire le sue fonti bibliografiche in coda al volume, utili per ulteriori letture in assenza della possibilità di una visita diretta in mostra: non moltissimi titoli, in verità – tra cui l’autobiografia Infinity Net – a riprova di come ci sia ancora molto da comprendere e scrivere su un’artista che a dispetto dell’età e di uno stato di salute psicofisica sempre più instabile e cagionevole non smette di trovare nell’arte il suo strumento di espressione e comunicazione prediletto.

Cecilia Mariani







Sarebbe ingenuo oltre che ingiusto riferirsi a Yayoi Kusama come "l'artista dei pois". Il segno/gesto/processo creativo che per anni l'ha portata a ricoprire tele, sculture e superfici di pallini colorati non è che uno dei molti modi in cui la venerata star della scena contemporanea ha dato, negli anni, espressione di sé. La sua biografia, così emblematica di molte dinamiche del Sistema dell'arte e del ruolo delle donne al suo interno, è al centro di un volume illustrato da Elisa Macellari @elisamacellari e appena pubblicato da Centauria @centaurialibri: una storia che unisce Estremo Oriente e Occidente, e in cui la predestinazione del genio fa i conti con la persecuzione di una diagnosticata e consapevole follia. Recensione di Cecilia Mariani presto sul sito! 🔴🔵⚪⚫ #libro #book #instalibro #instabook #leggere #reading #igreads #bookstagram #bookworm #booklover #bookaddict #bookaholic #libridaleggere #librichepassione #libricheamo #criticaletteraria #recensione #review #recensire #recensireèmegliochecurare #yayoikusama #elisamacellari #arte #artecontemporanea #art #contemporaryart #centauria #centaurialibri
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