Il libro della neve. Avventure, storie, immaginario
di Franco Brevini
Il Mulino, 2019
pp. 328
€ 45 (cartaceo, copertina rilegata, pagine patinate, a colori)
Nel corso dei secoli, la neve non ha mai smesso di stupire gli uomini, ora portando con sé ricordi fatati dell'infanzia, ora seminando inquietudine, se non addirittura panico per le conseguenze spesso anche fatali. Quel che è certo è che la neve trasforma, e tanti artisti si sono confrontati con questi cambiamenti, mentre gli sportivi hanno misurato le proprie forze in record memorabili, gli esploratori si spingevano oltre i limiti noti,...
Nel grande e prezioso libro illustrato uscito da poco per Il Mulino, Franco Brevini, insegnante di Letteratura italiana all'Università di Bergamo, unisce la precisione dello studioso alla sua passione per l'alpinismo.
Come definire, dunque, queste oltre trecento pagine dedicate alla neve? Non è semplice. Certamente si tratta di un avvincente percorso tematico, che spazia e raccoglie materiale eterogeneo, affascinante per la stessa arbitrarietà degli accostamenti, che, montati ad arte, fluiscono in una lettura sempre piacevole: ad accostamenti storici che travalicano i secoli (come, ad esempio, la napoleonica campagna di Russia o la tanto leggendaria traversate delle Alpi ad opera di Annibale), si avvicendano spogli letterari, anche qui a perdifiato attraverso la storia della letteratura, mentre per lo sport si riprendono aneddoti e record straordinari. E che dire della scienza, che ha analizzato tanto a lungo la composizione dei cristalli della neve? O delle tante parole usate nei secoli per designare questo labile tappeto bianco? O degli animali che popolano tipicamente i ghiacciai?
Il lettore ideale de Il libro della neve deve essere curioso, desiderare un'esplorazione aperta a contaminazioni e suggestioni: non esistono limiti di tempo, spazio, materia, sembra suggerire in ogni capitolo Franco Brevini; esiste solo la voglia di apprendere, di lasciarsi affascinare dalla storia di questo labile manto bianco. Ecco che allora il libro diventa anche un ottimo strumento di consultazione, che si può leggere selezionando i capitoli a proprio piacimento (i rimandi interni ci sono, certo, ma non sono affatto limitanti).
Oppure, c'è un altro modo ancora per soffermarsi su queste pagine, fitte di immagini: aprire il libro e sfogliarlo per il puro gusto di incappare nelle varie rappresentazioni che hanno dato fotografi, pittori, pubblicitari, cronisti, affidandosi a mezzi iconografici diversi per fermare la loro idea di neve. Se questo può sembrare, a prima vista, lo stile di lettura più distratto e disorganico, in realtà, guardando già per la prima volta il libro, si capirà che l'unico imperativo è lasciarsi muovere dalla curiosità: ci sono percorsi prestabiliti e argomentati da Brevini, certo, ma ci sono anche tante altre possibilità.
Un esempio ulteriore? Ci si può muovere nel testo saltando dai capitoli dell'autore alla folta bibliografia finale, che permette di approfondire quel che più si vuole.
Ecco perché questo Il libro della neve è anche un bellissimo "coffetable book", strana etichetta che designa quei volumi solitamente di grande formato che possono essere fruiti dagli ospiti mentre si beve un caffè, sfogliando le pagine e godendosi immagini e suggestioni. Certo, è un peccato fermarsi a un primo sguardo, perché, come già detto, i percorsi di Brevini sono stimolanti e pieni di aneddoti, ma il lettore è libero, con questa pubblicazione, di scegliere la propria strada, come quando ci si incammina in una valle innevata e si tracciano nuovi sentieri.
GMGhioni
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