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Le discriminazioni di genere nell'Antica Grecia: "Gli inganni di Pandora" di Eva Cantarella

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Gli inganni di Pandora. L'origine delle discriminazioni di genere nella Grecia antica
di Eva Cantarella
Feltrinelli, 3 ottobre 2019

pp. 85
€ 12 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)



Sono tanti primati che attribuiamo ai Greci, a partire dalla democrazia fino alla filosofia, ma non tutto è altrettanto lodevole. Nel suo nuovo libro, appena uscito per Feltrinelli, Eva Cantarella ripercorre le tappe che hanno costruito la discriminazione di genere nella Grecia antica. Il percorso è volutamente randomico, tra fili conduttori paralleli e senza una pretesa di esaustività (stiamo parlando di un libretto agile, di meno di cento pagine, adatto a chi si avvicina per la prima volta a questa tematica e ai libri di Cantarella). Vi si ritrovano alcuni temi noti per chi ha studi classici, ma anche molte curiosità: si inizia comprensibilmente dai miti, e in particolare dalla creazione di Pandora, che leggiamo nella versione di Esiodo. Già nel VII secolo a.C. Pandora diventa segno dell'alterità, della differenza, che non sono però sufficienti per descrivere la natura femminile, tant'è che per Cantarella questa «era a tal punto incomprensibile da essere equiparabile al mistero della morte, non a caso nel mondo greco spesso rappresentato da figure femminili» (p. 21). Non ci vuole molto perché la donna diventi il «genere maledetto», punizione per l'uomo, una 'razza' a sé da guardare con le dovute cautele. D'altra parte, anche Semonide nella seconda metà del VII secolo a.C. elencherà una lunga lista di tipologie di donne, alcune delle quali paragonate ad animali per le loro caratteristiche: l'unica positiva è la donna-ape, che - tuttavia - non esiste più.
Se la misoginia è diffusa tra gli uomini, pensiamo anche agli dei: che dire di Metis, ad esempio, sempre legata all'astuzia? E cosa di Zeus, che spesso fa di tutto per giacere con le donne da lui scelte, anche a costo di ingannarle o usare violenza?
Anche in medicina le cose non vanno meglio: osservare l'interno del corpo femminile era impossibile, e dunque sui suoi organi riproduttivi sono state inventate le più fantasiose congetture, atte a giustificare, ad esempio, il mestruo e le malattie. È forse questo il capitolo che segna più significativamente la distanza tra il nostro presente e il passato, e non scapperanno un paio di sorrisi, leggendo di pratiche tutt'altro che ortodosse, come l'idea di tenere a testa in giù le donne colpite dal prolasso dell'utero! Anche sulla riproduzione Eva Cantarella raccoglie testimonianze sfiziose, quesiti sul contributo femminile al concepimento o sulle pratiche sessuali più efficaci per la gravidanza.
Se Socrate, Platone e Aristotele sembrano almeno in parte riscattare la donna e le sue virtù (addirittura Aristotele dirà che ha le stesse qualità dell'uomo), la pratica nella vita quotidiana è tutt'altra. Negli ultimi capitoli, l'autrice si sofferma sulle conseguenze che convinzioni, miti, letteratura misogina hanno avuto nella vita quotidiana delle donne dell'Antica Grecia: se il marito ateniese aveva tendenzialmente tre donne (moglie, etera e porne), alla moglie non era certamente concessa tale libertà, neanche in campo di divorzio. Anche l'unione matrimoniale non era di certo equa: si pensi che la donna non aveva che un ruolo passivo; spesso non conosceva neanche il suo futuro marito! Discriminata davanti alla legge e davanti all'eredità, certamente le donne greche faticavano a far sentire la propria voce. Quanto di quei pregiudizi è rimasto ed è arrivato fino a noi? Quanto occorre ancora lavorare per abbattere la discriminazione?
Gli inganni di Pandora conferma la sempre ottima capacità di divulgazione di Eva Cantarella; semmai, se vogliamo trovare un piccolo difetto all'opera, eccolo: è troppo breve! Si vorrebbe continuare a leggere, scoprire molto altro, perché l'impressione è proprio quella di un viaggio appena cominciato. E viene il dubbio che l'autrice lo abbia fatto apposta, sì, per ricordarci che il percorso è ancora lungo e potremo apporvi un punto fermo tra molto tempo.

GMGhioni



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