in

«E di cosa hai bisogno per trovare la pace?» «Di raccontare»: un'inedita visione di Elena di Sparta

- -
Elena di Sparta
di Loreta Minutilli
Baldini+Castoldi, 2019

€ 17 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Audiolibro disponibile su Audible

Forse non valeva la pena di distruggere il mondo per la tua altra metà della vita? 
Capita di incappare in un audiolibro per vari motivi: a me è successo di trovare Elena di Sparta di Loreta Minutilli in un periodo, qualche settimana fa, in cui ci eravamo occupate di riscritture omeriche per una diretta Instagram e quasi in automatico il mio dito ha cliccato sulla copertina così intrigante, e in pochi minuti ho capito che avrei impiegato molto volentieri le cinque ore e mezzo di registrazione per scoprire una Elena di Sparta diversa. Molto diversa. 
Premessa: ho sempre timore quando mi imbatto in riscritture di grandi classici, perché bisogna davvero avere una grande idea per stravolgere in modo convincente la vulgata o per gettare nuove luci su un personaggio diventato paradigmatico, nel caso di Elena, della bellezza e della seduzione. Piccola anticipazione: l'autrice Loreta Minutilli crea un'opera a dir poco convincente, e ora vediamo perché. 
Pochi minuti di lettura e ci troviamo davanti a un trauma che segnerà per sempre la vita di Elena di Sparta: lo stupro da parte di Teseo, quando lei, appena diventata donna, non immaginava neanche cosa significasse un rapporto fisico. Non ha saputo opporsi alla violenza - come fare? -, ma da quel momento il suo rapporto con gli uomini è diventato pura finzione. La bellezza e la seduzione, armi manovrate da Afrodite nel poema omerico, qui diventano strumenti che Elena stessa imparerà ad esercitare per i suoi obiettivi. Cade anche l'idea di una donna-oggetto, rapita suo malgrado e passiva nell'assistere alla sua contesa tra Achei e Troiani: Elena, nel romanzo di Minutilli, diventa una donna che desidera libertà, vuole conoscere ciò che c'è fuori da Sparta, e per questo tradisce il vincolo matrimoniale, abbandona Menelao e la figlioletta Ermione, per andare con Paride e scoprire come sia la tanto decantata Troia.
Certo, la protagonista e io-narrante sa che dovrà prima o poi cedere a Paride, ma il sacrificio non è poi tanto lontano da ciò che normalmente intende per vita coniugale: per quanto avesse prima imparato prima a tollerare e poi a dare piacere a Menelao, Elena non provava in ogni caso passione o desiderio. Paride è uno strumento, è lui a cadere nel tranello di portare via la donna più bella del mondo e di accontentare la sua fame di conoscenza, sebbene a caro prezzo. 
Elena ha in sé un intero mondo, che tuttavia può raccontare solo a sé stessa: un po' perché le donne in Grecia sono tendenzialmente silenziose, molti argomenti sono tabù, un po' perché tra pensare e formulare in modo convincente e ordinato c'è un abisso. Eppure a Troia Elena fa di tutto per farsi conoscere, ma lì nessuno le dà retta più di tanto: assurdamente, neanche Paride e gli altri provano a chiedere informazioni sui nemici assedianti! E anche l'apparente apertura di Cassandra nei suoi confronti è qualcosa di incostante e non conosciuto fino in fondo.
Insomma, la Elena di Loreta Minutilli è una donna infinitamente sola, per quanto in mezzo a un'enorme folla, ma gli altri sono soprattutto uomini che la desiderano, donne che la guardano con invidia e sospetto. E non solo per la sua bellezza o perché viene da una città straniera, ma anche perché ha osato slegarsi dal vincolo tradizionale della famiglia ed emanciparsi, a costo di perdere tutto.
Ma, come sappiamo, alla fine della guerra di Troia, Elena viene riportata in patria da Menelao: Omero tace sulla loro ritrovata unione, su come Ermione possa guardare alla madre che l'ha abbandonata, ma Minutilli no, e l'ultima parte del romanzo è dedicata al ritorno, al dopo, che è infinitamente interconnesso alla presa di coscienza che tutto ha delle conseguenze.

Per il suo afflato femminista, che dà voce a una Elena controcorrente senza paura di riscrivere nettamente la storia omerica, nonché per lo stile che a tratti si lirico e altrove fortemente incisivo, per la capacità di calarsi in una narratrice omodiegetica così complessa, piena di inquietudini, Loreta Minutilli merita un applauso da parte nostra. L'unico rammarico? Non avere il libro cartaceo per sottolineare tanti passaggi.

GMGhioni